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 2018  luglio 18 Mercoledì calendario

Irama, così si cresce a talent e Guccini

«Sono in un bel vortice. Da una parte contentissimo, dall’altro esausto. Sto dando tutto alle persone. La chiave è il contatto. Voglio ringraziarle una ad una». Ha il fiatone Irama, sale e scende ininterrottamente da macchine e aerei, direzione instore e centri commerciali di tutta Italia, dopo aver vinto l’ultima edizione di Amici. Sosta stabilmente da sei settimane al vertice della classifica dei dischi più venduti con Plume, certificato doppio platino, come il singolo Nera, un video che ha totalizzato quasi 5 milioni di visualizzazioni in meno di una settimana. 
Il tour ha registrato il sold out in sole 24 ore: «Partirò dal Quirinetta di Roma il 24 e 25 novembre. Preferisco iniziare dai posti di media grandezza, perché ho solo 22 anni e i piedi per terra. È il mio primo tour e intendo offrire un bello spettacolo. Non l’ho ancora ideato, ma di sicuro chiacchiererò molto con il pubblico. Mi ha colpito il concerto dei Twenty One Pilots, vorrei fare qualcosa così originale». 
RODAGGIO
Palazzetti e teatri sono fissati per il 2019, dopo il rodaggio, con un ritorno capitolino l’8 marzo all’Atlantico. È stato un percorso all’inverso quello di Filippo Maria Fanti, nato a Carrara, cresciuto a Monza, un soprannome che è anagramma di Maria e significa ritmo in malese. Prima il Festival di Sanremo, «subito le montagne russe», poi il talent. Nel 2016, senza aver mai fatto un live, ha calcato il palco dell’Ariston fra le nuove proposte con il brano Cosa resterà, poi ha rotto il contratto con la Warner, ed è entrato alla corte di Maria De Filippi, dove in giuria ha ritrovato Ermal Meta (a Sanremo nella sua categoria): «Ha il successo che merita» e ha fatto pace con la vecchia etichetta discografica: «I rancori consumano e io non mi guardo indietro». L’incontro artistico che gli ha cambiato la vita però è stato con Francesco Guccini: «Anni fa feci ore di fila per farmi firmare un autografo ed è stato emozionante. Ascolto tanto hip hop ma sono cresciuto con i cantautori come lui e Fabrizio De André». Due nomi che la fabbrica dei talent non la approverebbero: «Ma i tempi sono cambiati e il talent serve. È superficiale chiedersi da quale canale proviene un artista. Secondo me è più importante chiedersi dove sta andando e cosa sta raccontando. Giudicare da dove arrivi, nella vita come in musica, è sbagliato. Certo De André e Guccini erano colti, ma io sono un tipo curioso, voglio crescere e arricchirmi. Ho davvero tanto da imparare». 
Le ragazzine impazziscono per lui e per i suoi orecchini a piuma, simbolo su cui è costruito l’intero merchandising (canottiere, cappelli, fascette). Quanto conta la bellezza nel suo successo? «Conta di più la personalità». Se qualcuno volesse arruolarlo nel cinema, accetterebbe volentieri un ruolo alla Trainspotting o alla Fight Club. Il duetto dei sogni invece è con il belga Stromae. 
AVVENTURE
Con i compagni di programma è rimasto in contatto: «Abbiamo un bagaglio comune importante e spero di condividere altre avventure. Maria poi, la ammiro moltissimo. Ha il coraggio di dire la verità e di esigerla. Non è che io raccontassi bugie, ma ero un tipo molto chiuso. Devo a lei la mia trasformazione caratteriale. Mi chiamava Paranoia perché sono cervellotico, e mi ha fatto capire che spesso è meglio pensare di meno». Il coppone di Amici troneggia nella sua stanza: «Ogni tanto lo guardo e rido per quanto è grande. Non sono quasi mai a casa ma quando entro in camera, c’è solo quello e il letto». 
Il precedente idolo della trasmissione, Riki, tempo fa è crollato per lo stress. Irama non se ne preoccupa: «Mi sto accorgendo dei pro e dei contro della fama, ma la fatica vale la pena. Oltre alla musica non c’è altro nella mia vita e non la mollerò».