il Fatto Quotidiano, 14 luglio 2018
Ronaldo, boom Juve in Borsa. Chi lo sapeva e si è arricchito?
Una blitzkrieg perfetto. Cinque sedute di Borsa al cardiopalmo con il primo fuoco acceso mercoledì 4 luglio e poi letteralmente deflagrato fino a martedì 10 luglio quando in serata, finalmente, la Juventus ha annunciato ufficialmente l’acquisto di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid. In mezzo il silenzio, o meglio la ridda di rumors, indiscrezioni e soffiate sulla trattativa bollente per il campione portoghese. Un vuoto interrotto solo il 6 luglio con una precisazione del club che laconicamente affermava di stare valutando “diverse opportunità di mercato”. E in questo velocissimo exploit borsistico con il titolo schizzato in sole 5 sedute da 69 centesimi a 90 centesimi del picco del 10 luglio, che in valore vuol dire 210 milioni di euro sonanti, c’è qualcuno che ha fatto l’affare della vita e molti (i piccoli azionisti saliti sul carro all’ultimo momento) che si stanno già ora leccando le ferite.
Tra mercoledì e giovedì di questa settimana, ad affare CR7 chiuso, il titolo Juve è già sceso a 78 centesimi. Ma se questa dinamica nelle speculazioni di Borsa si vede spesso, è invece inusuale il tempismo e soprattutto il forte movimento sui volumi. A segnalare forse che non era qualche tifoso esagitato a scommettere sull’affare del secolo per il club torinese ma mani piuttosto esperte e pesanti, sono proprio i volumi scambiati. Fortissimi. Il 4 luglio il titolo Juve sale da 69 a 74 centesimi con ben 13,4 milioni di azioni scambiate, cinque volte i volumi della seduta precedente e 10 volte la media delle ultime 2 settimane. Poi il 5 il botto, con 39,7 milioni di azioni passate di mano. Si riparte alla grande già la mattina del 6 luglio. Finora tutto tace. Solo nel tardo pomeriggio arriva dalla società lo scarno comunicato (su richiesta Consob) delle diverse opzioni in campo. La seduta finisce con ben 60,6 milioni di pezzi scambiati e con il titolo volato a 88 centesimi. La frenesia non si placa e alla riapertura di lunedì 9 luglio girano di mano altri 39 milioni di titoli. La scorribanda si chiude finalmente il 10 luglio con l’annuncio ufficiale dell’acquisto del campione ex Real Madrid e di nuovo scambi in fibrillazione con 26,3 milioni di pezzi che hanno cambiato proprietario.
Visti così questi numeri possono dire poco. Ma in realtà sono numeri da grande speculazione. Sul mercato infatti liberamente scambiabili ci sono solo 262 milioni di azioni sul miliardo totale. Exor la finanziaria degli Agnelli infatti detiene saldamente il 63,8% del capitale e un 10% è storicamente in mano a Lindsell Train Ltd, un gestore di fondi londinese. Il flottante è quindi solo del 26,2%, un titolo cosiddetto sottile. E dove basta poco per farlo schizzare verso l’alto. Ma quel poco non possono averlo provocato i tifosi e i piccoli soci. Basti rivedere i volumi scambiati in quei giorni. Solo nelle tre sedute, prima dello scarno e vago comunicato della società passano di mano 113 milioni di titoli: il 43% delle azioni sul mercato. Un numero impressionante soprattutto alla luce del fatto che si trattava solo di rumors. Chi si metterebbe a rischiare così tanto solo su delle voci? Può il mercato dei piccoli investitori muoversi così coralmente come un sol uomo? Difficile, dati i volumi impressionanti in gioco. E ancora tra il 9 e il 10 luglio, quando solo a Borsa chiusa arriverà la notizia definitiva, girano altri 66 milioni di titoli. In totale nei 5 giorni del blitz lampo su Ronaldo viene scambiato il 68% delle azioni realmente disponibili. Due terzi del capitale flottante ha cambiato padrone.
Movimenti di tale portata indicano di solito che chi si è mosso con largo anticipo sapeva quel che faceva e contava sul fatto che i primi forti rialzi avrebbero catalizzato l’arrivo della massa dei piccoli soci. Cosa puntualmente avvenuta con un rialzo del 30% in 5 sedute e un valore di Borsa della Juve salito da 690 milioni a 900 milioni in un batter d’occhio. Con quelli che hanno acceso il fuoco che stanno facendo bingo, vendendo.
L’11 e il 12 luglio sono passati di mano 72 milioni di azioni più di un quarto del flottante con il titolo caduto del 14% per chi è entrato al picco del 10 luglio. Una grande scommessa giocata, apparentemente, al buio e vincente. Un movimento così imponente degli scambi indica di solito mani forti all’opera. Con la Consob che ha fatto il convitato di pietra. L’Authority dovrebbe intervenire da subito al primo strappo significativo con volumi così alti. Chiedendo conferme e arrivando, se lo strappo è violento e non giustificato, a sospendere il titolo. Ha atteso e si è accontentata di uno smilzo e vaghissimo comunicato. Lasciando i piccoli azionisti completamente al buio.