26 maggio 2018
APPUNTI PER GAZZETTA - PARLA SALVINI, NESSUN PASSO INDIETROREPUBBLICA.ITROMA - Sale di tono l’attacco contro Mattarella
APPUNTI PER GAZZETTA - PARLA SALVINI, NESSUN PASSO INDIETRO
REPUBBLICA.ITROMA - Sale di tono l’attacco contro Mattarella. Non solo la Lega, ma anche Fratelli d’Italia e una parte dei Cinquestelle lanciano la loro invettiva contro il presidente. Il nodo è sempre quello del ministro dell’Economia. "Nessun passo indietro, stasera daremo la lista dei ministri della Lega a Conte. Se salta il governo ci sarà una frattura con gli italiani. Noi abbiamo fatto tutto il possibile". Parole che sembrano già l’annuncio di uno slogan da campagna elettorale: "la frattura tra palazzi e popolo". Mentre sale la tensione per la formazione dell’esecutivo M5s-Lega, il premier incaricato ha postato sul suo profilo Facebook di avere ricevuto una telefonata dal presidente francese. "Questo pomeriggio - ha scritto - ho ricevuto una telefonata dal presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, il quale ha formulato i suoi migliori auspici per il Governo che stiamo formando in Italia. Questa conversazione ha costituito l’occasione per un proficuo scambio sulle principali prospettive delle politiche economiche e sociali europee che coinvolgono i nostri due Paesi". La formazione del governo guidato da Giuseppe Conte continua ad arenarsi contro il nome di Paolo Savona. Nell’incontro al Quirinale, ieri Sergio Mattarella ha ribadito le perplessità sul professore noto per le sue critiche all’euro. Ma il forcing di M5S e Lega non si ferma. Anzi. Dopo il post su Facebook in cui si è definito "davvero arrabbiato" (ottenendo il like di Di Maio), oggi nuova bordata da Salvini: "Mai al Tesoro un amico di Berlino".
Il leader leghista, da ieri a Milano, ha convocato i vertici del partito per ribadire la sua volontà di non cedere sul nome di Savona. Ed è pronto a ingaggiare un duro scontro con il Quirinale. Nel frattempo Conte, a Montecitorio da stamattina insieme ad alcuni collaboratori, ha incontrato Luca Giansanti, ambasciatore ed ex direttore generale degli Affari politici della Farnesina, da cui si è dimesso dal primo giugno. Sarebbe lui, più di Giampiero Massolo, in corsa per la carica di ministro degli Esteri. Governo, scontro su Savona. Salvini: "No a passi indietro, stasera lista ministri a Conte" Condividi • IL CONFLITTO SU SAVONA
L’attacco quotidiano di Salvini riguarda in particolare la Germania. "Giornali e politici tedeschi insultano: italiani mendicanti, fannulloni, evasori fiscali, scrocconi e ingrati. E noi dovremmo scegliere un ministro dell’Economia che vada bene a loro? No, grazie", ha scritto su Facebook. A rafforzare l’offensiva, arriva anche l’assist di Giorgia Meloni, che sembra aver ritrovato l’intesa con la Lega. In un comunicato, parla di "inaccettabile ingerenza di Mattarella dopo l’ostinazione a non conferire l’incarico di governo al centrodestra". Fdi, ha spiegato, "pur senza aver cambiato idea sul governo giallo-verde, offre il suo convinto aiuto per rivendicare il diritto di un governo a scegliere un ministro dell’Economia non indicato da Bruxelles. L’Italia è ancora una nazione sovrana, Juncker e la Merkel se ne facciano una ragione".
Non basta. Torna alla carica Alessandro Di Battista che su Facebook attacca di nuovo Mattarella: "Ha tutto il diritto costituzionale di voler concordare alcuni ministri con il presidente del Consiglio incaricato - ha scritto l’esponente M5s - ma porre veti sul ministro dell’Economia, malgrado il curriculum eccellente che vanta il dottor Savona, lo trovo, da cittadino, assolutamente inaccettabile". Soprattutto, ha scritto, visto che Mattarella "ha accettato Alfano agli Esteri senza battere ciglio".
Solo il presidente della Camera, Roberto Fico, dal fronte Cinquestelle-Lega, prova a difendere il Colle predicando prudenza: "A sciogliere il nodo su Savona saranno Mattarella e Conte. Io spero che si vada avanti", ha detto durante la sua visita al Salone del libro di Napoli.
rep Approfondimento Alt del Colle su Savona. “Basta diktat dai partiti” di GOFFREDO DE MARCHIS Intanto la stampa estera continua a bacchettare il nuovo esecutivo: per ultimo il New York Times, che ha definito Conte "uno sconosciuto la cui unica qualifica è eseguire gli ordini".
