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 2018  maggio 18 Venerdì calendario

Scala l’everest che aveva visto dallo spazio

TORINO Lo aveva fotografato dallo spazio 22 anni fa e proprio allora aveva deciso di scalarlo. L’astronauta italiano Maurizio Cheli si è innamorato dell’Everest mentre era sullo Shuttle Columbia e ieri, dopo tre anni di preparazione, è riuscito a raggiungerne gli 8.850 metri della vetta. «Da quando la vidi mentre sorvolavo il pianeta ho sempre desiderato raggiungere quella cima – racconta Cheli sul suo blog – Guardare quel pezzo di mondo dalla prospettiva inversa rispetto a quella che mi vedeva in quel momento con la mia macchina fotografica a pochi centimetri dal vuoto dello spazio». Ieri in Nepal erano le 5.45 (le 2 di notte in Italia) quando Cheli, salito con la guida alpina valdostana Francois Cazzanelli, ha raggiunto il punto più alto del mondo. L’unica comunicazione per dire che era arrivato e stava bene, finora, è stata una breve telefonata con il satellitare a chi dall’Italia racconta le imprese della sua spedizione, di cui fanno parte anche Marco Camandona e Sergio Cirio. Il gruppo è partito ad aprile da Kathmandu e, dopo una decina di giorni di trekking fino al campo Base, è iniziato l’acclimatamento, in attesa di quella “settimana magica” per salire sull’Everest che è quella finestra di tempo che si apre nella seconda metà di maggio. L’astronauta nato in Emilia, ma torinese d’adozione, ha compiuto 59 anni a inizio maggio, quando era già in Nepal. Lui e i suoi compagni d’avventura prima sono saliti fino ai 6.400 metri del Campo 1, poi 500 metri più in su, al Campo 2, e infine ai 7.400 metri del campo 3. Avrebbero dovuto partire domani, ma poi, anche su consiglio degli esperti locali, il gruppo ha deciso di anticipare l’ascesa per sfruttare le condizioni meteo migliori. Per arrivare in cima al mondo Cheli, che oggi è uno startupper nel settore aeronautico, ma prima di volare per quatro anni sullo Shuttle è stato anche un pilota di caccia, si è allenato per anni. La preparazione finale, prima della partenza per il Nepal, l’ha fatta a Cervinia durante le vacanze di Pasqua, ma a dicembre aveva già raggiunto i 7mila metri dell’Aconcagua, sulle Ande e l’anno scorso aveva scalato il Kilimangiaro. Ieri sera, quando in Nepal era già notte, e in Italia mancavano pochi minuti alle 21, Cheli ha comunicato di essere rientrato al campo Base. Una lunga ma rapida discesa (ci ha messo meno di una giornata) che gli ha permesso di arrivare sano e salvo in un punto di sicurezza. L’intera avventura è stata raccontata sia tramite il suo blog che dal sito cosmobserver.com, il media partner dell’impresa.