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 2018  giugno 13 Mercoledì calendario

Così Olivetti ha bloccato Casaleggio

Non si sa chi vincerà le elezioni comunali a Ivrea, al ballottaggio del 24 giugno. È certo invece il nome di chi le ha perdute: Davide Casaleggio. Domenica scorsa in poche ore è crollata la narrazione politica costruita in due anni dal figlio di Gianroberto, il tentativo di cavalcare la cultura olivettiana, il capitalismo dal volto umano di Camillo e Adriano che segnò la storia dell’industria italiana degli anni Sessanta. Così per due anni Ivrea, l’antica sede della Olivetti, è stata trasformata nella Mecca del grillismo.
Convegni e comizi nella sala H e nella sala dei 2000, luoghi divenuti simbolici nell’azienda dell’innovazione italiana per antonomasia. Che cosa c’entrasse il masaniellismo ribellista di Luigi Di Maio con le riflessioni sul capitalismo consegnate da Adriano Olivetti alle edizioni Comunità, è sempre sfuggito ai più. Ma lì per lì nessuno se n’è curato. Davide Casaleggio ha prima accarezzato l’idea di candidarsi a sindaco poi ha scelto una soluzione più defilata indicando personalmente (anche contro il parere dei grillini locali) il nome di Massimo Fresc, titolare di un agriturismo ma non particolarmente noto in città. A portarlo al ballottaggio avrebbero dovuto pensarci il vento grillino che soffia sulla Penisola, l’opa sulla tradizione olivettiana e la costante presenza a Ivrea dei big del Movimento, da Grillo a Di Maio alla sindaca di Torino Appendino. Quale sorpresa dunque domenica sera quando tanto apparato ha fatto flop consegnando al M5S un misero 13,7 per cento, al quarto posto dietro i candidati di centrosinistra, centrodestra e un gruppo di liste civiche che hanno raccolto il 18,1 per cento. Ivrea volta le spalle agli Olivetti?
«Ma no. La cultura olivettiana è profondamente radicata in città. Fin troppo», scherza il candidato di centrodestra Stefano Sertoli sottolineando che solitamente chi apprezza quella cultura industriale vota a sinistra. Come Sertoli, anche Maurizio Perinetti, il candidato di centrosinistra che lo sfiderà tra dieci giorni, pensa che «la cultura olivettiana vada rispettata e rinnovata adattandola all’oggi». Perché dunque è fallita l’opa di Davide Casaleggio? Davide Olivetti, nipote dello zio Adriano e del nonno Camillo, prova a spiegare: «Ho partecipato per curiosità agli appuntamenti della Casaleggio. Discussione interessante, tanti big ma abitanti di Ivrea nel pubblico molto pochi. E poi, posso confessarle? Quando hanno cominciato la convention della Casaleggio nella sala dei 2000 davanti al busto di mio nonno Camillo..beh mi ha rotto un po’ le scatole».