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 2018  luglio 13 Venerdì calendario

Audaci ed esotici: tra i petali i profumi delle belle di notte

I profumi dell’estate possono essere così carichi ed intensi da divenire a tratti piacevolmente conturbanti, ben diversi da quelli più pudichi e rarefatti dei mesi che precedono. I loro effluvi spesso dolcissimi e quasi speziati, resi ancor più forti dalle canicole e trasportati dalle brezze leggere della sera, parlano di terre lontane, di presenze esotiche e un po’ misteriose. Quasi a volerci ricordare che anche in giardino autoctonie esasperate e botaniche diffidenze sono degenerazioni figlie di questi tempi e lontanissime da quel clima cosmopolita e lungimirante che in passato ha fatto la fortuna nostra e dei nostri giardini. 
Certamente le vie del futuro non passeranno per inutili e anacronistici rigori, ma confermeranno ancora una volta l’assoluta normalità di scambi e convivenze tra piante provenienti dai quattro angoli del mondo... D’altronde come sarebbero più noiosi senza di loro i nostri giardini d’estate. Specialmente la notte, quando s’anima un mondo che in pochi conosciamo, fatto di fiori candidi e profumati che rifuggono la luce ed il caldo eccessivo, quintessenza dell’effimero. Piante che per chi non le conosce potrebbero anche avere qualcosa di inquietante, in questo loro risvegliarsi al buio per la gioia non soltanto delle falene e nel secernere molte volte umori che sono urticanti e velenosi. Uno dei profumi più audaci è quello del Cestrum nocturnum, chiamato comunemente dagli inglesi «Lady of the night». Nei giardini di mare o comunque in quelli caldi e riparati, dove può venire piantato in piena terra, sovrasta sul far della sera qualsiasi altro exploit, persino quelli già intensi ma tutto sommato più timidi del gelsomino. Tanto che alla lunga, se troppo vicini, può finire addirittura con lo stordire... Proviene dai Caraibi, Cuba ed Antille in testa, e gradisce terreni leggeri, sabbiosi e mediamente umidi: in queste condizioni si riproduce con grande facilità, tanto da essere definito come specie infestante in molti paesi tropicali. 
Da noi, per via del ben noto connubio caldo-secco, ha crescite più limitate ma pur sempre esuberanti e forma in poco tempo un grande arbusto con foglie lucide e sempreverdi ed estivi racemi di piccoli fiori bianchi e tubulari. È tossico in ogni sua parte, come lo è anche un’altra pianta con abitudini nottambule, la Datura stramonium, anch’essa una solanacea. Non per nulla Ippolito Pizzetti era solito definire questa famiglia come i Borgia del mondo vegetale... Originaria anche lei del Centro e Sud America, è ormai autoctona da noi e i suoi candidi tromboni profumati si schiudono durante i mesi caldi fino ad autunno inoltrato. Le dature gradiscono un terreno argilloso, una buona concimazione una volta l’anno ed abbondanti innaffiature primaverili ed estive (mentre d’inverno tollerano anche una completa siccità). Qui in Piemonte è meglio coltivarle in vaso, per ripararle in un luogo luminoso e protetto durante i mesi più freddi, proprio come andrebbe fatto per l’Ipomea alba, il vecchio Calonyction aculeatum che gli inglesi chiamano «moonflower», il fiore della luna. È un’altra pianta che vive nelle notti d’estate, quando si aprono i suoi grandi fiori bianchi, evanescenti e delicatamente profumati. Sbocciano al crepuscolo, tantissimi nel giro di pochi minuti: alle prime luci dell’alba i fiori sono già avvizziti, ma basta una giornata di sole perché altrettanti ne prendano il posto la sera successiva. Originaria del Messico è un rampicante veloce e vigoroso, che si appiglia a tutto quel che può, invadendo e soffocando senza farsi troppi problemi e con radici ingorde e dirompenti. Coltivarla in vaso, oltre che una necessità nei climi del nostro Nord, può essere una scelta consigliabile in qualsiasi giardino. 
E come non citare infine la Mirabilis jalapa, la comunissima «Bella di notte», che una volta tanto ha fiori sgargianti e colorati che vanno dal fucsia al giallo canarino e che si aprono al tramonto e profumano per tutta la notte. A dir la verità molto bella è anche la varietà a fiore bianco, che è però assai difficile da mantenere, perché la pianta rivela una vivace e «lunatica» variabilità. Proviene anche lei dall’America Centrale: evidentemente non è un caso che quattro su quattro siano piante originarie di quelle terre, la cui schietta e prorompente vitalità ben si accorda a fiori tanto vistosi e profumi così penetranti...