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 2018  luglio 17 Martedì calendario

Il primo bagnino cinese in Riviera

Troppo comodo lavorare nei ristoranti di mamma e papà. Dopotutto la disciplina si impara da giovanissimi e, come da tradizione di un popolo laborioso, anche lui ha voluto provare a nuotare da solo. Valentino Chen, classe 2000, è il primo bagnino di origine cinese diplomato alla Società di Salvamento di Genova. A spingerlo sono stati i genitori – titolari di due ristoranti, uno a Pietra Ligure e l’altro ad Albenga – che dopo averlo svezzato tra i tavoli del loro locale, lo hanno invitato a spiccare il volo. «In particolare mia mamma, mi ha detto che era ora di prendere ordini da qualcuno che non avesse un occhio di riguardo per me! Ed eccomi qui» dice lui. 
Nato a Savona 18 anni fa, Valentino è cinese di seconda generazione e il primo baywatch orientale della Riviera. Studia ragioneria all’istituto Falcone di Loano e, da questa estate, ha cercato la propria strada iscrivendosi ai corsi che si tengono presso la sezione di Borghetto Santo Spirito della Società di salvamento genovese. «Ho qualche amico bagnino e ho deciso di provarci – racconta –. Dopotutto, dopo il diktat di mia mamma, ho dovuto darmi da fare». Un’educazione rigida la sua: «Sono nato qui, ma l’influenza delle mie origini si fa sentire – sottolinea –. I miei genitori sono seri e grandi lavoratori: hanno una mentalità e un modo di comportarsi molto “cinese” insomma». 
La storia 
La famiglia Chen si è trasferita in Liguria negli Anni Novanta e ha lavorato prima nei mercati, con il proprio bancone, e poi ha aperto due attività: il «Giardino d’Oriente» a Pietra Ligure e il «One» ad Albenga. Valentino e i suoi due fratelli sono nati qui, ma in casa si parla solo cinese: «Lo so solo parlare, ma non scrivere – ammette il ragazzo –. Per i miei è stata dura, sono venuti in Italia senza avere niente e senza sapere la lingua: l’hanno imparata qui».I tre mesi di corso per diventare bagnino sono stati intensi: «Dai miei genitori ho imparato a impegnarmi nelle cose che faccio – dice Valentino –. Mi hanno sempre lasciato molta libertà, ma raccomandandomi di avere la testa sulle spalle». Un figlio ben lontano dal prototipo italiano di mammone: «Per carità: anzi, mia mamma mi ha sempre invitato a lasciare il nido – sorride il neo-bagnino –. Vuole che impari a guadagnarmi da vivere da solo prima possibile». Da adesso potrà farlo tra sdraio e ombrelloni: «È stato un allievo molto collaborativo e molto serio» interviene il direttore della sezione borghettina, Daniele Alberigo. Il sogno però è un altro: «Vorrei fare il calciatore: gioco nel Pietra Ligure come centrocampista. Se non dovessi farcela, vorrei iscrivermi all’Università, alla Facoltà di Economia e Commercio. E chissà, se i miei me lo consentiranno, gestire i ristoranti di famiglia».