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 2018  maggio 20 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - COMPLETATO L’ACCORDO DI MAIO-SALVINIREPUBBLICA.ITLungo colloquio questa mattina tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini

APPUNTI PER GAZZETTA - COMPLETATO L’ACCORDO DI MAIO-SALVINI

REPUBBLICA.IT
Lungo colloquio questa mattina tra Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Secondo quanto riferisce l’Agi, il capo politico M5s e il leader della Lega hanno avuto un lungo faccia a faccia conclusosi verso le 13. Al centro dell’incontro il nodo della scelta del futuro premier e sulla squadra di governo. Nel corso della giornata i due leader hanno avuto anche una serie di contatti telefonici. Il colloquio si è svolto in un luogo che viene definito "privato", lontano da giornalisti e telecamere.

"Stamattina abbiamo chiuso su nome del premier e squadra di governo e speriamo che nessuno metta veti su una scelta che rappresenta la volontà della maggioranza degli italiani", ha detto Salvini successivamente in una conferenza stampa tenuta a Fiumicino. Si tratta, ha aggiunto riferendosi al prossimo presidente del Consiglio, di un "nome equilibrato che soddisfa noi e loro, ora aspettiamo un segnale dal Quirinale".

La convocazione al Colle dei gruppi di Lega e Movimento Cinque stelle, secondo quanto si apprende, potrebbe essere fissata a domani pomeriggio.

Il leader della Lega ha chiarito quindi che a palazzo Chigi non andranno né lui né Di Maio, che potrebbero però assumere un incarico ministeriale. "Siamo disponibili a metterci la faccia", ha spiegato. "E’ possibile - ha proseguito - che nel governo ci siano persone che mai nella loro vita hanno votato Lega o M5s". In realtà, stando ad alcune indiscrezioni, i nomi della squadra di governop non sarebbe ancora stata completata. Anche perché in ambienti politici non si esclude che dal Colle possano essere state fatte delle osservazioni su alcuni nomi presenti nelle liste circolate in queste ore. Insomma, se sul premier sembra esserci una schiarita, sui nomi dei ministri ci sarebbero, al momento, alcune difficoltà. 

Il faccia a faccia tra i due leader era stato annunciato ieri dallo stesso Salvini. "Entro domani vedo Di Maio - aveva detto il numero uno leghista - L’obiettivo è quello di andare lunedì al Quirinale con il nome del premier". "Le idee le abbiamo - aveva sottolineato - ma per rispetto diremo il nome del candidato prima al presidente Mattarella".

Un ministro francese “avverte” il futuro governo: non cambiate niente, o saranno problemi.
Altra inaccettabile invasione di campo.
Non ho chiesto voti e fiducia per continuare sulla via della povertà, della precarietà e dell’immigrazione: prima gli italiani!

— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 20 maggio 2018
A ridosso dell’incontro, Salvini è intervenuto via Twitter per replicare alle parole del ministro dell’Economia francese Bruno Le Maire. "Un ministro francese ’avverte’ il futuro governo: non cambiate niente, o saranno problemi. Altra inaccettabile invasione di campo. Non ho chiesto voti e fiducia per continuare sulla via della povertà, della precarietà e dell’immigrazione: prima gli italiani!", scrive il leader leghista.

LA SQUADRA DI GOVERNO
ROMA - Trapelano le prime indiscrezioni sulla formazione del governo M5s-Lega. A Palazzo Chigi dovrebbe andare il docente di Diritto Privato Giuseppe Conte, all’Interno Matteo Salvini (segretario della Lega), allo Sviluppo economico (o al Lavoro) Luigi Di Maio (leader del M5s di cui è stato candidato premier alle politiche), agli Esteri l’ambasciatore Giampiero Massolo (fra l’altro ex capo dei servizi segreti italiani) e all’Economia Giancarlo Giorgetti, il Gianni Letta del Carroccio (ed ex capogruppo del deputati leghisti).

