16 maggio 2018
APPUNTI PER GAZZETTA - I MERCATI COMINCIANO A PRENDERLA MALEILSOLE24ORE.ITGiornata nera per Piazza Affari, sotto schiaffo dell’incertezza politica e soprattutto delle indiscrezioni emerse sulla prima bozza del contratto stilato tra Movimento 5 Stelle e Lega
APPUNTI PER GAZZETTA - I MERCATI COMINCIANO A PRENDERLA MALE
ILSOLE24ORE.IT
Giornata nera per Piazza Affari, sotto schiaffo dell’incertezza politica e soprattutto delle indiscrezioni emerse sulla prima bozza del contratto stilato tra Movimento 5 Stelle e Lega. Bozza che prevede la richiesta alla Bce dell’azzeramento di debiti per 250 miliardi di euro. Le notizie hanno spinto lo spread sopra i 150 punti (esattamente a 151), in rialzo di venti punti sui livelli di ieri. Sul finale il FTSE MIBha accusato un ribasso del 2,32%, andando in controtendenza con gli indici europei, che hanno tutti chiuso con un bilancio positivo.
Mediaset e banche sotto il tiro delle vendite
A Piazza Affari Mediasett è scivolata del 5,28%, pagando dazio non solamente alle vendite generalizzate sul mercato italiano, ma anche ai risultati trimestrali giudicati deludenti, con l’utile diminuito del 78% a 3,5 milioni di euro, su ricavi in flessione del 3,2% a 860,6 milioni di euro. Rimane inoltre il rebus della raccolta pubblicitaria rimasta piatta nei primi 4 mesi dell’anno e nonostante la società conti su un miglioramento nei prossimi mesi, grazie al traino delle partite dei Mondiali. Equita ha ricordato che Vivendi da un momento all’altro potrebbe anche decidere di vendere la propria quota, pari quasi al 30% del capitale, provocando uno scossone sul mercato
Banche sotto il tiro delle vendite
Sono state colpite dalle vendite anche le azioni delle banche, risentendo anche dell’andamento dei titoli di Stato, con il rendimento del decennale salito sopra il 2%. La tendenza rialzista dei tassi è generalizzata in tutto il mondo (il rendimento dei Treasury è salito oltre il 3%), ma ovviamente il movimento dei titoli italiani è stato amplificato dalla situazione politica. CosìUnicredit ha lasciato sul parterre il 4,7%, Banco Bpmil 5,3% eUbi Bancai il 3,27%. Finecobank ha accusato uno scivolone del 5,47%. E’ andato male anche il risparmio gestito, con Banca Mediolanumche ha perso il 4,1%. L’incertezza politica ha incoraggiato le vendite su Enel(-3,7%), Eni (-1,35%) e Telecom Italia(-4%), quest’ultima anche nell’attesa dei conti del primo trimestre.
In volata Saipem su report di Morgan Stanley, argina calo Ferrari
Si sono messe in evidenza le Saipem (+12,2%), beneficiando di un report favorevole targato Morgan Stanley, che scommette sul prezzo del greggio a 90 dollari al barile. Report che ha acceso i riflettori anche su Tenaris. Sul finale hanno arginato le perdite Ferrari (-0,3%) e Fiat Chrysler Automobiles (-0,6%), complice il fatto che nei giorni scorsi avevano entrambi perso quota risentendo delle minacce di dazi al comparto auto da parte del presidente Usa, Donald Trump. In più per la casa guidata da Sergio Marchionne è scattato il conto alla rovescia per la presentazione del piano industriale, in calendario il primo giugno. Hanno invertito rotta le Moncler (+0,88%) e le Salvatore Ferragamo(+0,6%). Anche Buzzi Unicem ha difeso le pozioni.
Vittoria la migliore del listino, bene Acsm-Agam
Fuori dal paniere principale, sono volate del 19,73% le Vittoria Assicurazioni, dopo l’opas promossa dal patron della compagnia, Carlo Acutis. che attraverso la holding Vittoria Capital già detiene il 51% dei titoli. e quotazioni si sono portate a un soffio dai 14 euro messi sul piatto per il delisting della società (a 13,96 euro).
