Il Messaggero, 19 maggio 2018
Leonardo inventava profumi
Pensiamo a Leonardo da Vinci e lo immaginiamo nel suo laboratorio fra strumenti e alambicchi a ricoprire fogli di formule, appunti e disegni. Esiste però anche un Leonardo più leggero che alla corte di Ludovico il Moro organizzava feste, disegnava abiti e costumi ma anche creava tessuti, gioielli e profumi, in particolare ricette di oli, creme depilatorie e perfino veleni. Per raccontare questa attività di cosmetologo e di profumiere nel 2019, a 500 anni dalla sua scomparsa, Cosmetica Italia (associazione nazionale imprese cosmetiche), Accademia del Profumo e Cosmoprof Worldwide Bologna, organizzeranno a Milano la mostra Genio e bellezza (la location e il periodo sono ancora top secret) che già si annuncia come un evento.
COME LA MUSICA«Leonardo, lo sappiamo, era uomo di infiniti interessi dice Maria Pirulli, studiosa leonardista e ideatrice insieme a Marco Vidal della mostra Tra le altre cose era molto attento alla cura di sé, si dedicò alla creazione di fragranze maschili e femminili. Riteneva l’arte profumatoria una scienza che gli avrebbe permesso di conservare l’essenza olfattiva delle cose. Da un punto di vista filosofico si trattava sempre di quella attenzione del maestro alla conoscenza più profonda della Natura, che partiva dall’esperienza. In questo caso, da un punto di vista olfattivo, le refragranze riportavano in vita la memoria dell’esperienza, paragonata dallo stesso Leonardo alla musica».
In mostra ci saranno i codici originali che riportano le ricette dei profumi e delle tinture per capelli, le acconciature delle dame del Rinascimento, monili e oggetti, i dipinti ma anche la presentazione delle figure femminili quali Caterina Sforza, Isabella d’Este, Caterina de’ Medici, Lucrezia Borgia e dei loro segreti di bellezza. Leonardo compì i suoi studi in ambito cosmetico durante la sua permanenza alla corte di Ludovico il Moro perché Milano era in quegli anni uno dei centri dell’Occidente maggiormente attenti alla cura dell’aspetto e del corpo. Era diffusissimo l’uso di profumarsi e lì accorrevano barbieri e profumieri da tutt’Italia.
LA SPIRITUALITÀ«Nell’Europa del Rinascimento continua la ricercatrice – il secondo sesso diventa il gentil sesso, la figura femminile si affranca da una tradizione medievale che la vedeva spesso demonizzata e se ne mettono in risalto le doti estetiche. Leonardo si occupò, per esempio, delle tinture dei capelli. Tra le diverse tipologie di tinture usate nelle corti del Rinascimento, quella che troviamo descritta da Leonardo e da lui rappresentata in opere pittoriche (come nel Ritratto di Bianca Sforza) è un biondo dalla tonalità molto calda, dorato. Questa colorazione aveva un valore non solo, diremmo oggi, estetico ma anche fortemente simbolico e quindi legato all’alchimia e alla sua idea di oro in quanto segno di spiritualità assoluta, trascendente. Nonostante Leonardo fosse a Milano ospite di Ludovico il Moro, entrò in contatto con le più importanti figure femminili del tempo: Isabella d’Este, Caterina Sforza, Caterina de Medici, Lucrezia Borgia poiché le principali corti rinascimentali erano collegate tra loro».
Le ricette per le tinture dei capelli e delle creme depilatorie, così come anche per i profumi, venivano ricavate da miscellanee di sostanze naturali che erano poi sottoposte a un processo di destillazione a lambicco. Per il biondo alla fiorentina, per esempio, Leonardo scrive in una sua ricetta contenuta nel Codice Arundel di usare il tartaro, polvere di zucchero e mele. Per il biondo oro, detto biondo di tanè, faceva bollire il guscio delle castagne. Dalle piante, così come anche per le sostanze coloranti, cercò di estrarre odori piacevoli (ma anche sgradevoli) utilizzando le tecniche di infusione in liquidi alcolici e la moderna tecnica dell’enfleurage.
I CATTIVI ODORILeonardo dettò anche la moda del tempo, sono famosi i nodi vinciani usati nella sartoria e nelle acconciature delle dame del Rinascimento. Mise a punto tecniche di distillazione e di infusione per le essenze. L’utilizzo del profumo acquistò sempre maggiore importanza nel Rinascimento, per scacciare i cattivi odori causati dalla sporcizia nelle strade e per coprire quelli causati da una scarsa pulizia. «Penso conclude la curatrice – che le ricette cosmetiche di Leonardo, precursore e anticipatore del nostro tempo, siano state viste dai suoi contemporanei come una sorta di magia (Mago era un suo appellativo) e oggi, al contempo, lo possiamo ritenere senza ombra di dubbio un apripista di tutto ciò che concerne la bellezza femminile e la cosmesi contemporanea».