18 maggio 2018
APPUNTI PER GAZZETTA - IL CASO DELL’IMPRENDITORE BRAMINIREPUBBLICA.ITDopo diverse ore di trattative è stato eseguito lo sfratto di Sergio Bramini, l’imprenditore monzese fallito che rivendica un credito di 4 milioni dallo Stato per lavori fatti dalla sua impresa del settore rifiuti e mai pagati
APPUNTI PER GAZZETTA - IL CASO DELL’IMPRENDITORE BRAMINI
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Dopo diverse ore di trattative è stato eseguito lo sfratto di Sergio Bramini, l’imprenditore monzese fallito che rivendica un credito di 4 milioni dallo Stato per lavori fatti dalla sua impresa del settore rifiuti e mai pagati. Le forze dell’ordine sono arrivate nella sua villa dove ieri era entrato il leader del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio e questa mattina il segretario della Lega Matteo Salvini per dare sostegno a Bramini, e con loro molte decine di persone. La trattativa è stata lunga: prima gli ufficiali giudiziari hanno comunicato a Bramini - diventato in qualche modo un simbolo dei piccoli imprenditori alle prese con i ritardati pagamenti della pubblica amministrazione - l’avvio della procedura di sgombero, negando il rinvio di 30 giorni chiesto dai suoi avvocati, nonostante questi ultimi avessero comunicato di aver trovato un imprenditore pronto a saldare il suo debito. Soltanto dopo molto tempo, mentre la polizia in assetto antisommossa presidiava la casa, Bramini ha deciso di uscire: con sua moglie e sua figlia ha iniziato a preparare le valigie, assicurando: "Continuerò comunque la mia battaglia". Intorno alle 17 è arrivato anche un fabbro per cambiare le serrature della villa di via Sant’Albino 22.
Governo, Salvini: ’’Lunedì da Mattarella". E scherza: ’’Il premier? L’imprenditore Bramini’’
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Non vuole rispondere a domande sul governo in costruzione. Ma usa parole forti contro lo Stato “che manda i suoi scagnozzi a togliere la casa agli imprenditori che fa fallire”. Luigi Di Maio prima di andare ad Aosta per la campagna elettorale si ferma per una visita simbolica a Sergio Bramini, imprenditore diventato quasi un’icona per il Movimento 5 Stelle e la Lega, tanto che qui domani ci sarà anche Matteo Salvini.
Bramini era un imprenditore che è fallito per crediti non riscossi dallo Stato, domani arriveranno a sfrattarlo dalla sua villette alle porte di Monza. A lui dice Di Maio entrando in casa: “Speriamo che da qui possa partire un messaggio per tutta l’Europa. Ci sono tante persone che soffrono in tutta Italia: imprenditori, dipendenti, disoccupati e queste persone vengono prima di tutto e vanno messe prima di tutto”. Sul punto promette: “Dobbiamo saldare i debiti con le aziende. Il primo principio che possiamo assicurare è che lo Stato deve saldare i suoi debiti”. E aggiunge: "O lo Stato salda i debiti oppure le imprese non pagano più tasse fino a quando non hanno riscosso quanto è dovuto loro". Governo, Di Maio: ’’Il contratto è chiuso, manca solo il nome del premier’’ Condividi Assicura il capo politico dei 5 Stelle che era accompagnato da altri esponenti pentastellati. Prima di lui erano arrivati, fra gli altri, i parlamentari Gianmarco Corbetta e Gianluigi Paragone: “Servono soldi per rilanciare le imprese, lo abbiamo scritto chiaramente”, nel contratto con la Lega. E lancia “un messaggio per tutta l’Europa: ci sono persone che soffrono e che vengono prima di tutto”.
Sulla faticosa costruzione del governo dice: "Stiamo ragionando sul nome del premier. Dobbiamo ancora dirimere alcune cose ma sono sicuro che troveremo una soluzione, sono fiducioso perché creata la base di governo il chi non sarà un problema".
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La sua azienda va bene, si aggiudica appalti importanti anche con partner pubblici. I pagamenti, però, non arrivano, lui ipoteca la casa per non chiudere ma la ditta fallisce e ora sarà sfrattato. E’ la storia drammatica di Sergio Bramini, 70 anni, ex titolare della "Icom spa", azienda operante nel campo della gestione rifiuti, fallita pur vantando 4 milioni di crediti verso la pubblica amministrazione. "Io sono fallito per colpa dello Stato" denuncia Bramini disperato "la mia villa è all’asta e il giudice ha ordinato lo sfratto entro dieci giorni, con me vivono i miei figli e la mia nipotina. Ho pensato al suicidio".
La Icom, racconta lo stesso Bramini, "era florida, ho vinto diversi appalti nel Sud Italia, in Sicilia e a Napoli per l’emergenza rifiuti, ma i pagamenti non sono arrivati e le banche hanno interrotto le linee di credito".
L’imprenditore, al quel punto, avrebbe potuto chiudere l’azienda licenziando tutti i dipendenti, ma non lo fece. "Ho scelto di pensare alle trentadue famiglie che dipendevano da me - spiega - e ho ipotecato la mia casa. Sono comunque fallito nonostante 4 milioni di euro di crediti dalla Pubblica amministrazione e 300mila da privati". Il Tribunale ha decretato il fallimento della Icom spa nel 2011, due anni prima dell’entrata in vigore di una legge europea che obbliga lo stralcio di posizioni derivanti dal mancato pagamento della Pa. Bramini, quindi, non ne può usufruire.
A luglio il Tribunale di Monza ha ordinato lo sfratto con provvedimento immediato per Bramini e la sua famiglia. "Una decisione incomprensibile - racconta l’imprenditore - il curatore fallimentare ha 18 mesi di tempo per vendere la mia casa. La villa e gli uffici valgono circa due milioni di euro e verranno venduti a prezzi ridicoli". Ieri mattina in Tribunale a Monza si è svolta un’altra udienza nel corso della quale Bramini ha cercato di ottenere la sospensione dello sfratto esecutivo. "La richiesta è stata rigettata per opposizione del curatore - spiega l’imprenditore - nell’ordinanza di sfratto è previsto anche l’ausilio forza pubblica con la sostituzione serratura con il fabbro, nonostante la legge non preveda l’anticipazione degli sfratti quando si tratta di prima abitazione del debitore, ed io sono addirittura creditore".
Bramini si sente quindi abbandonato a se stesso e confessa di aver pensato a un gesto estremo: "Ho pensato di togliermi la vita, ma devo pensare alla mia famiglia, perché non abbiamo un posto dove andare, sono davvero disperato".