Sono andate bene anche Acsm-Agam (+5,5%) sull’annuncio dell’opa obbligatoria a 2,47 euro, nel giorno in cui è stato annunciato che A2a (-3%) e Lario Reti Holding, società pubblica controllata dal Comune di Lecco, dovranno lanciare un’Opa totalitaria obbligatoria a 2,47 euro sul 24,2% dell’azienda a seguito del riassetto che vedrà la nascita della Multiutility della Lombardia, approvato dall’assemblea con il 79,7% di voti favorevoli del capitale totale (oltre il 92% dei presenti). La normativa avrebbe consentito l’esenzione dall’Opa solo nel caso in cui la maggioranza delle minoranze presenti in assemblea avesse votato favorevolmente alle delibere, mentre in tutto le minoranze registrate sono pari al 10,53% e i voti contrari hanno raggiunto il 6,5%, obbligando A2A e Lario Reti Holding a lanciare un’Opa per un esborso massimo di circa 45 milioni. Infine Astaldi sul finale ha perso il 4,47% , nonostante sia stato annunciato il via libera all’aumento di capitale da 300 milioni, che consentirà al gruppo nipponico IHI di diventere socio del general contractor italiano con una quota del 18 per cento. La società ha inoltre pubblicato i conti trimestrali, archiviati con utili in calo a 17,3 milioni (-31,1%) periodo caratterizzato da 646 milioni di nuovi ordini.
Dollaro sui massimi da dicembre 2017, l’euro sotto 1,18
Sul mercato valutario, il rafforzamento dei Treasury col rendimento tornato sopra il 3% spinge al rialzo il dollaro: il cambio euro/dollaro è sceso sotto il livello di 1,18, sui minimi dal 19 dicembre 2017 (segui qui l’andamento dell’euro contro le principali divise e qui quello del dollaro). A pesare anche le tensioni politiche italiane. In netto calo la sterlina dopo i dati sul mercato del lavoro e dopo la bocciatura da parte del Parlamento scozzese della proposta di legge sulla Brexit.
Petrolio argina le perdite dopo dato su scorte Usa, calate oltre le attese
Petrolio in lieve ribasso dopo i dati sulle scorte americane , scese oltre il previsto nella settimana conclusa l’11 maggio. Il wti ha arginato le perdite (segui qui l’andamento del prezzo del greggio in tempo reale). Nel dettaglio secondo il Dipartimento dell’Energia le scorte hanno registrato un ribasso di 1,404 milioni di barili a 432,354 milioni di unità mentre gli analisti attendevano una flessione di 0,4 milioni di barili dopo quella dei sette giorni precedenti pari a 2,197 milioni di barili. Gli stock di benzina si sono attestati in calo di 3,79 milioni di barili a 232,014 milioni di barili dopo il ribasso di 2,174 milioni di barili della settimana precedente; le previsioni erano per una flessione di 1,2 milioni di barili. Le scorte di distillati, che includono il combustibile da riscaldamento, sono calate di 0,092 milioni di barili a 114,946 milioni di barili dopo essere scese di 3,791 milioni di barili nella settimana precedente; gli analisti si aspettavano un calo di 1,4 milioni di unità. L’utilizzo della capacità degli impianti si è attestata al 91,1% dal 90,4% di sette giorni prima e contro . Sullo sfondo rimangono anche le tensioni tra Usa e Corea del Nord, con il leader coreano che, prima ha annullato l’incontro con la Corea del Sud e poi ha minacciato di annullare quello con gli Usa previsto per il 12 giugno.
