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 2018  giugno 10 Domenica calendario

In morte di Gino Santercole

Difficile dire quanto la doppia parentela con Adriano Celentano abbia influito sulla carriera artistica di Gino Santercole, morto a 77 anni di infarto a Roma. Lui infatti era nipote del Molleggiato, con soli due anni di differenza – era nato a Milano nel 1940, da Rosa, sorella di Celentano – e molto più tardi divenne cognato di Adriano avendo sposato una sorella di Claudia Mori (Anna Moroni). Con Adriano lo univa la parentela, la giovinezza trascorsa in via Gluck, il mestiere di orologiaio e naturalmente l’appartenenza al Clan. 
Santercole aveva firmato brani importanti come Una carezza in un pugno (uscito come lato B, di Azzurro nel 1978) Svalutation e Straordinariamente (meno noto, ma il brano italiano preferito da Sophia Loren). Chitarrista con il gruppo dei Ribelli (nato come complesso di accompagnamento di Celentano), nel 1966 aveva cantato insieme allo zio anche a Sanremo Il ragazzo della via Gluk. Poi quando Adriano si buttò sul cinema, Santercole non fu da meno lavorando con registi come Germi, Risi, Montaldo.
Alla fine degli anni Settanta entrò in crisi depressiva e i rapporti con Celentano peggiorano. Una ventina d’anni di altalena, fino al 1999 quando il Molleggiato lo invitò in tv a Francamente me ne infischio e fecero pace. Tanto che ebbe un figlio chiamato non a caso Adriano. 
Tre anni fa Santercole sfidò l’oblio con un disco dal titolo Voglio essere me dove raccontava la sua vita in musica, senza compromessi, e affermava il diritto-dovere di un artista di essere sempre fedele a se stesso.