La Stampa, 13 luglio 2018
Il made in China low cost invade anche la rete
Lo schermo del cellulare s’illumina. Arriva una notifica. Dopo un minuto, ne arriva un’altra. Poi un’altra ancora. L’offerta del giorno è un due pezzi a 4 euro. C’è anche un anello con pietre colorate con l’80% di sconto, a soli due euro. Infine il cavatappi in promozione: è gratis; si paga solo la spedizione. Per accaparrarselo si hanno a disposizione dieci minuti. Non appena parte il conto alla rovescia ci si ritrova nel tunnel del «devo comprare tutto». Si accampano le scuse più disparate: è utile, ne ho bisogno, è un’occasione unica. Bastano pochi clic e appaiono come un miraggio: chincaglierie di ogni genere, a prezzi stracciati, tutte rigorosamente made in China. Sembra un sogno, ma non è altro che il favoloso mondo del low cost online, che in realtà poi tanto meraviglioso non è. Di affari da far luccicare gli occhi ce ne sono a dozzine e si trovano su siti come Wish o AliExpress, dove si acquista direttamente da venditori o produttori cinesi. Secondo masse di analisti rappresentano il futuro dello shopping. Per «Forbes», Wish da solo vale ben 8,5 miliardi di dollari, praticamente come le grandi catene Macy, J. Penney e Sears messe insieme.
La varietà di prodotti è infinita. Droni, giocattoli, bracciali, piatti, scarpe e altre cianfrusaglie varie. Scorrendo la bacheca saltano all’occhio smartwatch scontati da 156 euro a 8 (Iva esclusa) e sneakers a 3 (prezzo iniziale 85). È normale che il primo pensiero sia quello di mettere mano alla carta di credito. E che il secondo sia ripetersi di aver fatto l’acquisto del secolo: non è meglio comprare un costume su Wish invece di spendere di più per un modello fatto in Cina e importato da un’azienda statunitense? Il ragionamento sembra filare, ma in siti del genere le tutele per chi compra scarseggiano. Su AliExpress (che è di proprietà di Alibaba) c’è un’intera sezione dedicata ai «contenziosi».
Ogni prodotto, comunque, viene recensito con le solite stelline. Potreste perdere giornate intere a leggere le opinioni altrui pur di fare il colpaccio. Non scordatevi, però, le spese doganali, che vanno ad aggiungersi ai quei pochi spiccioli iniziali. E tra Iva, dazi e sdoganamento, il costo finale risulta ben più salato. Dunque, dov’è il risparmio?
Altra nota dolente: i tempi di consegna. Per stringere il vostro pacchetto tra le mani ci vorranno 30-40 giorni (senza intoppi). Nel caso il vostro ordine venga fermato alla dogana per dei controlli lasciate pure ogni speranza. Potreste attendere anche tre mesi.
C’è poi il problema delle taglie, da controllare per bene se non volete che la gonna entri a vostra figlia anziché a voi (le misure asiatiche sono più piccole). Come se non bastasse, può capitare anche che le merci arrivino dentro a confezioni a dir poco casalinghe: scarpe avvolte nel nastro adesivo e gingilli tecnologici senza le istruzioni in inglese.
Sulla qualità meglio sorvolare. E se guardando le foto di un abitino penserete di poter sembrare Bella Hadid, non è così. Un vestito da 5 euro non è un capo d’alta moda. In fondo, però, potrebbe andare peggio: non è raro ricevere un oggetto diverso da quello ordinato, rotto o non corrispondente alla descrizione. Ma allora, se proprio volete un bikini a 4 euro, correte nel negozio cinese sotto casa. Almeno, potrete indossarlo subito.