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 2018  luglio 16 Lunedì calendario

Quei pellegrinaggi all’ultimo Blockbuster rimasto in America

«Da quando si è diffusa la voce che siamo rimasti solo noi, c’è molta confusione. La gente fa la fila per entrare». L’insegna gialla e blu con la scritta a caratteri cubitali è quella di sempre: ma passarne la soglia, ormai per molti equivale a un viaggio nel tempo. Perché da oggi quello di Bend, in Oregon, è l’ultimo Blockbuster ancora aperto d’America, dopo la chiusura, domenica, degli altri due negozi che ancora resistevano in Alaska e che ora metteranno all’asta il catalogo. «Vengono i turisti. E anche tanti nostalgici» racconta all’Associated Press la responsabile del negozio Sandi Harding. «Noi siamo intenzionati a resistere: e speriamo che duri».
E pensare che la catena di noleggio di videocassette nata nel 1994 e diventata in 10 anni la più famosa del mondo, al suo apice nel 2004 contava la bellezza di 9.094 negozi in 25 Paesi. Un colosso che si sentiva padrone del mondo: o almeno, del mondo dell’intrattenimento. E che credendosi immortale non ha prestato abbastanza attenzione all’innovazione tecnologica: ed è fallito nel 2010, travolto dalle piattaforme di streaming e dall’on demand di Netflix e compagnia. Ceduto nel 2010 a DishTv, ha resistito fino al 2013: quando invece è fallito. A resistere per un po’ solo chi dei locali col nome del franchising era proprietario. Almeno fino a ieri. In Italia i Blockbuster sono scomparsi nel 2012. Dopo quello di Bend, in America: ne resistono ancora cinque, in Australia.