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 2018  giugno 12 Martedì calendario

Il cordone tutto d’oro

Gel per trattare piaghe da decubito o piede diabetico, ma anche colliri, contro occhio secco o perfino il glaucoma. Il sangue del cordone ombelicale trova nuove applicazioni e alimenta la ricerca in tutto il mondo. Prelevato subito dopo il parto dalla struttura che per nove mesi ha collegato il feto alla placenta della mamma, nasconde ingredienti preziosi. Cellule staminali, ma non solo. A oggi, però, l’utilizzo di quei campioni, circa 40 mila unità raccolte nelle 18 banche attive sul territorio nazionale, è limitato: «Delle 11500 unità raccolte nel 2017, solo il 7% è stato effettivamente depositato nelle banche – racconta Giancarlo Maria Liumbruno, direttore del Centro Nazionale Sangue – perché non tutti questi campioni hanno le caratteristiche necessarie». E di questo 7%, solo 29 campioni sono poi stati resi disponibili per quelle che da anni sono pratiche consolidate per le staminali ematopoietiche contenute nel sangue cordonale: trapianti nel caso di leucemie, linfomi, anemie o talassemia. La speranza però è che anche le unità non idonee per i trapianti possano essere comunque sfruttate. Tra le applicazioni più avanzate oggi ci sono quelle relative al gel piastrinico, da impiegare per il trattamento di mucositi post- chemioterapia, piede diabetico, piaghe da decubito e in alcuni casi anche contro le lesioni dell’epidermolisi bollosa. Il gel è ottenuto da piastrine separate dal sangue cordonale e quindi impiegato ad uso topico: uno dei progetti di punta del Policlinico di Milano.
Le ricerche contro ulcere e lesioni della pelle non sono però le uniche che vedono protagonisti i derivati da sangue cordonale. A partire dal plasma, la parte liquida, possono essere estratti infatti dei fattori di crescita da impiegare anche contro il trattamento dell’occhio secco, e dal Sant’Orsola di Bologna, solo pochi mesi fa, arrivava la notizia di un brevetto per un collirio ottenuto dal sangue cordonale in fase di studio contro il glaucoma.
La novità non è però il sangue in sé: le stesse applicazioni sarebbero possibili anche con derivati da sangue adulto, ma quello cordonale, spiegano gli esperti, ha livelli più elevati di fattori di crescita e contiene, in teoria, meno agenti virali. L’ipotesi dunque è che il sangue cordonale sia più sicuro, anche per una minor concentrazione di citochine infiammatorie che invece possono essere presenti nel sangue dell’adulto.
Per capire però se i vantaggi del sangue cordonale si traducano davvero in una maggiore efficacia rispetto all’uso di derivati da sangue adulto, serviranno ancora studi. Ed è a questo che mira anche il neonato progetto Nupla, che vede il Centro Nazionale Sangue a fianco di Meditalia, per dimostrare che gli ingredienti preziosi del sangue cordonale funzionano, ma anche per capire come inquadrare dal punto di vista normativo l’utilizzo di questi prodotti biologici.