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 2018  maggio 17 Giovedì calendario

Il direttore d’orchestra che s’è fatto prete

Dalla bacchetta di promettente direttore d’orchestra alla tonaca di sacerdote. È la scelta di Luciano Condina, 42 anni, originario di Nichelino che nei prossimi mesi sarà ordinato sacerdote nella cattedrale di Vercelli e per svolgere la sua missione ha scelto un quartiere di periferia, il Concordia, dove si è già presentato suonando l’«Ave Maria» con il flauto traverso durante le Cresime.
La «chiamata»
Don Luciano è arrivato a Vercelli dopo un percorso che l’ha portato a scoprire la vocazione poco più che trentenne: «Parlerei più di “risposta” adulta visto che la “chiamata” in qualche modo l’avevo già sentita». Per oltre 15 anni componente dell’Orchestra Camerata Ducale, quindi direttore della Sinfonica di Aosta e della Filarmonica di Torino, don Condina ha deciso che la sua «missione» sarebbe stata un’altra.
«La musica è stata la mia grande passione sin da giovane, che mi ha portato a realizzare i miei sogni – dice don Luciano -. Poi, però, ti accorgi tutto questo non basta. Ben intenso non mi mancava niente anzi, come per gli apostoli, anche la mia “rete” era “piena” però sentivo di avere bisogno di qualcosa in più per essere davvero completo».
E la strada di Condina s’intreccia con quella di don Marco Arnolfo: «Per dodici anni ho vissuto a Orbassano dove il futuro arcivescovo di Vercelli era parroco – spiega – e dov’è nata un’attiva collaborazione come coordinatore dei gruppi giovanili. E quando ho manifestato l’intenzione a diventare sacerdote, mons. Arnolfo mi ha chiesto d’intraprendere questo percorso nella diocesi eusebiana. Vercelli la conoscevo attraverso gli anni trascorsi con la Ducale, è una città vivace a misura d’uomo».
La passione
E così, da qualche mese, don Luciano coadiuva il parroco don Mauro Rizzi, nella chiesa del Villaggio Concordia: «Mi dicevano fosse una comunità difficile – dice -, in realtà ci sono anche vantaggi: su tutti quelli di avere tanti bambini che frequentano l’oratorio, luogo fondamentale per la crescita umana e spirituale».
Anche da «don» Luciano Condina resterà quello di sempre, con la passione per la musica ad accompagnarlo nella sua missione: «Quello di suonare è un talento che ho ricevuto, per questo cerco di metterlo a disposizione. Eseguire l’Ave Maria con il flauto traverso durante la celebrazione delle Cresime è stato un gesto spontaneo, naturale». Forse perché, come insegna Sant’Agostino che «chi canta prega due volte».