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 2018  giugno 14 Giovedì calendario

Il quartiere a luci rosse di Amburgo vuole diventare patrimonio Unesco

È uno dei più grandi e antichi quartieri a luci rosse del mondo e presto potrebbe diventare patrimonio culturale universale. Questo almeno è l’obbiettivo di un’iniziativa lanciata dall’associazione dei commercianti, insieme agli abitanti e ad alcune associazioni del celebre quartiere portuale di St. Pauli ad Amburgo. Quella compresa tra il Fischmarkt (Mercato del pesce), Hafenstrasse e la Reeperbahn non è mai stata una delle zone più chic ed eleganti della metropoli anseatica, ma sicuramente quella più variopinta e tollerante. Con 500 birrerie, 6 teatri di varietà, 24 topless-bar, un’ottantina di bordelli, 4 musei erotici, due dozzine di sexy shop e 19 discoteche, St, Pauli è il più celebre divertimentificio della Germania e una sorta di campo giochi per grandi: marinai, senzatetto, turisti, studenti, occupanti di case ormai in pensione, tifosi dell’omonima squadra di calcio di serie B e semplici impiegati (e impiegate) di banca al di sopra di ogni sospetto che il fine settimana vengono qua per prendere una boccata d’aria e di trasgressione, seduzione, alcol e – perché no – di sesso a pagamento. «Ma la magia, il libertinaggio e lo spirito anarchico e piccante del quartiere sono in pericolo», ci racconta la manager di quartiere e co-promotrice dell’iniziativa per inserire St. Pauli nella lista dei patrimoni culturali immateriali dell’Unesco Julia Staron. La peste della gentrificazione e yuppiezzazione ha finito per infettare anche questo malfamato ma divertente quartiere portuale, il «quartiere forse meno tedesco e ordinato di tutta la Germania» come lo descrive sentimentalmente Julia Staron. Scopo della sua iniziativa all’Unesco è quello di bloccare il drammatico processo speculativo che sta investendo l’intera zona al più tardi dopo l’apertura l’anno scorso della nuova sede della sala concerti dei Filarmonici – la Elbphilharmonie e dei tanti teatri tenda che ospitano gli spettacoli Musical di casa Disney e che attraggono famiglie, bambini e gente «perbene». In questo caso a rischiare l’estinzione sono i postriboli, le prostitute, i club privèe gay, gli studi sadomaso, ma anche le storiche botteghe di tatuaggio frequentate un tempo dai marinai e oggi dagli adolescenti, le bettole da due soldi e anche la storica quanto leggendaria stazione di polizia lungo la Reeperbahn, domicilio involontario di ubriaconi, attaccabrighe, punk o immigrati clandestini sorpresi sul fatto da agenti sì severi, ma amichevolmente quasi consenzienti.