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 2018  maggio 26 Sabato calendario

Il Milan senza soldi

MILANO Non sarà il rifinanziamento del debito con Elliott ad alleggerire la posizione del Milan davanti alla Camera Giudicante di Nyon, prossima tappa della corsa a ostacoli rossonera con il fairplay finanziario Uefa dopo la bocciatura del settlement agreement. La prospettiva è sfumata ascoltando le parole dell’ad Marco Fassone: «Non ho informazioni tali da farmi ritenere che ci possa essere un’accelerazione a brevissimo», ha detto al termine della riunione del consiglio di amministrazione del Milan, la prima dopo il pesante verdetto europeo. Il Cda è durato poco più di un’ora. Paolo Scaroni è uscito piuttosto irritato: «Chiedete a Fassone», ha tagliato corto di fronte alle domande sull’andamento dell’aumento di capitale. La rata da 10 milioni è “in arrivo”. Ma entro fine giugno Yonghong Li dovrà versare altri 30 milioni. A quel punto mancheranno solo quattro mesi al gong dei 303 milioni prestati da Elliott. Dopo tante fughe in avanti, mai diventate realtà, svanisce la possibilità di portare in dote all’Uefa una scadenza meno impellente del rimborso di ottobre. Per ora restano insuperabili le perplessità di banche e fondi sulla parte di debito relativa a Yonghong Li ( 180 milioni) al centro di un intreccio di garanzie con società asiatiche che rendono difficile la rinegoziazione a lungo termine di una somma così ingente. Il Milan dovrà presentarsi a Nyon con altre armi per convincere i cinque commissari della Camera Giudicante a non imbracciare la sanzione più dura: l’esclusione dell’Europa League. Il timore della punizione estrema esiste. Fassone stessa la prende in considerazione pubblicamente: «Questa ulteriore tegola non influenzerà più di tanto il mercato. Avevamo pensato a 2-3 giocatori da inserire nei ruoli chiave. Con o senza Europa League avremo 20 milioni in più o in meno». In casa rossonera l’atmosfera non è delle migliori. Lo scenario più ottimistico è che l’Uefa abbia esaurito la sua dose di severità con il rinvio alla Camera Giudicante: un modo per non scendere a patti, ma chiudere la vicenda con una condanna effettiva. Ma non sarà facile: l’esclusione potrebbe essere accompagnata da una multa e altre sanzioni. Così l’ultimo appiglio diventa il Tas di Losanna che, in caso di appello, dovrà pronunciarsi entro il 30 giugno. La massima autorità giurisdizionale dello sport mondiale potrebbe mitigare la mazzata dell’Uefa. Il Milan non molla: «Stiamo studiando le ventidue pagine della decisione che ci ha negato il settlement – dice Fassone – abbiamo capito che la Uefa è preoccupato dallo scenario futuro, ha visto nubi e inaffidabilità. Invece ha preso meno in considerazione il conto economico, per questo cercheremo di mostrare certezza e sicurezza indipendentemente dalla scadenza di ottobre 2018. Proporremo argomenti nuovi». La nuova strategia difensiva potrebbe essere meno finanziaria e più giuridica, con una riflessione più approfondita sui limiti del fairplay finanziario. Davanti all’Uefa potrebbe non bastare. Percentuale più alta con il Tas di Losanna.