Nato 54 anni fa a Volturara Appula, paesino nell’entroterra di Foggia, dopo la laurea in Legge alla Sapienza di Roma Conte è stato borsista del Cnr e poi ha "perfezionato" gli studi giuridici nelle facoltà più in vista del mondo occidentale: da Yale alla Sorbonne, Dalla Duquesne a Cambridge, dall’International Kulture Institute di Vienna alla New York University. Attualmente insegna a Firenze e alla Luiss di Roma come docente di Diritto privato. Oltre a essere avvocato patrocinante in Cassazione, condirettore della collana Laterza dedicata ai "Maestri dei diritto" e componente della commissione cultura di Confindustria. Ma è anche esperto di "gestione di grandi imprese in crisi", il che sarà utile nelle vicende come Ilva o Alitalia.

Massolo, nato a Varsavia, 61 anni, è stato nel 2004 capo di Gabinetto della Farnesina quando ministro era Gianfranco Fini, e nel 2012 viene nominato da Mario Monti capo del Dis, il dipartimento che coordina il servizio segreto interno (Aisi) e quello estero (Aise).

LA FRANCIA NERVOSA
ROMA - La stabilità dell’area euro sarà "minacciata" se il nuovo governo italiano non rispetterà gli impegni su debito e deficit. La stoccata al contratto tra M5s e Lega  arriva dal ministro francese dell’Economia, Bruno Le Maire. "Se il nuovo governo non rispetterà i suoi impegni sul debito, sul deficit, ma anche sul consolidamento delle banche, l’intera stabilità finanziaria della zona euro sarà minacciata", ha avvertito nel corso di una trasmissione televisiva. E ancora: "Tutti in Italia devono capire che il futuro dell’Italia è in Europa e da nessun’altra parte, e perché questo futuro sia in Europa ci sono regole da rispettare. Gli impegni presi dall’Italia valgono qualunque sia il governo, io rispetto la decisione sovrana del popolo italiano, ma ci sono impegni che superano ognuno di noi".

"Vedremo quali decisioni saranno prese dall’Italia, io ribadisco quanto sia importante mantenere questi impegni a lungo termine per garantire la nostra stabilità comune", ha proseguito Le Maire che ha poi riaffermato l’intenzione di raggiungere a giugno un accordo con la Germania per fissare "una tabella di marcia" per la riforma della zona euro.
 
CHI È GIUSEPPE CONTE
MILANO - Solo per la candidatura a membro del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, in pratica l’organo di autogoverno della magistratura amministrativa di cui è vicepresidente, Giuseppe Conte ha mandato un curriculum di 18 pagine. Ma non ha nemmeno esagerato, anche soltanto guardando ai titoli di studio per non parlare delle pubblicazioni.

Nato 54 anni fa a Volturara Appula, paesino nell’entroterra di Foggia, dopo la laurea in Legge alla Sapienza di Roma, è stato borsista del Cnr e poi ha "perfezionato" gli studi giuridici nelle facoltà più in vista del mondo occidentale: da Yale alla Sorbonne, Dalla Duquesne a Cambridge, dall’International Kulture Institute di Vienna alla New York University. Con un percorso di questo tipo non poteva che diventare professore universitario: attualmente insegna a Firenze e alla Luiss di Roma come docente di Diritto privato. Oltre a essere avvocato patrocinante in Cassazione, condirettore della collana Laterza dedicata ai "Maestri dei diritto" e componente della commissione cultura di Confindustria. Ma è anche esperto di "gestione di grandi imprese in crisi", il che sarà utile nelle vicende come Ilva o Alitalia.
rep Intervista Conte, il prof scelto da Di Maio per guidare la PA: “Prometto di tagliare le leggi” di ANNALISA CUZZOCREA
Il suo nome stato inserito nella possibile rosa dei premier di provenienza tecnica perché era già stato indicato come ministro della Pubblica amministrazione, deburocratizzazione e meritocrazia in un eventuale governo Cinquestelle. In realtà, ha avuto un altro ruolo pubblico che ha conquistato l’onore delle cronache: ha guidato la commissione che ha portato alla destituzione del consigliere di Stato Francesco Bellomo, per i suoi comportamenti per così dire "inappropriati" con le allieve dei corsi di preparazione alla magistratura.

