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 2018  maggio 26 Sabato calendario

Weinstein in manette torna libero dopo aver pagato una cauzione di dieci milioni

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
WASHINGTON Harvey Weinstein in manette. Un’immagine già di per sé storica: sono le 8.45 (le 12.45 in Italia) del 25 maggio 2018. L’ex produttore esce da una stazione di polizia di Manhattan, affiancato da due agenti in borghese, e sale su un suv nero in attesa. Tutto in diretta tv. Alla fine della giornata, l’ex produttore di Hollywood, 66 anni, potrà tornare a casa, ma senza il passaporto, sotto il controllo costante di un braccialetto elettronico e soprattutto dopo aver accettato una cauzione di 10 milioni di dollari, di cui uno pagato in contanti.
Weinstein arriva nel primo distretto del New York Police Department, a Tribeca, intorno alle 7.30 per costituirsi e anticipare così il mandato di cattura per abusi sessuali. Cammina con passo incerto, tenendo due libri e forse un’agenda sotto il braccio. Alle 9 eccolo di nuovo sfilare davanti alle telecamere, mentre entra nel tribunale di New York. Il sostituto procuratore Joan Illuzzi-Orbon gli contesta due capi d’accusa. Nel 2004, secondo la denuncia, costrinse l’attrice Laura Evans a un rapporto sessuale orale, dopo averla contattata per un provino. Il secondo caso non è stato reso pubblico, ma dovrebbe essere quello della modella e interprete cinematografica Paz de la Huerta, invitata e poi violentata da Weinstein nella sua casa newyorkese nel 2010 o nel 2013. «L’imputato ha usato la sua posizione, il suo denaro e il suo potere per attirare giovani donne in situazioni nelle quali poteva abusarle sessualmente», ha riassunto il magistrato. Poi ha preso la parola l’avvocato difensore, Benjamin Brafman, a fianco del suo assistito, in piedi, sempre con i polsi ancora dietro la schiena. Brafman è uno dei legali più famosi d’America, specialista nelle cause impossibili. Si è rivolto al giudice anche con sarcasmo: «Il mio cliente si dichiara non colpevole e credo che faremo presto, visto che le accuse non sono suffragate da alcuna prova. Mi auguro anche che i 12 giurati siano persone equilibrate e che non siano posseduti dal sacro fuoco di “MeToo”, il movimento che sembra aver confiscato questo caso».
Sono circa 80 le donne che accusano Weinstein, tra Los Angeles e Londra. A New York la prossima udienza è fissata per il 30 luglio.