la Repubblica, 16 maggio 2018
Fontana dice che ci sono problemi
MILANO «Se il programma non è chiaro non ne vale la pena», dice il vicesegretario della Lega, Lorenzo Fontana. Le maggiori difficoltà, racconta, sono legate al rapporto con l’Europa. Con il M5S che – per i gusti del Carroccio – sembra tenere una posizione troppo morbida contro gli assetti della Ue. Dica la verità, vi state spazientendo? «Non è questo il punto, è che bisogna riflettere su ciò che si vuole fare, anche perché dovremmo affrontare nell’immediato tutta una serie di difficoltà. Se non hai un piano chiaro non puoi riuscire e anche per un papabile premier sarebbe complicato accettare di fare il capo del governo». La tentazione di far saltare il tavolo c’è? «Più che la tentazione, abbiamo la necessità di segnare una discontinuità con il passato. Se c’è bene, altrimenti pazienza». Le “difficoltà immediate” da affrontare quali sono? «Il rapporto con l’Europa e immigrazione. O si cambia radicalmente oppure non ha senso. Governare per governare non ci interessa». Vi state riavvicinando al centrodestra? «Guardi, quando siamo partiti con questo tentativo abbiamo voluto ribadire che l’alleanza di centrodestra rimaneva in piedi. Abbiamo solo chiesto di lasciarci provare a trovare un accordo per il governo ma siamo sempre stati saldamente dentro la coalizione. Chiaramente, noi avremmo preferito formare un governo con il centrodestra». Non è che il rientro in pista di Silvio Berlusconi sta influendo in qualche modo in questa fase? «No, non credo, non mi pare». Se si tornasse a votare, quindi, a destra tutto rimarrebbe com’è? «Sì, ci riuniremmo nuovamente con i nostri alleati e andremo avanti». Con Matteo Salvini candidato premier. «Per noi era chiaro anche prima del 4 marzo, adesso non mi pare ci siano dubbi». Europa, immigrazione, grandi opere. Quali di questi tre temi le sembra un ostacolo insormontabile tra voi e M5S? «A me la cosa che più ha sorpreso o che comunque mi fa più paura è la difficoltà di ragionare sull’Europa. Se partiamo morbidi faremo la fine degli altri governi del passato. Non vogliamo essere sudditi ma partner alla pari degli altri paesi». Però Luigi Di Maio proprio oggi (ieri, ndr) sembra aver avuto parole nette in questa direzione. Anche lei crede che i tecnocrati vi stiano mettendo i bastoni tra le ruote? «Al tavolo non abbiamo percepito altrettanta nettezza nel chiedere ad esempio meno vincoli di bilancio. Comunque le dichiarazioni dei commissari mi sembrano evidenti, in questo Di Maio ha ragione». La Lega eventualmente sottoporrà l’accordo agli iscritti? «Organizzeremo dei gazebo per confrontarci con le persone». Quante possibilità dà all’accordo? «Posso dire che ci sono delle difficoltà. Non è impossibile farcela, ma la situazione è seria».