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 2018  giugno 14 Giovedì calendario

J-Ax prof contro il bullismo: “Lo hanno fatto anche a me”

ROMA È stata una delle cose migliori della mia carriera» racconta J-Ax «quello con i ragazzi è stato un incontro autentico, un vero scambio. Tornare a scuola dopo quasi trent’anni è stata un’emozione. Ero andato per insegnare, invece ho imparato qualcosa io». Il rapper che riempie gli stadi, che con Fedez fa cantare tutti col tormentone Italiana, è tornato nella sua scuola, l’Istituto tecnico Molinari di Milano per Il supplente,sorprendente programma di Rai 2 (la puntata va in onda il 20, la stessa sera c’è anche Mentana prof al Virgilio di Roma; il 27 chiude la serie Flavio Insinna).
L’ex alunno Alessandro Aleotti si è trasformato in insegnante di informatica, con grande sorpresa dei ragazzi, che si aspettavano un supplente sconosciuto. Ma invece di una classica lezione il rapper ha parlato di bullismo, partendo dal geniale matematico Alan Turing, morto suicida perché condannato per la sua omosessualità. Poi si è messo in gioco, leggendo stralci della sua autobiografia, Imperfetta forma, raccontando dello studente J-Ax bullizzato. «Ancora oggi quando vedo un gruppo di ragazzi per strada ogni singola cellula del mio corpo mi dice di attraversare per mettermi in salvo, anche se ho 45 anni e ho l’affetto di milioni di fan… Ogni singolo insulto, ogni giorno passato a essere bullizzato è stata benzina per me. Il loro odio è stata la mia salvezza. Sarà anche un cliché ma il dolore è energia. Quando utilizzate questa energia negativa in maniera propositiva diventa creatività». Hasul che, in un’altra scuola, era stato vittima dei bulli, confessa di non averlo mai detto ai genitori.
«Quando andavo al Molinari» ricorda J-Ax « i ripetenti della classe, che erano più grossi degli altri, misero la loro prestanza fisica al servizio di chi era più debole. Io ho sempre puntato a essere il clown della classe.
Siccome non riuscivo a essere un maschio alfa ho cercato di buttarla sulla simpatia». È a suo agio con gli studenti, che lo ascoltano e lo criticano: «Le prime cose che facevi erano meglio di Maria Salvador » gli dice un ragazzo. E lui ride: «Sono già invecchiato». Li interroga, cantano insieme. «È vero, si continuano a bullizzare le persone per il peso o perché vengono da un altro paese» racconta J-Ax «ma quella classe è uno specchio dell’Italia che vorrei, fatta di persone che convivono e trovano una ricchezza nella diversità. Mi è sembrato bellissimo».
Il governo sembra andare in un’altra direzione. «Tutto molto triste e temo sia solo l’inizio». Poi mostra il video in cui il giovanissimo Keaton, che ha avuto un tumore, viene bullizzato: piange mentre denuncia le violenze subite.
«Cosa provate vedendolo?» chiede. Una ragazza si commuove, un’altra dice che «quel ragazzino ha mostrato una grande forza, perché mostrare la propria fragilità vuol dire essere coraggiosi».
Quando entra la professoressa, che lo fa tornare alunno e legge i giudizi del J-Ax studente («Mi sono diplomato con 37 sessantesimi, poco più di un calcio in c...»), la classe ride.
«Come studente ha avuto 37, ma come professore 100 glielo diamo». La tv costruisce, ma J-Ax confessa di essere rimasto colpito «perché nel Supplente è tutto vero, quello che è accaduto va in onda. Gli autori e la produzione sono stati grandi, hanno rispettato la verità».
Farebbe il supplente nella vita?
«Punterei a fare il professore di ruolo».