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 2018  maggio 26 Sabato calendario

Marion non si chiama più Le Pen

Dalla nostra corrispondente PARIGI Marion Maréchal Le Pen cambia nome a seconda delle stagioni della sua vita e della convenienza. Aveva aggiunto il riferimento al controverso nonno materno qualche anno fa, adesso ha deciso di cancellarlo. Non esiste già più sui suoi profili social e ha spiegato ai giornalisti che ha smesso di firmarsi sui documenti con il doppio cognome. «Non mi vergognerò mai di chiamarmi Le Pen» ha precisato. «È un modo di segnare il mio ritorno alla vita di normale cittadina» si è giustificata l’altra sera durante un’intervista televisiva. Dalla primavera scorsa Maréchal, 28 anni, ha deciso di abbandonare l’attività politica. Molti pensano che abbia scelto di sottrarsi alla resa dei conti nel partito, dopo la sconfitta della zia Marine alle presidenziali, per meglio tornare tra qualche anno. Interprete di una linea classica del Fn, Maréchal aveva contestato apertamente la svolta “nazional-socialista” sull’economia imposta dall’ex vicepresidente del partito Florian Philippot, con l’idea di aumentare sussidi e uscire dall’euro. Lei ha sempre negato conflitti con la zia, avanzando ragioni private per il suo ritiro: ha una bambina piccola, si è da poco separata. Alla fine Maréchal sembra però impaziente di farsi sentire. È andata negli Stati Uniti, invitata dall’ala dura dei Repubblicani. Ha ricominciato a parlare con i giornalisti. E ha scelto di fondare e dirigere una scuola di formazione in scienze politiche che aprirà a settembre a Lione. Un istituto che, nelle intenzioni, dovrebbe «cercare e formare i dirigenti della destra che avranno coraggio, intelligenza, discernimento e competenze». Ieri l’ex deputata non ha escluso di tornare a pesare politicamente. «Se davvero sentissi che c’è bisogno di me, vedremo» si è lasciata scappare. Nel 2012, è stata la più giovane deputata della République. Figlia di Yann Le Pen, una delle sorelle di Marine, ha una storia famigliare tormentata. È stata cresciuta da Samuel Maréchal, compagno della madre che l’ha riconosciuta quando aveva solo due anni, dandole il suo cognome. Ma il padre biologico era il giornalista e diplomatico Roger Auque, morto nel 2014 e con il quale le relazioni sono state difficili. Diventata adulta, Marion ha aggiunto il cognome materno per lanciarsi in politica, accettando di candidarsi a Carpentras, sud della Francia, feudo del nonno. Adesso lei sostiene di avere fatto questo cambio di anagrafe per «lavare l’onore della mia famiglia in una città dove era stato infangato vent’anni prima». Negli anni Novanta il cimitero ebraico della città era stato profanato da neonazisti, e c’era stata una forte polemica contro il Front National. «Ho portato a termine questa missione con successo – commenta Maréchal a proposito del suo ruolo da deputata – e non ho più ragioni di mantenere questo cognome politico». Il nonno Jean-Marie, che ha sempre avuto un debole per lei, ha chiosato: «Sono abituato a essere tradito». Marion ha probabilmente capito quanto sia pesato per Marine Le Pen l’eredità famigliare. L’ex candidata all’Eliseo, battuta due volte nella corsa presidenziale, il cognome non può cambiarlo, ma ha deciso di mandare in soffitta il vecchio marchio Front National: il partito si chiamerà Rassemblement National.