ItaliaOggi, 24 maggio 2018
Diritto & Rovescio
Reduce dalla bruciante fregatura del film Loro 1 (una mezza fregatura, a dire il vero, dato che il sequel istantaneo, Loro2, mi son ben guardato di andarlo a vedere) sono stato molto abbondantemente risarcito dal film Dogman di Matteo Garrone il cui protagonista (Marcello Fonte) è stato meritoriamente premiato a Cannes come migliore attore. Un film duro, pesante, angosciante. Ma, tutto sommato, anche non ferocemente esibito. Un film con una sceneggiatura coinvolgente e attori (anche quelli minori) perfettamente caratterizzati. Dogman è una storia sociale, non criminale. Narra il quotidiano di certe periferie del Centrosud dove si trova ferocia e bontà, disperazione e speranza, il Medioevo e il Ventunesimo secolo. Zone dove l’unico ancoraggio è rimasto il campo di calcetto gestito da nessuno. In quelle periferie non ci sono più (o non ci sono mai state) parrocchie, sindacati, partiti. Anche lo Stato è assente. E la gente ne fa a meno. Anche perché, quando interviene, mette sempre le mani sul più debole.