Libero, 8 luglio 2018
Roma, uno zoo a cielo aperto
“Roma caput mundi”, ossia capitale del mondo, dicevano i latini, riferendosi con questa espressione alla notevole estensione raggiunta dell’Impero romano di cui Roma era capitale e crocevia di popoli e di culture. La città eterna, che non ha perso nel corso dei millenni solennità e bellezza, oggi è diventata un coacervo di animali di ogni tipo, che stanno colonizzando l’area metropolitana esattamente come i romani secoli addietro occupavano altre terre estendendo il loro indiscusso dominio senza colpo ferire. Sarà forse perché, come vuole la leggenda, la città fu fondata verso la metà dell’VIII secolo a.C. da Romolo, svezzato insieme al gemello Remo da una lupa sulle sponde del Tevere?
LEGAME INDISSOLUBILE Il mito fa intuire che forte è il legame tra la città e gli animali, vincolo che è diventato prominente adesso più che mai, proprio con Virginia Raggi, che sarà ricordata ai posteri come il sindaco più animalista della storia, sebbene non sappiamo se le bestie che compongono questa bizzarra fattoria urbana siano felici di dimorare a così stretto contatto con uomini e macchine. Gli ultimi arrivati in città sono i tacchini, immortalati in tutta la loro bellezza mentre perlustrano le vie di Monteverde, dove qualche giorno fa si aggiravano in prossimità dei cassonetti dell’immondizia in cerca di qualcosa da spiluccare. I pennuti fotografati sarebbero due grassi esemplari dal piumaggio luce e in salute. La loro presenza costituisce un mistero: da dove provengono? Perché sono arrivati lì? Chi li ha condotti in quell’area? Sarà stato il passaparola? Beh, potrebbe anche essere. Fatto sta che, infastiditi dalla curiosità morbosa e perplessa dei cittadini, gli uccelloni ad un certo punto si sono allontanati un po’ stizziti dalla gente che continuava a scattare loro foto come fossero stati star di Hollywood in vacanza a Roma. «Insomma, non si può mai stare in pace!», avranno borbottato. Nonostante gli animali siano in esubero evidente, Raggi ha addirittura affidato la potatura del verde di diverse zone ad un esercito di 50mila pecore, ingaggiate dal Comune come tosaerba ecologici. Chissà cosa ne penserà il sindacato degli ovini? Non mancano poi i cinghiali, di cui vi abbiamo raccontato più di una volta, la cui presenza peraltro ha causato nel marzo del 2017 la morte di una quarantanovenne, travolto mentre viaggiava in scooter nella zona nord della capitale, dove questi mammiferi compongono una comunità popolosa. Del resto, i cinghiali sono stati avvistati e fotografati anche in pieno centro, così come in un quartiere storico della capitale, ossia a Tomba di Nerone, dove i residenti, inteneriti dalle mandrie, cercano di avvicinarli come si farebbe con cuccioli di cane e li foraggiano con ogni ben di Dio. Ormai i romani non si stupiscono più nel vedere queste bestie alle fermate dei mezzi pubblici (sempre in ritardo), nei cortili, nei parcheggi, nei condomini, ovunque. Copiosi anche i maiali domestici, i ratti, le vipere, i gabbiani, sempre più alti e pasciuti. Non di rado avvengono anche avvistamenti eccezionali, come quelli di un toro a Saxa Rubra, di una dolce capretta a largo Argentina, che è probabile viva da sola in centro, di un gruppo di cavalli che hanno seminato il panico sulla Nomentana. In quel caso però i puledri erano fuggiti da un maneggio e sono stati ricondotti a casa dai vigili urbani. COME IN UNA FAVOLA E come in ogni favola che si rispetti, non possono mancare le volpi, avvistate già qualche anno fa (in particolare tra aprile e maggio del 2015 nella zona nord) a zonzo per la metropoli. Ad attirarle, come ipotizzano alcuni scienziati, è la presenza dei rifiuti. Nell’ottobre del 2016 un gruppo di volpi si è rifugiato in un confortevole istituto scolastico del Parco degli Acquedotti, a Cinecittà, rendendo impraticabile l’area giochi, dove le tenere canaglie avevano scavato tane e nidi al fine di dare alla luce i loro volpacchiotti. Negli stessi dì una signora del quartiere Testaccio si è imbattuta in una volpe addirittura nel suo appartamento, sito al quarto piano. L’esemplare dormiva in un angolo, sdraiato su una coperta, ed è stato appurato che si trovava lì già da diversi giorni. I condomini ancora si chiedono se la bestiola abbia preso l’ascensore o abbia preferito le scale.