Dati deludenti sui nuovi cantieri negli States, ma produzione sopra stime
I dati sui nuovi cantieri avviati negli Stati Uniti sono risultati deludenti, diminuendo più delle stime degli analisti, ma la produzione industriale ha stupito in positivo. In effetti ad aprile la produzione industriale Usa è salita dello 0,7%, oltre le attese degli esperti. Per contro secondo quanto riportato dal dipartimento del Commercio americano, l’indice che misura l’avvio di nuovi cantieri ha registrato un ribasso del 3,7% al tasso annualizzato pari a 1,287 milioni di unità. Il dato è peggiore delle previsioni degli analisti, che attendevano un calo dell’1,4%. I Sono andati male anche i permessi per le costruzioni, che anticipano l’attività futura del settore edilizio: sono scesi dell’1,8% a 1,352 milioni di unità contro un consenso per un -0,3%. Il dato di marzo relativo ai nuovi cantieri è stato rivisto a un +3,6% a 1,336 milioni di unità da un +1,9% a 1,319 milioni di unità. I permissi di marzo sono stati rivisti a loro volta in aumento, al tasso annualizzato di 1,377 milioni da 1,354 milioni di unità. I dati di aprile sono stati condizionati negativamente dalle costruzioni di appartamenti e altre unità multifamigliari (con i nuovi cantieri calati del 12,6%). Nei primi quattro mesi del 2018 i permessi sono saliti dell’8,6% sul 2017 e le costruzioni di case singole, che rappresentano la maggioranza, sono cresciute dell’8,3%.
(Il Sole 24 Ore Radiocor)
MILANO - Lo spread tra Btp e Bund supera i 150 punti base e poi ritraccia, mentre Lega e M5s dicono di essere alla stretta finale per dar vita al nuovo governo. Dopo i moniti dell’Europa sul rispetto delle regole, in particolare dell’impegno a far scendere il debito pubblico, secondo la piattaforma Bloomberg il Btp decennale italiano di riferimento è tornato a rendere il 2% e il differenziale con gli omologhi titoli tedeschi si è portato fino a 150,1 punti (dai 130 della chiusura di ieri sera): massimi da metà gennaio.
Nel grafico Bloomberg, lo strappo del rendimento dei Btp nelle ultime ore
Nelle sale operative, annota l’agenzia finanziaria Usa, pesa soprattutto l’indiscrezione di un possibile accordo sulla richiesta all’Eurosistema di cancellare 250 miliardi di debito italiano. Un’idea (definita "superata" nelle stesure seguenti del contratto di governo, dalle parti in causa) che rimette al centro del dibattito soluzioni radicali: Jason Simpson, da Societe Generale, ricorda come i mercati hanno dato per scontato - negli ultimi mesi - che gli aspetti più estremi dei programmi elettorali sarebbero stati limati. Il rialzo di queste ore, va detto, s’iscrive in una generale crescita dei rendimenti del comparto obbligazionario.Per gli addetti ai lavori è da leggere come un segnale di preoccupazione, anche se gli isterismi del passato erano ben altra cosa. "Brutta reazione stamane sia per l’azionario che per il governativo dopo il contratto pubblicato ieri sera", dice a caldo Vincenzo Longo da IG Markets. "Anche se i partiti hanno detto di aver rivisto i punti più discussi, gli investitori sembrano essere rimasti spiazzati dalle ipotesi (poco credibili e realizzabili) prese in considerazione dalle parti politiche". In ogni caso, secondo l’esperto "la reazione è modesta, se si considera la portata della notizia". Basta pensare che a inizio anno il differenziale era intorno a 160 punti. Insomma, bisognerà vedere nei prossimi giorni cosa diventerà concretamente realizzabile del contratto e che credito verrà dato al programma dagli investitori internazionali. "Lo spread sale? Sono i giochini della finanza, vuol dire che stiamo facendo bene" ha detto il leader del Carroccio, Matteo Salvini, in diretta su Facebook. "Guarda caso, appena abbiamo fatto l’ipotesi del governo M5s-Lega cominciano le fibrillazioni. Vedo una certa paura da parte degli eurocrati. Ma non mi spaventano", ha detto il capo del Movimento, Luigi Di Maio, sul rialzo dello spread.
E sullo spread ha preso parola anche Alessandro Di Battista. "A quanto pare i "fantomatici" mercati sono tornati a farsi sentire. Eppure non aprivano bocca quando si massacravano i lavoratori, si tagliavano le pensioni, si regalavano denari pubblici alle banche private o si smantellava, lentamente ma inesorabilmente, lo stato sociale nei paesi di mezza Europa", ha scritto su Facebook.
