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 2018  maggio 25 Venerdì calendario

Berruti si congratula con Tortu

Ho visto correre la bella copia di me stesso ed è stato un piacere. Sono felice che Filippo Tortu mi somigli, soprattutto nel modo di affrontare la gara, l’agonismo, lo sport che poi è lo stesso in cui, credo, io e lui affrontiamo la vita: leggeri.
Dentro ai 10”03, personale che supererà presto, vedo la naturalezza che ricordo bene, la serenità che mi sembrava persa in quest’atletica così preoccupata. Vedo la faccia giusta, il sorriso compiaciuto dietro alla corsa. Filippo non si fa sedurre dalla competizione e vince perché si prepara con passione, con amore, valori che spesso il cocciuto talento dimentica.
Filippo, per andare ancora più veloce, per superare il record italiano dei 100 metri devi solo continuare così. Hai la fortuna sfacciata di avere una famiglia che non ti stressa, non ti manipola, non ti forza. Sei cresciuto in un ambiente ideale, con il fisico giusto e bene hai fatto a tenerti il papà come allenatore, soprattutto perché, a differenza di te, ha fatto il classico. Tu, testone, lo scientifico. Ti perdono solo perché hai capito che il successo non ci appartiene.
Ti consiglio di leggere «Il caso e la necessità» del biologo e filosofo francese Jacques Monod, lui spiega che il successo dipende dall’ambiente in cui cresci, dai geni con cui nasci, dalle persone che incontri, dalle occasioni che hai. Non è tuo e quindi non lo puoi sprecare o buttare, lo devi meritare e accudire senza farlo diventare un’ossessione. Ma questo lo sai già, si vede da come ti muovi, ironico e disinvolto, si vede da come corri. Corri verso l’ignoto, oltre i limiti, spero presto oltre il record di Mennea. Io credo nel progresso e quel primato è fermo da troppo.
«La Stampa», due anni fa, ci ha fatto incontrare, sono loro i colpevoli di questa simbiosi nata tra noi. Hanno avuto una bella idea, c’è un’affinità intellettuale e culturale (davvero non capisco perché non hai fatto il classico) e c’è un passaggio di testimone evidente, spontaneo.
Per tua fortuna non dovrai mai sottoporti ai carichi di lavoro a cui si costringeva Mennea, lui era un enorme faticatore, tu hai più talento. I 10 secondi non sono un confine, non per te, devi solo restare fuori dal recinto che lo sport di oggi costruisce intorno ai campioni. Le aspettative e le ansie sono un problema del sistema. Stai alla larga e ricordati che il tempo viene quando ti muovi libero, non si lascia catturare. Fai quello che sai, quello che dice papà Salvino. Io ti guardo. Orgoglioso di avere un erede come te.