la Repubblica, 16 maggio 2018
Il principe Harry è disperato
Dal nostro corrispondente LONDRA Doveva essere una faccenda seria: il matrimonio che modernizza la “royal family”, con l’ingresso di un’attrice americana, divorziata, bi-razziale. Sta diventando una commedia, per la quale sarebbe già pronto un titolo da cinema: “Ti presento i miei”. Con il padre della sposa che all’ultimo diserta le nozze per non imbarazzare la famiglia reale, la sorella della sposa che accusa i paparazzi e i nipoti della sposa che arrivano a Londra senza essere stati invitati. Come se non bastasse, la madre della sposa e la sposa medesima scelgono di passare la notte prima della cerimonia al Cliveden, l’albergo in cui iniziò “l’affare Profumo”: il primo grande scandalo inglese di sesso & politica. Non c’era posto in un altro hotel? Il principe Harry è disperato, dicono le indiscrezioni. Meglio non immaginare cosa pensa Sua Maestà. Al mondo, naturalmente, esistono preoccupazioni più gravi: la monarchia britannica, in effetti, è spesso una telenovela per dimenticarle. Ma come tutte le telenovele ha bisogno di colpi di scena e il matrimonio di Harry e Meghan ne sta producendo più del necessario. A quattro giorni dalle nozze, non è più chiaro chi porterà Miss Markle all’altare. Il compito doveva spettare a suo padre Thomas, ex-tecnico delle luci di Hollywood finito in bancarotta: ma dal Messico, dove ora risiede, il genitore annuncia che non sa se verrà, vergognandosi per il pasticcio che ha combinato vendendo foto sui suoi preparativi per le nozze ai tabloid Usa. Affranti, i promessi sposi chiedono «comprensione e rispetto», informa un portavoce, «in un momento molto delicato». In difesa di Markle senior interviene con un’intervista televisiva Samantha, la sorellastra di Meghan: «Mio padre è innocente. Non ha fatto quel servizio fotografico principalmente per denaro, bensì per difendere la propria reputazione». I media lo presentavano come un ubriacone, spiega, e in sostanza lei gli ha consigliato di farsi fotografare sobrio per smentirli. Ma è poi vero che ha avuto un infarto? «Un leggero infarto», precisa Samantha, di quelli che non necessitano ricovero in ospedale: «Mi ha telefonato terrorizzato dall’autostrada, mezza dozzina di auto di paparazzi lo seguivano ovunque, hanno perfino affittato la casa di fronte alla sua». E aggiunge: «Si sa che queste cose non finiscono bene». Allusione alla tragica fine della principessa Diana e non è l’unica a farla: anche Harry, sostengono i giornali londinesi, rivede in questo episodio la storia dell’incidente d’auto di sua madre. Palazzo reale, per la verità, poteva preparare un po’ meglio la famiglia di Meghan alle pressioni. Samantha non esclude che il padre cambi idea e venga alle nozze: Meghan e Harry, afferma la Bbc, continuano a sperarci. E dire che questa settimana doveva servire ai genitori della sposa per fare conoscenza con l’intera famiglia reale, regina compresa. “Ti presento i miei” non finisce qui: ci sono anche trame secondarie. Harry non ha mai incontrato il padre di Meghan, ci ha parlato solo una volta al telefono. Samantha non comunica con Meghan da anni e sta scrivendo un libro su di lei, che considera un’arrivista ipocrita: ovvio che non l’hanno invitata al matrimonio. Sarà assente pure il fratellastro Thomas junior, che aveva consigliato ad Harry di cancellare le nozze. In compenso sono arrivati altri parenti: due nipoti e l’ex-cognata di Meghan, anche loro non invitati. Intendono presentarsi sabato a Windsor a sorpresa? L’unica certa di esserci è Doria, la madre (nera) di Meghan, divorziata da Thomas, il padre (bianco), quando la figlia aveva 6 anni. Sarà lei a portarla dall’hotel al castello di Windsor. E forse a sostituire il papà, accompagnandola all’altare. Solo un’altra volta è successo che la sposa di un membro della famiglia reale non venisse scortata all’altare dal padre: Wallis Simpson, l’americana divorziata per la quale re Edoardo abdicò dal trono. Per sua fortuna, Harry dal trono è lontano: ma non è un bel precedente. In attesa della puntata clou di sabato, la telenovela continua.