"Sapete quel che penso di Berlusconi - scrive Di Battista - ma una cosa la voglio dire: l’ultimo governo Berlusconi - un governo per me pessimo - è stato l’ultimo governo nato da un voto popolare. E più che gli scandali di B. è stata la congiura dello spread ad averlo abbattuto. Oggi "i potenti senza volto" hanno superato loro stessi. Cercano di buttare giù un governo non ancora nato il quale, proprio per questo, ha il dovere di nascere. E’ il momento del coraggio dunque, del rispetto della sovranità popolare, nessuna distrazione e avanti tutta!", conclude.
POLICY. Tanto tuonò che piovvedi ROBERTO PETRINI
A Milano, Piazza Affari peggiora repentinamente a metà mattina, arriva a sfiorare il -3% poi risale nel pomeriggio e infine chiude con il peggiore risultato in Europa in calo del 2,39%. Soffre il comparto bancario, che viene come sempre penalizzato dalla crescita dello spread. Vittoria Assicurazioni schizza in rialzo verso il prezzo dell’Opas lanciata da Carlo Acutis per delistare la compagnia, mentre Astaldi è sotto i riflettori per l’aumento da 300 milioni che vedrà l’ingresso dei giapponesi di IHI al 18%. In positivo le altre Borse europee: Londra ha chiuso in rialzo dello 0,26%, Francoforte dello 0,20% e Parigi dello 0,26%.
I mercati azionari avanzano incerti a livello globale, a seguito della risalita del rendimento dei Treasury americani al 3%, vicino ai massimi dal 2011. La debolezza europea si era già fatta vedere in Asia, dove gli scambi sono stati all’insegna delle vendite. La Borsa di Tokyo ha chiuso in calo sulla scia di Wall Street e per la contrazione dell’economia giapponese, con il Pil del primo trimestre giù dello 0,2% per la frenata nei consumi privati: prima battuta d’arresto in due anni. L’indice Nikkei ha ceduto lo 0,44% a 22.717,23 punti e il Topix lo 0,27% a 1.800,35 punti. Wall Street, che ieri ha riportato il primo calo del Dow Jones dopo otto sedute di fila in rialzo, riparte incerta: l’indice delle blue chip, alla chiusura delle Borse Ue, segna +0,05% a 24.716 punti. Il Nasdaq segna un debole rialzo (+0,11%) a 7.359 punti.
Anche in questo caso, si ricollega il movimento ai rendimenti in aumento sul fronte obbligazionario, che rendono l’azionario meno attraente e preoccupano gli investitori che si domandano che effetto potrebbero avere sulla politica della Federal Reserve. Robert Kaplan, presidente della Fed di Dallas, ha detto che i tassi di interesse dovrebbero continuare ad essere alzati in modo "graduale e paziente". John Williams, numero uno della Fed di San Francisco, ha ripetuto che un totale di tre o quattro strette nel 2018 sono da mettere in conto. Mentre hanno continuato a monitorare le tensioni in Medio oriente e le trattative commerciali tra Usa e Cina, gli investitori sono stati presi alla sprovvista dalla decisione della Corea del Nord di cancellare all’ultimo minuto un incontro di alto livello con la Corea del Sud; Pyongyang ha messo così a rischio lo stesso incontro tra il presidente americano Donald Trump e il leader nordcoreano Kim Jong Un.
La risalita dei rendimenti globali dei bond: nel grafico di Bloomberg, l’indice di Barclays torna al 2% ai massimi dal 2014
Ricca l’agenda di dati macro, al di là dell’evoluzione politica. In Italia l’Istat traccia una ripresa dell’industria a marzo e rilascia i numeri dell’inflazione, oltre il rapporto annuale 2018. Di prezzi si parla anche a livello di Eurozona (in calo ad aprile all’1,2%) e in Germania (stabile all’1,6%). Seduta in calo per l’euro. La moneta unica passa di mano a 1,1830 dollari rispetto alla chiusura di ieri a 1,1860 dollari. Il biglietto verde, sostenuto dal buon andamento dei consumi negli Stati Uniti e dell’aumento dei tassi di interesse sul mercato del debito Usa, è al top sull’euro dalla fine del 2017.Sempre a livello internazionale, si registra il sospiro di sollievo per il presidente argentino Mauricio Macri: nel potenziale ’martedì nero’ per la sua politica economica, i titoli in pesos in scadenza - per un totale di 28 miliardi di dollari - sono stati rinnovati al 100%, con la Banca centrale che ha ricevuto offerte per altri 200 milioni di dollari. La stampa locale interpreta la risposta positiva del mercato come un voto di fiducia in appoggio a Macri, dopo poco più di due settimane di volatilità, nei quali il prezzo del dollaro ha battuto vari record storici, in un’ascesa apparentemente inarrestabile.
