la Repubblica, 12 giugno 2018
La tv vintage che fa ascolti
Il simbolo arriva dopo il Tg1 e si chiama Techetechetè. Ovvero in tv è estate davvero. Come ogni anno, il programma carbura lento, poi va a imporsi su percentuali super: perché pian piano il pubblico già anzianotto di stagione se ne accorge e se sfoderi Corrado o un Proietti d’annata te lo conquisti tutto, o quasi – per non dire di ieri sera: speciale Orietta Berti comprensivo di Alighiero Noschese che imita Orietta Berti. La stagione normale è finita, si va con quello che c’è e tutto, più del solito, si rivolge al passato. L’altra sera Raiuno ha avuto un successone lanciando la prima puntata di un programma musicale basato sui Jalisse – quelli di un mitico Sanremo fine secolo – e giudicati da colleghi vip musicali tutti assestati oltre i 60 d’età. La concorrenza?
Rete4 ha varato una docufiction che se fosse stata su Al Bano avrebbe avuto un piglio forse troppo giovanile e quindi era imperniata sulla mamma di Al Bano. Ieri sera è peraltro finito Amici, che essendo un programma per giovani poi si vanta della percentuale di giovani medesimi alla tv: ovvero il 37% di quelli che guardano Amici sono giovani, gli altri lo sono meno – ma quelli di Amici se ne vantano giustamente, è un dato altissimo e che non trovi da nessun’altra parte. Intanto per l’autunno, una delle novità annunciate (e, questo il guaio, più attese) è una celebrazione di Raitre della Tv delle Ragazze, nel trentennale della prima edizione.
Non si può parlare di resa definitiva del piccolo schermo al vintage con annessa rassegnazione: in realtà è un lento, naturale declino – corroborato però dal fatto che intanto arrivano altri anziani, che lo diventano, e ci sarà un Techetechetè anche per loro. Da addetti ai lavori, la sorpresa maggiore che si riscontra parlando con gente comune è quando si rivela che l’età media del pubblico televisivo è vicina ai 60. L’età media. Ognuno faccia due conti. E non è solo questione di repliche, di programmi nuovi che non ci sono (ma se la gente non guarda la tv perché bisogna sprecare soldi e idee? è la risposta). È proprio un fatto di gradimento e di andare incontro al pubblico che c’è. L’impressione è che negli ultimi anni solo la moda del secondo schermo, ovvero lo smartphone per twittare in diretta sui programmi in onda, abbia tenuto molto pubblico medio, di età, davanti alla tv – peraltro si può twittare solo per programmi che guardano in tanti, non si può certo farlo per la serie Netflix che ognuno si sceglie: a quel punto se entri in tendenza finisce che sei giovane, al passo coi tempi e forse anche nello spirito del tempo, anche se hai 45-50 da spettatore e se da autore tv stai mandando i Jalisse. Fermo restando che se all’improvviso a Techetechetè, come ieri, compare Nando Gazzolo e tu pensi: oh, Nando Gazzolo, finisce che non solo hai davvero un’età ma in realtà sei pubblico di riferimento e tutti, in tv, vogliono soprattutto te. E i giovani? Boh, sì, forse: fanno, guardano, ascoltano altro e da questo, ormai, non si esce più.