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 2018  giugno 13 Mercoledì calendario

Saragat bancario

Non solamente Luigi Einaudi e Carlo Azeglio Ciampi devono essere ricordati come presidenti della Repubblica con un trascorso da banchieri. Con un percorso in piccola parte analogo è arrivato a ricoprire l’ufficio più alto della Repubblica anche Giuseppe Saragat, quinto presidente della storia di cui ricorre in questi giorni il trentennale della scomparsa (il suo settennato si aprì il 29 dicembre 1964 e si chiuse il 29 dicembre 1971). E sul Saragat “banchiere” è tornato il presidente dell’Abi AntonioPatuelli in occasione del trentennale della sua scomparsa. 
Il primo politico socialista a diventare presidente, annota Patuelli, «nacque a Torino nel 1898, fu volontario nella prima guerra mondiale, si laureò in Scienze economiche e commerciali e fu assunto nel 1920 alla Banca Commerciale Italiana a Torino, dove lavorò prima all’Ufficio “saldaconti”, poi all’ufficio Titoli e al portafoglio estero, come emerge anche dall’Archivio storico di Banca Intesa San Paolo». 
Nel giugno 1926 Saragat si trasferì a Milano all’Ufficio Studi della Direzione generale della Banca Commerciale, un ufficio che poi lasciò nel mese di novembre per espatriare come esule in Austria per sfuggire alla dittatura. Anche nel periodo dell’esilio il suo lavoro proseguì in banca. Prima all’Arbeiterbank, poi alla Merkur Bank ed infine al Kreditanstalt. Lasciata l’Austria – prosegue il ricordo di Patuelli – «Saragat si trasferì a Parigi (allora capitale dei fuorusciti antifascisti) dove, sempre da esule, lavorò alla Banque des Cooperatives de France. Quindi seguirono gli anni della seconda guerra mondiale e l’impegno nella Resistenza e poi nelle Istituzioni, a cominciare dalla Presidenza dell’Assemblea Costituente». Insomma, non un percorso da banchiere centrale ma una lunga, intensa immersione in esperienze bancarie che, ricorda ancora il presidente Abi, «portano a “fare i conti”, al ragionamento, al realismo e alla concretezza».