La Stampa, 26 maggio 2018
Migliaia di lettere al candidato premier
Ci sono le speranze, ci sono le preghiere. Ci sono le storie di vita: un concorso alle Poste da troppo tempo bloccato, la graduatoria delle case popolari che non avanza. C’è la parola auguri ripetuta più di diecimila volte in ventiquattr’ore. C’è l’evocazione dei nipotini, dei figli, «Voglio crederci per loro, non mi deluda», «Si vede che lei è una brava persona», «Grazie per essersi messo a disposizione». Lo hanno tante volte definito l’elettorato del rancore e dell’odio, ma a leggere l’onda di congratulazioni sul nuovo profilo Facebook del professore Giuseppe Conte, aperto dal 21 maggio, sembra tutt’altro: un popolo mite e talvolta disperato che si rivolge a un santo, a un guaritore, a Babbo Natale, raccontando aspettative e paure, con un univoco messaggio: «Sei la nostra ultima spiaggia».
Se è vero che i social sono la chiave per capire i tempi nuovi, i messaggi via web descrivono meglio di ogni altra cosa l’identità degli italiani che tiferanno Conte nei prossimi mesi. Mentre i leader e gli attivisti di prima fila continuano a evocare repulisti e Bastiglie, ruspe e gogne, nelle lettere a Conte emerge un altro mondo, accorato e mansueto, persino ingenuo nella sua miracolistica aspettativa di cambiamento. Sono rispettosi, intimiditi. Gli danno tutti del lei, sia quando raccontano della casa pignorata – «Perderò tutto, faccia un decreto», «Dormo sui divani degli amici» – sia quando si complimentano per il discorso, per l’eleganza, per l’espressione «avvocato degli italiani» che è piaciuta moltissimo. Magari è anche opera dello staff comunicazione dei Cinque Stelle, forse avranno cancellato i commenti più battaglieri, ma l’impressione è che il Paese che si affida al neo-premier sia proprio così: un’Italia smarrita, aggrappata all’idea che stavolta, finalmente, sia la volta buona.
Non sono solo grillini, non sono solo leghisti. Mario, che partecipa (figuriamoci) a incontri di Rifondazione Comunista: «Grazie del garbo, dell’equilibrio e anche dell’emozione che ha mostrato». Stefano, giovane informatico che esibisce foto di volontariato in Africa: «Faccia leggi per i bambini e per le donne». Rosanna, che ha un figlio disabile ed è devota di Santa Rita da Cascia: «Le mamme caregiver chiedono giustizia!». Tantissimi sottolineano la coincidenza tra l’anniversario della strage di Capaci e la data dell’incarico presidenziale, citano Falcone e Borsellino, concludono con «Viva l’Italia» e con l’emoticon della bandiera tricolore. Il campionario dei 17 milioni di italiani che sperano in Conte è molto meno minaccioso di quel che si immaginava, e sarà dura per le opposizioni demolire la solida
e un po’ disperata fiducia che traspare da ogni parola.
Poi, ci sono i numeri. In poche ore, senza alcun intervento in prima persona ma con tre soli post istituzionali, il nuovo profilo del professore è arrivato a quota centomila adesioni, superando di slancio Paolo Gentiloni, che pure è stato un premier molto apprezzato e condiviso dal web. È ancora presto per dire se sia solo la luce riflessa dei leader che lo hanno incoronato, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, oppure se stia nascendo una piccola stella, destinata a costruirsi un suo specifico e personale seguito al di là della narrazione che lo vuole elemento debole dell’accordo di governo.
Di certo il «premier sconosciuto» ha decollato meglio e più velocemente di quel che si credeva.