Infine, per le materie prime tornano in calo i prezzi del petrolio dopo la stima dell’Api di un aumento delle scorte di greggio negli Stati Uniti a 3,4 milioni di barili, ma le tensioni geopolitiche hanno continuato a sostenere i costi. Il barile di Wti con consegna a giugno scende sotto i 71 dollari, mentre il Brent, con consegna a luglio, perde 17 cent a 78,26 dollari.
REPUBBLICA.IT
ROMA - "Tavolo chiuso, il contratto di governo è completo". Così, poco prima delle 19, fanno sapere autorevoli fonti parlamentari Cinquestelle. Nell’accordo, composto di circa 40 pagine e da poco più di 22 punti, non ci sarebbe il punto relativo all’uscita dall’euro, né il referendum sulla moneta, e ogni posizione sul tema andrà verificata con i partner europei dell’Italia. Ci sarebbe invece un capitolo dedicato ai vaccini, anche se i dettagli non sono ancora noti.
Chi ha partecipato al tavolo spiega che su pochi argomenti manca ancora un’intesa definitiva, che ora dovranno trovare i leader, Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Come ad esempio sulla gestione dei flussi migratori, sulla quale la distanza non appare incolmabile. Rocco Casalino, capo della comunicazione M5S ha fatto sapere che "alla fine ci sono stati degli applausi alla fine e ci siamo tutti abbracciati". Il programma adesso dovrà essere sottoposto ai due leader Luigi Di Maio e Matteo Salvini chiamati a dover sciogliere gli ultimi nodi: "Si tratta di 6 punti, appena 6 righe" minimizza Casalino.
Anche Alfonso Bonafede certifica, parlando con i cronisti al termine dei lavori: "Siamo orgogliosi e soddisfatti perché in 6 giorni abbiamo fatto un lavoro enorme su un contratto di governo molto ambizioso". I punti di convergenza, ha aggiunto "sono stati tanti e il risultato è enormemente positivo". Tra l’altro, tra i rumors della giornata è stato proprio il nome di Bonafede quello che più è circolato per la presidenza del Consiglio affidata a un esponente pentastellato che non sia Di Maio.
Ma intanto il contratto. La trattativa allargata sembra così terminata, ora il faccia a faccia Di Maio-Salvini sarà sui "sei punti da limare" . Oltrechè sul nome del leader.
A metà pomeriggio i due leader avevano ostentato ottimismo. Luigi Di Maio aveva certificato: "Questione di ore per finire. Poi voto on line per gli iscritti al Movimento". Matteo Salvini assicura che lui e Di Maio potrebbero salire al Colle anche "prima di lunedì". E il leader leghista era andato all’attacco in diretta Facebook: "Provano a fermarci coi soliti ricatti dello spread che sale, delle Borse che scendono e delle minacce europee. Stavolta si cambia, più lavoro e meno clandestini, più sicurezza e meno tasse". E aveva sottolineato: "Un leghista al Viminale sarebbe una garanzia per rimpatri ed espulsioni". Ha assicurato che è stato trovato un punto di incontro su "come smontare la legge Fornero". E ha concluso: "Io premier? Sarebbe l’onore più grande del mondo. Ma se avessi la certezza, anche non da premier, di fare molte cose utili per voi, mi metto in gioco e se serve faccio un passo di lato".