Non c’è alcuna certezza che il premier in pectore possa sciogliere la riserva sull’incarico tra sabato e domenica. Oggi non è previsto alcun vertice con i leader di Lega e M5s, attesi in serata per alcuni eventi nel Bergamasco e a Terni. "La riserva? Stiamo lavorando", si è limitato a dire Conte uscendo di casa.
rep Approfondimento Salvini furioso sullo stop a Savona: “Così salta tutto e si torna a votare a ottobre” di CARMELO LOPAPA Il leader della Lega sembra pronto a far saltare tutto l’accordo di fronte al veto di Mattarella. "Se qualcuno pensa che dobbiamo diventare una democrazia a sovranità limitata, allora meglio tornare a votare". E il sospetto, in casa M5s, è che Salvini voglia approfittare dell’impasse proprio per tentare la carta del voto, tornando alle urne con il fronte di centrodestra.
• LE CRITICHE DELLE OPPOSIZIONI
L’impennata di ieri dello spread e l’avvertimento di Moody’s sul rating sposta inoltre la tensione anche sul piano economico e finanziario. Così, in mattinata, è arrivato l’affondo dell’ex segretario Pd, Matteo Renzi, proprio sul differenziale tra Btp e Bund tedeschi: "Se è ai massimi la colpa è di Di Maio e Salvini. Se i mutui aumenteranno la colpa è solo loro". Il segretario reggente Maurizio Martina, poi, ha criticato "la pressione senza precedenti" su Mattarella di Lega e Cinque Stelle: "Salvini si vergogni - ha aggiunto - continua a giocare la sua propaganda sulla pelle degli italiani. Attacca altri Paesi, ma in realtà sta attaccando la Costituzione su cui vorrebbe giurare tra qualche giorno come ministro".
Critiche anche da Forza Italia. "M5s e Lega, dopo aver detto prima i programmi e poi i nomi, adesso si stanno impantanando sui ministeri chiave. Il Paese è fermo e siamo molto preoccupati", dice Mariastella Gelmini, capogruppo forzista alla Camera. La sua omologa al Senato, Anna Maria Bernini, ha fatto invece appello a "buon senso e responsabilità".
GLI STRANIERIROMA. Stavolta interviene l’ambasciata italiana a Berlino. Il governo che sta per nascere non gode di buona stampa all’estero - tutto è cominciato con i "nuovi barbari" a Roma del Financial Times - ma l’articolo pubblicato dal giornale tedesco Spiegel fa scattare addirittura un intervento della diplomazia. L’ambasciatore italiano a Berlino Pietro Benassi ha inviato a Spiegel online una nota, chiedendone la pubblicazione, con cui stigmatizza fortemente l’articolo "Gli scrocconi di Roma" pubblicato dalla testata tedesca. "La dialettica politica - scrive Benassi - appartiene alla libertà di stampa e al discorso democratico. Ciò che lascia un retrogusto pessimo è il modo in cui questa critica è indirizzata a un intero popolo". Benassi parla di "strada pericolosa" per la dialettica in Europa.
Satira e frecciatine per l’Italia "populista" del governo Conte: la stampa estera non perdona Navigazione per la galleria fotografica 1 di 5 Immagine Precedente Immagine Successiva Slideshow Ma non è certo un caso isolato. Ieri il Frankfurter Allgemeine Woche titolava in prima pagina. "Mamma mia! Perché l’Italia è il bambino più discolo d’Europa". E oggi è la volta di durissimo editoriale del New York Times dal titolo "I populisti si prendono Roma". Si parla del primo ministro incaricato Giuseppe Conte come di uno "sconosciuto professore di legge" con un curriculum gonfiato, "la cui principale qualifica è la sua disponibilità ad eseguire gli ordini" dei leader di Lega e M5S
rep Editoriale Giuseppe Conte e la scelta dell’uomo qualunque di EZIO MAURO "Non è chiaro quanti danni potrà fare la coalizione", scrive il giornale, che sottolinea le differenze ideologiche fra le due formazioni politiche che la compongono e la risicata maggioranza di cui godono in Parlamento. Tuttavia il cambiamento di direzione in un membro chiave dell’Unione europea la cui fedeltà al progetto europeo non era messa in dubbio, rappresenta "un serio colpo" ai progetti di un rafforzamento dell’integrazione europea portati avanti dal presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel.
"Se l’Italia, la quarta economia dell’Ue, inizia a sfidare le regole dell’Unione e chiede di rinegoziare i termini della sua adesione, sarà più difficile tenere gli altri membri in riga", afferma il New York Times.
Tuttavia, conclude il giornale, "è troppo presto perché Bannon e i suoi alleati possano celebrare o i campioni dell’Unione si facciano prendere dal panico. Il fascino dei populisti potrebbe presto svanire se non troveranno soluzioni concrete al risentimento che li ha portati al potere. Il compito di Macron e Merkel e dei loro alleati è di mantenere la barra dei valori, la coerenza e le regole dell’Ue, ma anche di riconoscere e affrontare la rabbia che ha alimentato la ribellione".