la Repubblica, 26 maggio 2018
Fcs ritira 4,8 milioni di macchine
La decisione presa in modo autonomo dal gruppo coinvolti i marchi Jeep, Dodge Chrysler e Ram Titolo penalizzato in Borsa, ma recupera nel finale TORINO Fca ha richiamato 4,8 milioni di auto dei marchi Jeep, Dodge, Chrysler e Ram per un difetto a un software che, «in un’eccezionale concatenazione di eventi» potrebbe disattivare il sistema di controllo automatico della velocità. «La scelta di richiamare le vetture – fanno osservare in Fca – è una decisione autonoma della società», cioè non è stata sollecitata dalle autorità Usa che controllano la sicurezza dei veicoli. Le stesse autorità ieri hanno comunque «caldamente invitato» gli automobilisti a «seguire le indicazioni» dell’azienda. Quello annunciato è certamente di grandi dimensioni ma non è il più grande richiamo nella storia dell’industria automobilistica. È infatti molto distante il record della Ford che nel 1980 richiamò ben 21 milioni di auto. Per dimensioni quello di ieri è il settimo richiamo della storia dell’auto. Tra i primi c’è il richiamo di Volkswagen che dopo lo scoppio del dieselgate ha detto di voler far tornare nelle officine 8,6 milioni di vetture. La scelta di Fca nasce dalla segnalazione di un cliente che ha notato anomalie nel sistema di controllo della velocità, una sorta di pilota automatico che mantiene la velocità costante. Sistema molto utilizzato sulle autostrade Usa, molto meno in Europa. I modelli coinvolti dal mega-richiamo Fca sono 15 e sono stati costruiti dal 2014 ad oggi. Tra questi vetture simbolo del brand Jeep come il Grand Cherokee e il Wrangler. Coinvolto anche il Ram 1500, uno del pick- up più venduti sul mercato Usa. Anche se gran parte dei richiami riguarda clienti americani, le lettere arriveranno in realtà ad acquirenti di tutto il mondo, Europa compresa. Le riparazioni in officina dovrebbero cominciare a luglio. Inizialmente le Borse hanno penalizzato il titolo del Lingotto. Poi in serata l’azione ha parzialmente recuperato chiudendo a Milano intorno alla parità. A far rientrare l’iniziale allarme di Piazza Affari due considerazioni. La prima è che il richiamo è su base volontaria. La seconda è che i veicoli coinvolti hanno percorso in questi anni circa 321 miliardi di chilometri senza che il software in questione abbia mai causato incidenti né, tantomeno, coinvolto persone. Quella di Fca sembrerebbe dunque una iniziativa precauzionale: «A prescindere dalle straordinarie circostanze che dovrebbero verificarsi prima che un consumatore incorra in un problema – ha detto in una dichiarazione Mark Chernoby, responsabile tecnico di Fca – stiamo adottando questa misura perché ci impegniamo pienamente per la sicurezza dei veicoli». La mossa della casa automobilistica arriva in un momento particolare, mentre le autorità Usa stanno discutendo con i legali dell’azienda l’entità delle multe che Torino dovrà pagare per non aver segnalato l’esistenza di alcuni dispositivi elettronici di controllo delle emissioni. Segnalazione non è prevista dalle leggi europee e al contrario contemplata da quelle Usa.