Come possibile ministro della Pa, Conte - come dichiarato proprio a Repubblica - proporrebbe come prima cosa una "semplificazione del quadro normativo, farraginoso, incoerente a tratti incomprensibile" e "un censimento di tutti i provvedimenti amministrativi esistenti al fine di operare una rigorosa e spietata semplificazione". Ma tutto fa pensare che in un processo di "semplificazione legislativa" non si metterebbe nel cortile di Palazzo Chigi a bruciare le leggi abolite, come fece l’ex ministro leghista Calderoli. Tags Argomenti:nuovo governo Protagonisti:Giuseppe Conte © Riproduzione riservata 14 maggio 2018 I COMMENTI DEI LETTORI Segui le risposte ai miei commentiCiao utente11353(Logout)88 commentiOrdina6 giorni fautente11785Luca Pagni, spiacente di smentirla. Il CV  di questa persona non indica affatto che sia in grado di guidare un governo. È provato che sia un buon giurista. Ha scritto saggi, articoli, fatto lezioni, conosce un paio di lingue. In Paesi ben strutturati a livello statale, come ad esempio la Francia o la Germania, sarebbe chiamato a fare il consigliere ministeriale o presso il capo del governo, offrendo expertise giuridica (di cui in Italia c’è un eccesso, di già). Per guidare un governo ci vuole esperienza gestionale (di organismi politici, di aziende, o in organizzazioni internazionali). Questo signore sarà molto bravo, ma come leader del Paese Italia non è che fumo negli occhi, come gli altri professori (molti dei quali altri mediocrissimi e presuntuosi) reclutati dai 5S.

sondaggio
Sono trascorsi oltre due mesi e mezzo dalle elezioni, ma il Paese è ancora senza una guida "legittimata dal voto". Così gli italiani attendono solo che il governo "cominci a lavorare". Cioè, a governare il Paese.

È la prima indicazione suggerita dal sondaggio dell’Atlante politico di Demos per Repubblica, appena concluso. Infatti, le stime di voto "premiano" i due alleati di governo. In particolare, la Lega, che va oltre il 22%. Secondo partito, dopo il M5S, che si conferma il soggetto politico di gran lunga più forte. Oltre il 31%. In lieve calo, rispetto alle precedenti rilevazioni. D’altronde, il suo elettorato è trasversale ma, alle ultime elezioni, si è allargato soprattutto a sinistra e a centrosinistra. È prevedibile che l’intesa con la Lega, in particolare su alcuni temi del programma, abbia sollevato qualche ri-sentimento, in quest’area. Tuttavia, M5S e Lega, insieme, hanno mantenuto - e, anzi, allargato - il loro bacino elettorale. Superano, infatti, il 53%. La maggioranza assoluta.

LE TAVOLE DELL’ATLANTE DEMOS - LA REPUBBLICA

Anche il gradimento dei loro leader si conferma elevato. Nel caso di Matteo Salvini, in crescita. Oggi è il leader più apprezzato dagli elettori. Il grado di fiducia nei suoi riguardi supera, infatti, il 52%. Per la prima volta, è davanti al premier uscente, Paolo Gentiloni. Nonostante tutto ancora molto apprezzato. Luigi Di Maio, invece, attira meno simpatie, ma supera, comunque, il 42%.

