la Repubblica, 17 luglio 2018
L’altra squadra di Cristiano Ronaldo, in famiglia un ruolo per tutti
Le persone che gli sono più vicine ti sorridono accondiscendenti, quando chiedi di lui, ma basta usare la parola “famiglia” per sentirli gelare: “No, sui fratelli, sulla mamma, non posso dire nulla”. A Torino è sbarcato il circo Ronaldo, che non è solo il mito Cristiano, ma un carrozzone di persone che non lo lasciano solo mai o quasi, nemmeno in vacanza. Dietro il robot bulimico di trofei si muove un “clan” affiatatissimo, composto solo da persone di estrema fiducia: molti erano lì, in prima fila davanti a lui mentre si presentava al calcio italiano, ad applaudire, a sostenerlo. Della fidanzata Georgina si sa ben oltre quello che mostrano le foto glamour, come del piccolo Cristiano Ronaldo junior, il figlio che cresce a sua immagine e somiglianza. Degli altri, meno. Al fianco di Cristiano c’è regolarmente un’ombra, quella di Ricardo Regufe: a Madrid aveva casa accanto a lui e già hanno lasciato intendere che a Torino, una volta che Cristiano avrà scelto tra La Mandria e la collina torinese una casa grande abbastanza da accogliere tutti, farà lo stesso. Del campione è amico/ confidente ma anche il braccio destro per tutto ciò che non riguarda il campo: contratti di sponsorizzazione, affari, partnership, operazioni commerciali, come quella che lo porterà nei prossimi giorni una settimana in Cina (e difficilmente raggiungerà la squadra negli Usa), per promuovere il marchio Nike, per cui Ricky è marketing manager. Ovviamente, è lui a occuparsi anche dell’immagine social di Cristiano. Insieme al fratello Hugo Aveiro, che gestisce profili associati alle varie attività che portano il nome del fratellone: in ogni foto di Cristiano in vacanza, alla sua destra c’è Hugo. Ma all’ombra del fuoriclasse di Funchal vivono pure la sorella maggiore Elma e suo marito: lei si occupa della catena di negozi a marchio CR7, lui non cucina di professione, ma resta generalmente vicinissimo a Ronaldo per dargli una mano nel seguire l’alimentazione che si è autoimposto da anni a base di carne bianca e verdure. Saranno spesso in Italia, come l’altra sorella, Liliana Katia, con cui i rapporti non sono sempre stati idilliaci, ma che è tornata a pieno titolo nel clan. Persino il museo di CR7 ha un uomo di fiducia scelto personalmente da Cristiano: Miguel Paixao, suo ex compagno di squadra nello Sporting. Suggerì lui l’idea di un museo itinerante, “perché chi viene mai a Madeira?”, e i due sono inseparabili dal ’ 97: a Madrid lo raggiungeva frequentemente e promette di far lo stesso a Torino. Come Jorge Mendes, il potentissimo procuratore che larga parte della propria fortuna deve proprio all’aver colto, accompagnato e alimentato la carriera di Ronaldo: delegati di Mendes, nella casa torinese, si vedranno spesso. Ma CR7 è un affare anche per la nazionale portoghese: non a caso gli ha dedicato un consulente speciale, Onofre Costa, che vive in Portogallo ma si sposta per confrontarsi con lui.
Il centro nevralgico della vita di Ronaldo è però un altro: mamma Dolores. Le sorrideva mentre in prima fila applaudiva le sue prime parole da juventino. La sorpresa è che lei, in Italia, non vivrà: «Tornerò nella mia terra, a Madeira ho aperto un ristorante, ma verrò a trovarlo appena posso». Tempo fa disse che lo avrebbe voluto rivedere a Manchester perché solo lì era stato davvero felice: «Ma ora è alla Juve e a me va bene lo stesso, perché da mamma so che è ciò che voleva. Tutto quello che fa felice Cristiano fa felice me». Anche per questo forse, prima di salutare la platea, quella maglia – la sua prima della Juventus – l’ha lanciata a lei.