Libero, 16 maggio 2018
I racconti ose di Anna Frank
Ci sono voluti 71 anni per disseppellire due pagine segrete del Diario di Anna Frank, racconti piccanti, battute spinte ma mai volgari, di una adolescente che si avvicina con curiosità alla maturità sessuale. La scoperta di questa Anna Frank più smaliziata, tredicenne e vicina alle curiosità di tante sue coetanee, è merito degli studiosi del Netherland Institute of War Holocaust and genocide studies di Amsterdam. I ricercatori, usando delle finissime tecniche digitali, che sono servite a decifrare ciò che per anni è restato coperto da grezza carta marone, hanno infatti scoperto quattro battute del diario definite come «dirty jokes» e poi candide spiegazioni sul sesso e il mondo della contraccezione. Frasi innocenti e spontanee raccolte, come noto, nel diario che Anna, ragazza ebrea nata a Francoforte e rifugiatasi con la famiglia ad Amsterdam, scrisse dal 1942 in clandestinità, nella casa sul retro in Prinsengracht 263, prima di essere deportata e uccisa nel campo di concentramento di Bergen Belsen. «Chiunque legga questi passaggi che sono stati scoperti», ha racontato Frank Van Vree direttore del Netherland Institute, «non potrà fare a meno di trattenere un sorriso». Van Free minimizza sostenendo che in fondo «le battutine sul sesso non sono niente di più di quanto non facessero i ragazzi dell’età di Anna. E dimostrano che la Frank, con tutti suoi doni era anche una ragazza ordinaria». Le pagine “incriminate” sono state scritte il 28 settembre del 1942. L’innocenza, magari un infantile senso di colpa, la paura di occhi indiscreti o forse perché non troppo convinta di quello che aveva messo nero su bianco, la spinsero poi a coprire successivamente le pagine con della carta da pacchi. Settant’anni di pagine segrete in cui Anna descrive lo sviluppo sessuale delle donne, la contraccezione e la prostituzione e primitivi rudimenti sessuali che racconta di aver insegnato a qualcun altro di cui non conosciamo il nome. Non mancano riferimenti espliciti al padre Otto quando scrive: «Tutti gli uomini, se sono normali, vanno con le donne, donne come queste sono soliti fermarli per le strade e poi vanno via in insieme. A Parigi ci sono case proprio per questo e papà è stato lì». E ancora il suo periodo mestruale, l’adolescente spiega come il ciclo arrivi intorno ai 14 anni «che è un segno di maturità, significa che una donna può avere relazioni sessuali con un uomo ma non dovrebbe essere fatto prima che si è sposati», scrive. «Anna Frank», ha commentato Ronald Leopold direttore della Anna Frank House, «racconta della sessualità in modo disarmante, come ogni adolescente che è curioso della materia e lo fa anche in pagine che poi non ha mai coperto». Secondo Leopold dunque lo stile e il contenuto non sono poi molto lontani da altri passaggi legati al sesso già editi nel pluripubblicato bestseller. Tuttavia, rispetto alle pagine che già conoscevamo, in questi scritti nascosti Anna crea una situazione totalmente inventata, una sorta di fiction, con protagonisti della fantasia, «un modo più semplice per lei», ha spiegato Leopold, «per raccontare temi che evidentemente anche lei percepisce come sensibili». La scelta di convidere con il grande pubblico questa scoperta, «di pubblicare questi testi e condividerli con il resto del mondo è stata decisa», spiega Leopold, «assieme al Niod Institute of War, Holocaust and Genocide studies e Huygens institute for the history of Nederlands. Perché ci avviciano di più alla ragazza e alla scrittrice Anna Frank». Il Diario di Anna Frank venne pubblicato per la prima volta dal padre Otto, che ne curò la pubblicazione nel 1947 ad Amsterdam, col titolo originale Het Achterhuis (Il retrocasa). Accolto freddamente il libro suscitò rapidamente un vasto interesse: è stato tradotto in oltre 60 lingue e ha venduto oltre 30 milioni di copie. r