Il Sole 24 Ore, 16 maggio 2018
Colao lascia Vodafone
Dopo 10 anni si chiude l’era di Vittorio Colao in Vodafone. Dieci anni iniziati a luglio 2008 e che si concluderanno a ottobre, quando il manager di origine bresciana lascerà il timone al suo numero due: l’attuale Cfo del gruppo, Nick Read. «Lascio per mia decisione. È stata una scelta difficile ma giusta, Vodafone sta entrando in un nuovo capitolo della sua storia», ha detto ieri nel corso della conference call in cui ha presentato i dati dell’anno fiscale chiuso il 31 marzo 2018. «Il capitolo che la società sta iniziando a scrivere – ha aggiunto Colao – è totalmente nuovo, con i big del settore sulla via della convergenza. È tempo di iniziare con un nuovo management».
L’annuncio è arrivato ieri a sorpresa, con analisti alla vigilia attenti più che altro a valutare l’impatto dell’ultimo colpo: l’acquisizione delle attività di Liberty Global in 4 Paesi – Germania, Repubblica Ceca, Ungheria e Romania – con un’operazione da 18,4 miliardi di euro. In particolare il boccone grosso è Unitymedia, secondo maggior operatore via cavo in Germania, con 13 milioni di case raggiunte e guanto di sfida lanciato a Deutsche Telekom, anche per la combinazione fra questa realtà e Kabel Deutschland, in Vodafone dal 2013. Di certo l’ultima zampata di Colao rientra in tutto un percorso caratterizzato da acquisizioni e riposizionamenti. Sotto la sua gestione Vodafone ha acquisito Cable & Wireless Worldwide, nel Regno Unito, nel 2012; Kabel Deutschland nel 2013; Ono, in Spagna, nel 2014. Qualche mese prima il saluto agli Usa con la cessione del 45% in Verizon Wireless a Verizon Communications per 130 miliardi di dollari, di cui 83 miliardi restituiti agli azionisti. Certo, non è stato tutto rose e fiori, come dimostra il peso sui conti del passato esercizio del mercato indiano. Qui le attività di Vodafone India sono state fuse a marzo 2017 con Idea Cellular, con sinergie proprio per gestire quel mercato.
L’Italia ha fatto eccezione su questo versante, se si escludono gli acquisti di Tele2 e della Cobra di Varese, diventata poi Vodafone Automotive. In varie occasioni la possibilità di un matrimonio con Fastweb ha fatto capolino, ma alla fine non se ne è fatto nulla, in un mercato sulla cui strategicità Vodafone non ha mai però espresso dubbi, segnalando i 3,6 miliardi del Piano Spring.
In questo quadro è maturato un cambio al vertice a dieci anni di distanza, da quando Colao (per un biennio anche alla guida di Rcs) è salito sulla tolda di comando del secondo maggior operatore al mondo nel mobile per sottoscrittori e che, considerando il complesso del business, è settimo, con più di 60 miliardi di euro di capitalizzazione. Un decennio in cui Vodafone ha generato rendimenti medi dell’11%, contro una media del 7% dell’indice Stoxx 600 Telecom Europa. Anche le 135 sterline del titolo al 2008 sono ben inferiori delle 207 del giorno precedente l’annuncio dell’uscita di Colao.
Ieri la Borsa londinese la sua l’ha detta portando il titolo a 198 sterline: -4,26%. Un “omaggio al manager” che arriva mentre nell’anno fiscale 2017-2018 Vodafone ha registrato un utile netto consolidato di 2,4 miliardi di euro a fronte di una perdita di 6,3 miliardi un anno prima, pur se con una diminuzione dei ricavi del 2,2% a 46,6 miliardi. Alla prossima assemblea sarà proposta una cedola di 10,23 centesimi per azione: +2% rispetto all’anno precedente. Anche in Italia l’anno fiscale al 31 marzo 2018 è stato chiuso con ricavi da servizi che hanno raggiunto 5,3 miliardi di euro (+1,2% annuo di crescita organica), grazie in particolare al fisso. E su questo segmento a marzo Vodafone, con 2,74 milioni di clienti, è diventato il primo operatore alternativo a Tim su rete fissa.
«Colao è stato un leader esemplare e un visionario che ha saputo guidare la profonda trasformazione di Vodafone», ha detto il presidente Gerard Kleisterlee rendendo omaggio al ceo bresciano volato ieri a Seattle per incontrare i vertici di Microsoft. Il lavoro continuerà fino a ottobre, mesi in cui si dovrà far fronte anche all’avanzamento del deal con Liberty Global. Al momento il manager non avrebbe altri piani. Alle spalle ci sono dieci anni che hanno coinciso con una trasformazione di Vodafone – nel 2008 aveva 269 milioni di clienti, saliti oggi a 536 milioni in 25 Paesi, cui si aggiungono 19,7 milioni di clienti banda larga – ma anche con un cambio radicale delle tlc nel mondo e in Italia. Il settore ha dovuto e deve fare i conti con l’avanzata degli Ott, la conditio sine qua non della convergenza fisso-mobile, la stasi nei mercati tradizionali e la crescita nei mercati emergenti. Anche i vendor non sono più gli stessi. A giugno 2007 entrò in scena il “melafonino”. Nel 2008 Nokia aveva il 40% del market share dei telefoni cellulari. Ora i protagonisti si chiamano Samsung, Apple, Huawei e l’arrembante Xiaomi. Il 56enne Colao – che come Ceo ha percepito compensi attorno ai 70 milioni di euro (121 miliardi i dividendi della società nel contempo)– ha trascorso 20 anni in Vodafone: 14 anni come board member e 10 come Ceo. Un’era geologica per un settore come le tlc.