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 2018  maggio 17 Giovedì calendario

I treni inerti

Questa rubrica oggi ha una particolarità: si può leggere dall’inizio alla fine oppure dalla fine all’inizio, il senso non cambia. Non ci credete? Ecco qua. Luigi Di Maio, agosto 2015: «Caro Renato Brunetta, pensa solo che quando l’Italia assaporava la cura tua e di Tremonti lo spread correva verso i 600 punti e il Paese era a un passo dal default». Renato Brunetta, febbraio 2017: «Lo spread? Ah, quello è un grande imbroglio. È l’arma di ricatto che l’Europa tedesca rivolge ai governi non più amici o che vuole condizionare». Dunque, per Di Maio lo spread indicava la salute dell’economia, per Brunetta era un complotto. Avanti. Brunetta, ieri: «Lo spread è salito fino a quota 153. La corsa alle vendite sull’Italia è stata innescata dalla bozza del contratto di governo sottoscritto da Lega e Cinque stelle. Rischiamo conseguenze disastrose». Di Maio, ieri: «Lo spread? Guarda caso appena abbiamo fatto l’ipotesi di governo cominciano le fibrillazioni. Vedo una certa paura da parte degli eurocrati». Tutto all’opposto: per Brunetta adesso lo spread indica la salute dell’economia, e per Di Maio è un complotto. Visto? Questa rubrica letta al contrario non cambia, perché non si occupa di leader politici ma di politici palindromi, tipo «osso» o «radar», parole reversibili. Ecco, sono politici reversibili, ne metti uno di qua e l’altro di là, e poi uno di là e l’altro di qua, ed è sempre tutto identico. E vanno avanti all’infinito, noncuranti, a tutto vapore come il più opportuno dei palindromi: «I treni inerti».