Professore, il cambio di governo potrebbe influire sulle tracce, scelte sotto il dicastero di Valeria Fedeli, anche solo rispetto a temi caldi come l’immigrazione o l’Europa?
«La politica non entra nella Maturità, non è mai successo e difficilmente una traccia risente del colore politico del governo.
I commissari non si lasciano condizionare. E gli studenti devono preoccuparsi di fare un discorso sensato che mostri le loro capacità di saper guardare oltre».
Il toto-tema impazza. Negli ultimi dieci anni Montale è “uscito” tre volte, ma quello che più temono i maturandi è un autore fuori dal programma come fu per Caproni lo scorso anno, Eco l’anno prima e Magris nel 2013. Può dare qualche indicazione?
«Consiglierei di non inseguire questa caccia all’autore o all’argomento che potrebbe uscire: non ci si prende e non serve. Lo spirito della prova è verificare le capacità del candidato nel commentare un testo. Conta il senso critico e quello che si è imparato negli anni di scuola. La traccia suggerisce un percorso in cui si deve far valere la propria maturità intellettuale e padronanza linguistica».
Come prepararsi?
«Leggendo editoriali di giornali e riviste come Limes o Internazionale su temi ampi di geopolitica, questioni etiche e sociali. Non è mai accaduto che escano temi sull’attualità politica più stretta, ma si dia un’occhiata al mondo».
E come si affronta la prova scritta?
«Almeno la prima mezz’ora, prima di scegliere l’argomento e di mettersi a scrivere, va dedicata alla scaletta: serve a organizzare il discorso per punti. Altri venti minuti vanno tenuti alla fine per rileggere il testo. Questo per evitare errori ortografici, ma anche per vedere se funziona. Una buona tecnica è l’auto-riassunto mettendosi nei panni di un altro che lo legge: ha una logica il mio discorso, riesco a sintetizzare in un titolo ogni paragrafo? Infine, sarà banale, ma il tema va scritto in bella grafia e non in stampatello».
Ma come sarà il tema della Maturità 2019 secondo le linee guida che presenterete al nuovo ministro?
«Non proponiamo uno stravolgimento, ma solo che la prova serva a valutare di più la capacità di comprensione del testo suggerendo brani anche di prosa e non solo letterari. Altra indicazione è sugli autori: non solo del ‘900, ma dall’Unità d’Italia in avanti. Verga, per esempio. Infine si suggerisce di ridurre i documenti in appoggio al saggio argomentativo altrimenti i maturandi rischiano il collage di pezzi e scompare lo spirito critico».
Pensa che il ministro accoglierà i suggerimenti e che si continui il lavoro sul fronte dell’emergenza giovani che non sanno l’italiano?
«Auspico che ne tenga conto. E che continui lo sforzo nell’educazione linguistica dei ragazzi. Esprimersi e capire quello che si legge mette al riparo dalle fake news e dall’incapacità di distinguere tra propaganda e buona informazione.
La lingua ha a che fare con i diritti di cittadinanza»
Un augurio ai maturandi?
«L’ansia è fisiologica, l’esame è ancora un rito di passaggio: ma andrà bene. Piuttosto fate una scelta, per l’università o il lavoro, fondata sulle vostre propensioni».