la Repubblica, 19 maggio 2018
Accordo quasi fatto sul gas tra Merkel e Putin
Fino a poche settimane fa, l’agenda del primo incontro in Russia tra Angela Merkel e Vladimir Putin non era promettente. Avrebbe solo dovuto dimostrare che il dialogo era ancora aperto nonostante le tensioni. Ieri invece la cancelliera tedesca e il presidente russo, entrambi all’inizio del loro quarto mandato, sembravano più vicini che mai. E non per via del mazzo di rose offerto da Putin a Merkel al suo arrivo a Sochi, ma degli obiettivi condivisi. I due leader vogliono difendere l’accordo sul nucleare iraniano abbandonato unilateralmente da Washington e proteggere dalla minaccia di sanzioni statunitensi il nuovo gasdotto “Nord Stream 2” che porterà il gas russo in Germania, aggirando l’Ucraina e passando per il Mar Baltico. A rendere possibile un allineamento che sembrava impensabile è stato Donald Trump. L’amministrazione statunitense ha minacciato sanzioni contro le compagnie che lavoreranno al gasdotto. Non solo: secondo il Wall Street Journal, in aprile il presidente avrebbe lanciato alla Germania un ultimatum: abbandoni il progetto e, in cambio, negozieremo un accordo commerciale con l’Ue. Washington adduce molteplici ragioni contro “Nord Stream 2”. Di sicurezza: il timore che Mosca possa installare apparecchiature di sorveglianza nel Mar Baltico. E diplomatiche: l’aumento della dipendenza energetica dell’Ue dal gas russo e l’Ucraina privata dei futuri oneri di transito. In realtà in gioco vi è anche la possibilità che gli Stati Uniti forniscano gas naturale liquefatto all’Europa scalzando di fatto la Russia. Putin non ha mancato di ricordarlo: «Trump non è solo il presidente degli Stati Uniti, è anche un bravo imprenditore. Promuove i suoi interessi per garantire le vendite di gas liquefatto nel mercato europeo. Capiamo, ma Nord Stream 2 è vantaggioso per noi». Merkel, da parte sua, ha chiesto «garanzie» perché il «ruolo dell’Ucraina come Paese di transito» venga preservato. E Putin ha rassicurato: «Le consegne continueranno». Anche sul fronte iraniano, non sono mancate le stoccate. Stavolta a lanciarle è stata Merkel: «Tutti noi colleghi Ue sosteniamo l’accordo sul nucleare. Non è perfetto, ma è meglio di nessun accordo, quindi è necessario dialogare con l’Iran». Che Merkel e Putin non siano diventati di colpo migliori amici, lo hanno invece ricordato gli altri temi sul tavolo. La cancelliera ha espresso «preoccupazione» per il decreto siriano che priva i rifugiati delle loro abitazioni: «Una brutta notizia per tutti coloro che vorrebbero tornare in Siria». Quanto alla crisi in Est Ucraina, Putin si è limitato a osservare che «non vi è alternativa al Formato Normandia».