Il Sole 24 Ore, 11 luglio 2018
In morte di Carlo Benetton
Era il più giovane dei fratelli Benetton, e anche il più schivo, quello che ha dedicato la vita intera a due passioni: i filati e i terreni agricoli. Carlo Benetton si è spento ieri, a 74 anni, dopo una lunga malattia. Nato a dicembre del 1943, nel 1965 ha partecipato assieme a Gilberto, Luciano e Giuliana alla nascita dell’omonimo brand che ha reso la famiglia famosa in tutto il mondo e che, grazie al successo raggiunto, ha permesso alla dinastia di dare il via a quella diversificazione finanziaria che oggi vale ben di più della prima avventura imprenditoriale. Alla quale, però, Carlo è sempre rimasto fedele, sebbene impegnato dietro le quinte. Ha gestito fin da subito la produzione e ha tirato le fila degli investimenti nella vasta tenuta in Argentina, un territorio di circa 900 mila ettari dove, stando ai dati più recenti, pascolano oltre 100 mila pecore, capaci di fornire quasi il 10 per cento della lana pregiata con cui vengono realizzati i capi della casa d’abbigliamento. Carlo Benetton volava almeno quattro volte l’anno in Patagonia per controllare i terreni, alle volte andava anche con amici. E negli anni ha provato a gestire le rivendicazioni degli indiani mapuches, discendenti di chi abitava quelle terre, votati allo scontro duro e animati dall’unico obiettivo di riavere gli appezzamenti dei loro padri.
Viveva a Treviso dove lascia quattro figli. Tra questi Christian, oggi presidente di Olimpias, e poi Massimo e Andrea, arrivati dal primo matrimonio, mentre Leone, l’ultimo, è nato dall’incontro con la seconda moglie Mary Jo Spirito, di origine americana ma conosciuta in Italia mentre studiava medicina. A unire l’intera famiglia una grande passione per lo sport e ovviamente per la natura. E non poteva essere altrimenti considerato anche l’impegno profuso da Carlo Benetton come presidente della Maccarese, una delle più importanti società agricole italiane. Recentemente aveva inaugurato in una delle sue ultime uscite pubbliche, era il febbraio scorso, la Centrale del Latte nel Lazio. Giusto qualche mese fa peraltro, Edizione, la holding di famiglia, assieme a Edizione Property aveva messo in moto la macchina per raccogliere in un’unica realtà tutte le attività agricole. Il 28 maggio scorso è infatti è stata costituita Schemaquarantadue, veicolo nel quale sono poi state fatte confluire Maccarese, la Companìa de Tierras Sud Argentino e Ganadera Còndor. A dimostrazione che l’intenzione era quella di valorizzare un asset ritenuto cruciale almeno quanto le partecipazioni finanziarie, le infrastrutture o la ristorazione retail. Tutto per dar forma sempre più compiuta a un impero che vale in termini di net asset value oltre 11 miliardi dei quali il 13% proprio legato agli investimenti immobiliari e agricoli.
Di questo impero Carlo aveva il 25%. Tale è la quota che deteneva, come del resto ciascuno degli altri tre rami della famiglia, di Edizione, la cassaforte che racchiude tutte le partecipazioni dei Benetton. Ai quattro figli, dunque, andrà il 100% di Proposta, azionista con il 20% della holding di Ponzano Veneto, e il restante 5% detenuto direttamente.
Complice il ruolo giocato in Italia, è arrivato «sentito» il cordoglio del mondo agricolo, con Coldiretti e Confagricoltura che hanno espresso tutta la loro commozione per la scomparsa di «un grande imprenditore».