Intorno a loro, si sta creando il vuoto (politico). Il Pd non arriva al 18%. Mentre Forza Italia è "ridotta" al 13%. Ma mostra segni di ripresa. Come Silvio Berlusconi. Lontano dai consensi del passato. Eppure mantiene il 29%. Come Maurizio Martina, segretario reggente del Pd. In calo di 6 punti, rispetto al mese scorso. D’altronde, è difficile "rafforzarsi" alla guida di un "partito debole". Soprattutto se si è messi in discussione da Matteo Renzi. Saldamente in fondo alla graduatoria, nel giudizio degli elettori. D’altronde, se il PdR appare fuori gioco, il principale responsabile, presso l’opinione pubblica, è, anzitutto, il Capo.

Al contrario, in questa fase si è rafforzata la credibilità del presidente, Sergio Mattarella. Non un "protagonista". Semmai, un garante. Un "rassicuratore". In tempi "insicuri", come questi, ha preferito occupare il retroscena, piuttosto che il centro della ribalta. Com’è avvenuto durante questa lunga crisi. Tuttavia, il governo M5S-Lega appare la soluzione obbligata, di fronte alla crisi. La maggioranza degli elettori (6 su 10) la considera favorevolmente. Anche perché pochi (solo un quarto) pensano che sarebbe utile tornare al voto.

È come fosse subentrato un clima di attesa e, insieme, di stanchezza. Attesa: di vedere in azione le forze politiche che hanno vinto le elezioni. In nome del "nuovo che avanza" (si sarebbe detto, nella Prima Repubblica). E del sentimento anti-politico che hanno espresso. Ma anche stanchezza. Perché quasi tre mesi di negoziati, trattative, discussioni per formare un governo "obbligato", eppure non ancora "legittimato" dal voto in Parlamento, sono tanti. Anche per un Paese abituato a tutto, come l’Italia.

Per questo la maggioranza dei cittadini chiede che l’attesa finisca. E si cominci davvero a governare. Anzitutto, nominando un premier rappresentativo. Anche se le idee degli elettori, al proposito, non sembrano molto chiare. Prevalgono, sugli altri, i leader dei due partiti principali. Di Maio e Salvini. Ma la via migliore, secondo il sondaggio Demos-Repubblica, sarebbe scegliere una figura "terza". Condivisa da entrambi i partiti. Ed è ciò che, infatti, sta avvenendo. Si tratta di una soluzione che riflette il problema del Paese in questa fase. L’in-decisione di un "popolo" di elettori animato da ri-sentimenti anti-politici, piuttosto che da sentimenti politici. Attraversato da opinioni divise piuttosto che da visioni con-divise.

Anche per questo, soprattutto per questo, l’uomo del giorno è Matteo Salvini. Perché interpreta e raffigura - letteralmente - l’italiano "incazzato". Che traduce le paure e, prima ancora, la rabbia dei cittadini. Con le parole, meglio: le parolacce. Con i gesti, gli atteggiamenti. È il protagonista della Popolocrazia che si è affermata (anche) in Italia. Come nel resto d’Europa. Ma in modo più esplicito. D’altronde, siamo un "laboratorio politico" (come lo definisce Marc Lazar), che anticipa le tensioni e le innovazioni (anti)politiche, destinate presto a riprodursi altrove. Anche per questo serve a poco demonizzare i Leghisti a 5 Stelle: L5S. La maggioranza che si appresta a governare. Con il consenso della maggioranza degli italiani. (Oggi ancor più larga di prima). Sfidare il populismo in modo populista significherebbe solo moltiplicare il populismo. Nota informativaIl sondaggio è stato realizzato da Demos & Pi per La Repubblica. La rilevazione è stata condotta nei giorni 17-18 maggio 2018 da Demetra con metodo mixed mode (Cati – Cami – Cawi). Il campione nazionale intervistato (N=1.006, rifiuti/sostituzioni/inviti: 9.018) è rappresentativo per i caratteri socio-demografici e la distribuzione territoriale della popolazione italiana di età superiore ai 18 anni (margine di errore 3,1%). Documentazione completa su www.sondaggipoliticoelettorali.it