Matteo Salvini durante la diretta Facebook
"Informo tutti gli iscritti del MoVimento, ai sensi dell’articolo 4 comma b dello Statuto del MoVimento 5 Stelle, che nei prossimi giorni saranno chiamati a votare online su questo contratto di governo. La data e l’orario definitivi saranno comunicati non appena avremo il contratto ultimato, e credo che ormai sia questione di ore. Ora indietro non ci si può tirare. Ora questo Governo s’ha da fare. Ora l’Italia deve cambiare davvero". Così scrive Luigi Di Maio sul ’blogdellestelle’. E poi il leader M5s su Fb: "Questo week end invito tutti gli attivisti del MoVimento 5 Stelle a colorare l’Italia di giallo e riempire le piazze di gazebo e banchetti che informano i cittadini sui punti del contratto di governo che stiamo per stipulare. I materiali verranno forniti a tutti i gruppi locali non appena il contratto sarà ultimato".
Quanto al voto sulla piattaforma Rousseau, Casalino dice che "i tempi delle votazioni vanno ancora decisi". Salvini e Di Maio, conferma il senatore pentastellato Danilo Toninelli, avranno l’ultima parola su "quattro o cinque punti. Una volta sciolti questi nodi si fanno i nomi e si parte".
Nella giornata si attende quindi un nuovo incontro fra i due leader. Che dovranno superare anche l’ostacolo finale: la scelta del premier. L’ipotesi di una staffetta a Palazzo Chigi fra M5s e Lega (non necessariamente con l’avvicendamento dei due leader) non è del tutto tramonata, mentre prende quota l’idea di affidare la presidenza del Consiglio a un esponente pentastellato che non sia Di Maio, e il nome più socializzato è stato quello di Alfonso Bonafede. Politica Chi è Alfonso Bonafede, il "Mr Wolf" del M5s di GIOVANNA VITALE Ma è entrato in ’partita’ anche Emilio Carelli, che risulterebbe gradito anche alla Lega. Carelli, neoeletto con il Movimento, è giornalista ed ha un passato a Mediaset e SkyTg24.
JUNCKER: UE SENZA ITALIA NON SAREBBE COMPLETA
Dopo le tensioni di ieri tra Bruxelles e la possibile coalizione gialloverde, oggi a prendere posizione è il presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker: "L’Italia è della massima importanza per l’Ue. L’Unione europea non sarebbe completa senza la nazione e il popolo italiano", dice. "Ma non commenterò in anticipo quale potrebbe essere il risultato dei negoziati in corso tra i supposti partner di coalizione in Italia. Vedremo quali saranno i risultati e allora commenteremo". Molte le critiche, invece, dal fronte italiano alla bozza del contratto circolata ieri. E non solo da parte del Pd. Anche Forza Italia, per bocca del portavoce dei parlamentari azzurri Giorgio Mulè, dice: "Anche se è stata smentita dai contraenti, questa bozza di contratto fa male al Paese". L’ex capogruppo, Renato Brunetta, si dice "molto preoccupato per i risparmi degli italiani". Un tecnico come il professor Cottarelli, ex commissario alla spending review, intervistato a Circo Massimo su Radio Capital boccia la proposta definendola "irrealistica e inappropriata".
DI BATTISTA: "ASCOLTATE I BAR, NON I MERCATI". E SU BERLUSCONI: "IL SUO GOVERNO ABBATTUTO DALLA CONGIURA DELLO SPREAD"
Di segno opposto l’intervento, dal fronte M5S, di Alessandro Di Battista (non ancora partito per gli Stati Uniti). L’ex deputato lancia un’invettiva contro i "fantomatici mercati" che sono "tornati a farsi sentire". E si rivolge ai parlamentari del Movimento 5 Stelle e della Lega: "Siate patrioti. Siete rappresentanti del popolo italiano e non emissari del capitalismo finanziario. Oggi ’i potenti senza volto’ hanno superato loro stessi. Cercano di buttare giù un governo non ancora nato il quale, proprio per questo, ha il dovere di nascere", è l’esortazione che arriva dal leader dell’ala ortodossa del Movimento. E ancora, inaspettato: "Sapete quel che penso di Berlusconi ma una cosa la voglio dire: l’ultimo governo Berlusconi, un governo per me pessimo, è stato l’ultimo nato da un voto popolare. E più che gli scandali di B. è stata la congiura dello spread ad averlo abbattuto".
