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 2018  luglio 15 Domenica calendario

Dario Argento e Dylan Dog s’incontrano

Horror. Basta questa parola a evocare due giganti: il maestro del brivido del cinema italiano, Dario Argento, e l’indagatore dell’incubo, Dylan Dog, tra i più popolari e amati personaggi dei fumetti. Per la prima volta l’eroe d’inchiostro creato da Tiziano Sclavi vive un’avventura creata dal regista di pellicole di culto come Profondo rosso, Suspiria e Phenomena: l’appuntamento è in edicola sabato 28 luglio. 
Il numero speciale di «Dylan Dog», pubblicato da Sergio Bonelli editore e scritto da Dario Argento, non poteva che intitolarsi Profondo nero, strizzando l’occhio al film dell’autore e alla natura del personaggio. Completano l’albo da collezione i disegni di Corrado Roi, di grande forza espressiva, che combinano un tratto pulito con sfumature che danno l’idea quasi di un’ombra sporca. La copertina, firmata da Gigi Cavenago, è caratterizzata da un «effetto argentato» in omaggio al regista. La data di uscita, attesa come un evento dagli appassionati della serie e dai fan del regista, è il punto di arrivo di un percorso iniziato nel 2016, quando Stefano Piani, fumettista («pilastro» della scuderia Bonelli) e sceneggiatore di cinema e tv, ha proposto ad Argento di immaginare una storia per «Dylan Dog». 

La vicenda ha un prologo: Argento, che non è un lettore di fumetti ma che con Dylan Dog ha avuto da sempre una speciale sintonia, racconta di un incontro con Sclavi, schivo papà del personaggio oltre che grande ammiratore del regista. «È avvenuto – racconta il regista a “la Lettura” – tra gli anni Ottanta e i Novanta. Sclavi aveva espresso il desiderio di conoscermi. Ci siamo incontrati a Milano negli uffici della Bonelli; ho capito subito che Sclavi era una persona dolce, speciale». In precedenza Sclavi aveva firmato con lo pseudonimo Francesco Argento alcuni racconti polizieschi giovanili e aveva perfino inserito il cineasta tra i personaggi di uno dei primissimi numeri di «Dylan Dog», l’albo 5, Gli uccisori.
L’idea di un Dylan Dog marchiato Argento è stata accolta con entusiasmo all’unanimità: oltre che dal regista, dal curatore del fumetto Roberto Recchioni e dallo stesso Sclavi. Ne è nata una collaborazione da brividi. «Con Dario – racconta Piani a “la Lettura” – ci eravamo conosciuti per una serie horror di Mediaset, Tracce di paura, che però non è mai decollata. Poi mi ha chiesto di collaborare con lui alla sceneggiatura del suo Dracula». Dracula 3D, uscito nel 2012, è ad oggi l’ultimo film diretto da Dario Argento. «Abbiamo cominciato la lavorazione di Profondo nero – racconta Piani – buttando via un sacco di idee prima di trovare quella giusta. Alcune non ci convincevano fino in fondo, altre non erano abbastanza forti e originali». 
Una cosa era chiara: Dario Argento voleva che la storia avesse una connotazione thriller piuttosto che horror, che l’accento fosse su aspetti morbosi e romantici piuttosto che su elementi splatter come ci si potrebbe aspettare guardando certi suoi film. L’«idea giusta» alla fine è arrivata e ha a che fare con la tradizione inglese del whipping boy: una volta i figli delle famiglie reali e dell’alta nobiltà erano educati insieme a coetanei che non appartenevano allo stesso rango; i due bambini crescevano assieme e diventavano spesso anche migliori amici. Quando il giovane principe o il piccolo nobile commetteva un errore o trasgrediva alle regole il precettore, non potendo prendersela direttamente con lui, puniva il whipping boy, che così fungeva da capro espiatorio. Whip è la frusta e suggerisce quale fosse il tipo di castigo inflitto. Alla base della pratica, in uso dal Cinquecento ai primi del Settecento, c’era la convinzione che il vero colpevole, costretto ad assistere alla punizione d’un innocente, fosse motivato a comportarsi meglio. 
«Che assurdità!» commenta al riguardo Dylan Dog nel fumetto. Spiega Piani: «Grazie al tema del whipping boy la storia ha preso la piega che volevamo, diventando morbosa, dura, evocatrice di un contesto sadomaso di piacere, senso di colpa e punizioni». Il soggetto è di Argento che per scriverlo si è isolato da tutti. Mentre alla sceneggiatura ha lavorato a quattro mani con Piani, che aggiunge: «Abbiamo costruito una scaletta e diviso il lavoro a blocchi. Ci confrontavamo al telefono o vedendoci di persona».
La vicenda ruota attorno alla scomparsa di una giovane donna, la bellissima modella Beatrix, e si svolge a Londra e nei dintorni, in un castello; tra le location ci sono gallerie d’arte, ville signorili e anche i padiglioni di una fiera dedicata all’erotismo e alle fantasie sessuali più estreme, dal bondage (che prevede di legare il proprio partner) ai giochi di ruolo. Come consueto l’albo contiene rimandi e citazioni di libri, film, fenomeni sociali e culturali: in questo caso c’è, tra gli altri, un riferimento a Il codice da Vinci di Dan Brown. Un aspetto importante nella storia riveste poi un quadro del Cinquecentoche è il ritratto di una prostituta...

Profondo nero è un giallo classico con venature horror, aspetti legati al soprannaturale e suggestioni che appartengono all’immaginario di Argento. Tra gli stilemi tipici del suo cinema si ritrovano la messinscena del crimine, la presenza di un assassino con i guanti neri e l’uso della sala teatrale come luogo evocativo. Quest’ultimo aspetto ritorna anche nella copertina che mostra il protagonista attorniato da grandi maschere di animali.
E se risulta difficile stabilire la paternità dei singoli elementi del racconto, il tratto del regista è chiaramente riconoscibile nelle parti piu visionarie e oniriche e in quelle marcatamente horror. Insomma: è colpa di Dario Argento se il lettore ha talvolta paura di girare la pagina del fumetto perché teme di trovarsi faccia a faccia con l’assassino o, peggio, che dal buio bossa sbucare una mano guantata per accoltellarlo di sorpresa.
«Responsabilità» congiunta di Piani e Argento, invece, per le battute umoristiche e per i nonsense di Groucho Marx, personaggio immancabile del fumetto, nel ruolo di aiutante del detective nelle sue avventure. «In ogni numero la parte più difficile – spiega Piani – è inserire le sue assurde battute nel tessuto del racconto. In più, stavolta, si è aggiunta la tentazione irresistibile di far visitare a Groucho la fiera del sadomaso». E l’aiutante non si smentisce esordendo con questa freddura: «Conoscevo un masochista che ogni mattina appena sveglio amava bere una bella tazza di latte... per questo si faceva un caffè».
Infine, è lo stesso regista a fare un bilancio della sua prima esperienza da fumettista. «L’aspetto che più mi ha colpito – racconta Argento – è la leggerezza del fumetto rispetto al cinema. Girare un film è un’operazione complessa, ti prende un pezzo di vita, devi fare i conti con un sacco di cose: il budget, gli attori, i set e così via. Con il fumetto puoi permetterti il lusso di fare accadere tutto senza spendere nulla. La sensazione di totale libertà e di serenità che questo mezzo consente è rilassante».
Oltre al modello classico, Profondo nero in autunno uscirà in libreria in un’edizione deluxe cartonata, in grande formato, arricchita di contenuti speciali.