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 2018  luglio 18 Mercoledì calendario

Perché l’Islanda fa strage di balene

Tra tutti gli animali, l’uomo è il più crudele», scriveva Mark Twain. Mi viene in mente mentre passeggio per le strade di Reykjavík e penso all’uccisione, avvenuta pochi giorni fa, di una balenottera azzurra da parte della compagnia islandese Hvalur hf. La caccia al più grande dei mammiferi, con i suoi 30 metri di lunghezza e le 200 tonnellate di peso, per fini commerciali è vietata dal 1986 dalla Convenzione internazionale per la caccia alle balene, che fu istituita in seguito al rapido declino della popolazione. Per dare un’idea del disastro, il numero delle balenottere azzurre è stato ridotto dal mezzo milione dell’inizio del secolo scorso a poche decine di migliaia ai giorni nostri a causa dell’incontrollata caccia da parte dell’uomo. A dispetto della convenzione, Giappone, Norvegia e Islanda continuano la caccia, con circa 30.000 esemplari uccisi dalla sua entrata in vigore. Le scappatoie usate dai Paesi che continuano questa spudorata attività a dispetto delle regole internazionali sono diverse: il Giappone, subito dopo l’entrata in vigore della legge, iniziò un presunto programma di ricerca scientifica sulle balene, mentre l’Islanda ha ripreso la caccia per fini commerciali nel 2006, dopo aver aderito alla convenzione per alcuni anni.Secondo la compagnia islandese Hvalur hf, l’esemplare ucciso di recente è un ibrido tra una balenottera azzurra e quella pennata (anche quest’ultima protetta, anche se non a rischio di estinzione). Non sono dello stesso parere scienziati e attivisti, i quali sono certi si tratti di una balenottera azzurra. Purtroppo, la risposta potrebbe non venire mai. La compagnia islandese dovrebbe fornire esami del Dna degli esemplari uccisi, ma quello di pochi giorni fa è stato velocemente macellato e la sua carne mescolata con quella di altri esemplari, per poi essere venduto in Giappone, redendone impossibile l’identificazione. Spesso ci chiediamo se le balene, giganti buoni che popolano gli oceani della Terra da 50 milioni di anni, siano intelligenti. Piuttosto, dovremmo ridiscutere il concetto di intelligenza, e ascoltare il loro soave canto contrapponendolo all’insensata crudeltà dell’essere umano.