Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  giugno 30 Sabato calendario

Lo storico gruppo farmaceutico Recordati passa agli inglesi di Cvc per 3 miliardi


Il fondo britannico Cvc Capital rileva la maggioranza dello storico gruppo farmaceutico milanese Recordati. 
Passa di mano la quota di controllo, pacchetto della famiglia nella holding Fimei valorizzato circa 3 miliardi di euro (2,3 miliardi al closing e 750 milioni in strumenti finanziari di debito subordinati di lungo termine) sulla base di un prezzo per azione a 28 euro: con successiva Opa totalitaria rivolta a tutti gli azionisti di minoranza (ora i titoli quotano a 34 euro dopo la crescita degli ultimi mesi). Lo storico marchio farmaceutico, produttrice dello Zanedip, diventa dunque inglese, la nazionalità del private equity internazionale Cvc, uno tra i più attivi operatori finanziari del mercato italiano.
Cvc prevede che, dopo la chiusura dell’operazione, Recordati resti quotata in Borsa. Il fondo, guidato in Italia da Giampiero Mazza, consentirà ad Andrea Recordati di reinvestire nel gruppo. Non investiranno invece in modo diretto gli altri membri della famiglia, anche se il pagamento differito consentirà di partecipare alla crescita futura.
Dopo la scomparsa di Giovanni Recordati, l’azienda era infatti controllata fino ad oggi con quote partitetiche da Hillary Recordati (vedova dell’ex-Ad), da Alberto, presidente, Cristina e Andrea Recordati che dall’agosto 2016 esercita tutte le deleghe. 
L’azienda vale attualmente in Borsa circa 7 miliardi di euro. Il prezzo ha raggiunto i suoi massimi a inizio novembre a 40,46 euro, quando il gruppo capitalizzava quasi 8,5 miliardi di euro. Sui corsi azionari hanno influito in modo elevato le speculazioni degli ultimi mesi.
Il gruppo milanese ha chiuso il primo trimestre 2018 con 366,5 milioni di euro di ricavi, un ebitda di 134,4 milioni e un debito finanziario netto di 484,6 milioni. Il gruppo aveva invece chiuso il 2017 con 1,288 miliardi di euro di ricavi (+11,6%), un ebitda di 454,7 milioni (+22,5%) e un utile netto di 288,8 milioni (+21,6%).
Recordati ha un track record di crescita invidiabile e negli ultimi 5 anni: le vendite sono salite organicamente del 5% a livello di Cagr con un ulteriore 5% ottenuto dalle acquisizioni. 
Fondata nel 1926, Recordati raggiunse la svolta industriale nel primo dopoguerra. Al fondatore, Giovanni Recordati, che aveva trasformato una piccola bottega in un’azienda, succedette Arrigo, capoazienda dal 1953, artefice dello sviluppo e della quotazione in Piazza Affari, aprendo anche le porte del capitale all’Eni e trasformando il gruppo in una multinazionale tascabile. 
Arrigo era entrato in azienda a 23 anni, a causa dell’improvvisa malattia del padre Giovanni, e aveva coinvolto il primogenito, chiamato sempre Giovanni in ricordo del nonno. Quest’ultimo prese in mano l’azienda, diventando amministratore delegato dal 1990 al 2016, fino alla sua scomparsa quando le deleghe sono andate al fratello minore Andrea. Dopo l’operazione di Cvc quest’ultimo, in accordo con il fondo, continuerà a guidare l’azienda e il suo management come amministratore delegato.  
Ora i riflettori sono puntati sulle mosse del fondo Cvc, guidato in Italia da Giampiero Mazza, che ha già una grande esperienza nel settore farmaceutico, visto che in Italia ha rilevato Doc Generici da Charterhouse. 
I finanziamenti per la transazione, a favore del veicolo acquirente e non della società operativa, saranno erogati da Deutsche Bank, Credit Suisse, Jefferies e Unicredit. Il consorzio guidato da Cvc, include inoltre anche Psp Investments e StepStone.
La famiglia Recordati, riunita nella holding Fimei, è stata assistita dai consulenti finanziari di Jefferies e dagli avvocati di Pedersoli, mentre Cvc da Rothschild e Leopoldo Zambeletti, sul lato finanziario, e dagli studi Facchini e Rossi, White & Case e dall’avvocato Bruno Gattai, dello studio Gattai Minoli Agostinelli, che già aveva assistito Cvc nell’acquisizione di Doc Generici. Chiomenti, Lombardi Segni, Mariconda e Associati e Toffoletto De Luca Tamajo sono stati consulenti dei singoli azionisti