L’ENDORSEMENT DI CASAPOUND
"Il governo Lega-5stelle ha grandi potenzialità, ma anche la possibilità di diventare un grande fallimento. Per realizzare i loro programmi (soprattutto quei punti che piacciono anche a noi) devono mettersi contro tutti i poteri che da anni uccidono la nazione. E per farlo serve coraggio. Tanto coraggio". Così in una nota il segretario nazionale di Casapound italia Simone Di Stefano.
CHI È ALFONSO BONAFEDE
ROMA - Siciliano di Mazara del Vallo ma fiorentino d’adozione, classe 1976, Alfonso Bonafede è senza dubbio una delle persone più vicine a Luigi Di Maio. Deputato del M5S al secondo mandato, avvocato con studio legale nel capoluogo toscano, è unanimemente considerato il Mr Wolf del Movimento.
Laddove c’è un problema, spunta una controversia, esplode una crisi (spesso di nervi) - sia dentro sia fuori il Parlamento, vedi alla voce il Campidoglio - è lui che il capo politico chiama, sicuro di poterla risolvere. Per via non solo di quel titolo di studio che al leader difetta, una laurea in giurisprudenza e dottorato di ricerca in Diritto Privato, ma di un’indole vocata alla pazienza, a smussare le asperità, a mettere d’accordo gli opposti.
D’altra parte c’è scritto pure nel suo curriculum, sebbene riferito alla sua (vera) professione: tra gli incarichi svolti ha fatto anche il "conciliatore tra imprese e clienti finali dei servizi elettrico e gas". Uno capace di mettersi lì ad ascoltare, mediare, ricucire finché non si trova un compromesso.
Quello che nella Seconda Repubblica fu Pinuccio Tatarella per Gianfranco Fini, è ora nella Terza Bonafede per Di Maio: il suo ministro dell’Armonia, anche se il governo gialloverde non è ancora fatto e nel giro di pochi giorni lui è stato già promosso da Guardasigilli a premier, almeno sulla carta.
Un salto vertiginoso da quel lontano 2006 quando l’allora legale alle prime armi si riuniva in qualche baretto popolare fiorentino con il gruppo degli "Amici di Beppe Grillo". Tre anni dopo, nel 2009, si ritrova candidato sindaco contro Matteo Renzi, che vince a mani basse inchiodando il M5s sotto il 2% (poco meno di 4mila voti) e fuori dal consiglio comunale.
Bonafede però non si perde d’animo e insiste: nel 2013 viene eletto deputato della circoscrizione XII Toscana e diventa vicepresidente della Commissione Giustizia. Sbarcato a Roma stringe subito i rapporti con Di Maio, che a fine 2016 - dopo l’arresto dell’ex vice capo di gabinetto di Virginia Raggi per corruzione - lo spedisce insieme a Riccardo Fraccaro a far da tutor alla traballante giunta grillina.
Nel frattempo si mette in vista per la sua attività parlamentare: appena eletto, scrive e deposita la proposta di legge che mira all’introduzione della class action in Italia, applicabile come strumento generale per tutti i cittadini e le imprese e non solo per i consumatori; poi firma quella sul divorzio breve, trasformata in legge nel 2015. Di pari passo scala il Movimento: cura i rapporti con gli enti locali 5S e a fine 2016 diviene responsabile della funzione "Scudo della Rete" nella piattaforma Rousseau.
Un’arrampicata che sembra far molto bene pure alle sue tasche. Al primo anno di legislatura Bonafede dichiarava un imponibile di poco più di ventiseimila euro. L’anno scorso, grazie anche all’indennità parlamentare, il suo reddito imponibile era schizzato a 186.708 euro. Sei volte tanto. Il doppio persino del suo capo, Luigi Di Maio, che nel 2017 si è fermato a 98.471 euro. Lui però, a differenza di Bonafede, partiva da zero.