La Stampa, 18 luglio 2018
Frenkel: «Vi svelo l’estasi della matematica»
La matematica è «cool» ed è immensa quanto una sinfonia di Mozart o «Guerra e Pace». Basta con gli stereotipi (colpa del cinema e delle serie tivù) del professore sfigato e fuori dal mondo. Facile buttarla così, quando a dirlo è Edward Frenkel. Che oltre a un accademico titolare di una cattedra alla Berkeley University (e membro dell’American Mathematical Society e dell’American Academy of Arts and Science) vanta anche il record di essere il primo matematico apparso (quasi) completamente nudo in un film, che mischia videoarte al teatro giapponese, intitolato «Rites of Love and Math».
Appassionato di windsurf e musica elettronica, fa pure il dj e, appena può, vola a Ibiza in discoteca. Insomma, piuttosto distante dal professore che probabilmente ci è toccato al liceo. La sua vita, molto segnata dalle origini (madre russa e padre ebreo), l’ha raccontata in parte nel libro «Amore e Matematica. Il cuore della realtà nascosta», best-seller pubblicato in Italia da Codice Edizione e tradotto in altre 18 lingue. Gli parliamo in occasione del suo intervento a Milano, dove è tra i relatori di Campus party, l’evento dedicato ai ragazzi fissati con la tecnologia che da oggi fino a domenica vivranno h24 (in fotogenicissime tende) a Rho Fiera Milano per incontrarsi, confrontarsi e ascoltare più di 350 studiosi internazionali convocati lì apposta per loro.Frenkel, 50 anni, è uno degli speaker più estroversi e attesi. La sua missione, appunto, cambiare la percezione della matematica e spingere più persone possibili verso questa disciplina inevitabile e affascinante in grado di spiegare (quasi) tutto. «Il problema è proprio nel modo in cui la materia viene insegnata in tutto il mondo – ci racconta -. Troppa l’enfasi sui test e sulla valutazione. Gli studenti vengono messi di fronte a problemi che non sanno risolvere e così si sentono stupidi: ansia e paura li assalgono. Invece, dovremmo mettere molta più attenzione sulla gioia dell’apprendimento e ricordare che il processo conta di più dei risultati. E poi la matematica che viene insegnata oggi nelle scuole non è aggiornata, ha più di mille anni. Se fosse accaduto anche con la fisica o la biologia, tanto per dire, non sapremmo nulla del sistema solare, dell’atomo e del Dna».Frenkel, massimo esponente del programma di Langlands, una sorta di teoria del tutto della matematica, non ha dubbi. «Anche l’arte sarebbe noiosa se insegnassero solo come dipingere un muro e mai a contemplare Raffaello e Michelangelo. La matematica ha i suoi capolavori meravigliosi: dimensioni superiori, gruppi di simmetria e geometria non euclidea sono grandiose quanto una poesia o un dipinto. Per questo è importante spiegarlo in diverse sedi, attrarre personalità eterogenee. C’è bisogno di diversità e anche per questo dobbiamo fare il possibile per avvicinare più ragazze, più donne a questi studi e ridurre il “gender gap”. Riportare la Dea alle origini».
Il rischio che la matematica diventi un club per pochi non è, secondo Frenkel, da sottovalutare. Gli algoritmi sono alla base di moltissimi nostri gesti quotidiani, dagli acquisti online alla consultazione del navigatore. «Solo una piccola élite ha la possibilità di imparare e dominare davvero questa disciplina che è alla base della maggior parte delle moderne tecnologie che permettono di avere il controllo sugli altri. Con conseguenze gigantesche. Basta guardare quello che sta succedendo oggi: sorveglianza di massa, comportamenti alterati dai social network, manipolazione dei mercati finanziari». La matematica è libera («nessuno può brevettare una formula matematica»), è potente, ci salva dai pregiudizi. Ma non può trovare un senso per qualsiasi cosa.
«Vogliamo sempre spiegare tutto, ma questo è solo perché abbiamo bisogno di illuderci di avere il controllo. L’incertezza ci terrorizza. Nel film “Rites of Love and Math” (un omaggio allo scrittore giapponese Yukio Mishima, ndr) il mio personaggio sogna di trovare la formula dell’amore. Ma finisce male, perché, naturalmente, non esiste. Ci sono cose come l’amore che non possono essere mai catturate completamente dal ragionamento logico. L’amore è molto al di là di tutto ciò. E la nostra capacità di amare è il più grande dono che abbiamo».