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 2018  maggio 15 Martedì calendario

Scoperta la molecola del raffreddore

E d’inverno ma anche ai cambi di stagione. Sudi e tac, prendi freddo e ci risiamo, togli la felpa e parte lo starnuto. Per te è una colossale seccatura, ma quando capita ai tuoi figli piccoli è più simile a una sciagura: il raffreddore è pronto a saltarti addosso mentre meno te lo aspetti. Ti attende, paziente al varco, implacabile. E quando colpisce i bambini, di rimando, sono notti insonne, lavaggi nasali come se piovesse e (quasi sempre inutili) rimedi della nonna. Fiumi di spremute d’arancia, semi di pompelmo in spray per aumentare le residue difese, bagni caldi dove butti dentro gocce di timo, suffumigi e litri di tisane di echinacea. Poi, finisce che, sfinito, ti arrendi e aspetti il naturale corso della malattia perché nessun rimedio si è mai rivelato efficace contro il raffreddore. Eppure ora pare cambiare tutto, una scoperta rivoluzionaria: una molecola capace di combattere l’infezione contro la quale non esiste finora nessuna arma. È il rebus dei rebus, a dispetto della banalità dei suoi sintomi. Una «bestia nera» su cui scienziati con curriculum di tutto rispetto hanno collezionato fallimenti: nessuno finora è riuscito a trovare una cura per il comune raffreddore. Un adulto si ammala in media due volte l’anno, un bambino quattro, e non esclusivamente d’inverno. In molti hanno alzato bandiera bianca, per l’inafferrabilità dei suoi virus che ogni anno continuano a imperversare in tutto il mondo, agendo indisturbati a colpi di starnuti. Ma anche questo mito potrebbe ora crollare. Il comune raffreddore è causato da una famiglia di virus con centinaia di varianti, cosa che rende quasi impossibile diventare immuni o vaccinarsi contro tutti loro. Sono per di più virus che si evolvono rapidamente, il che significa che possono rapidamente sviluppare resistenza ai farmaci.
I test, pubblicati sulla rivista Nature Chemistry, sono stati condotti su cellule umane e mostrano che la molecola impedisce al virus di invadere le cellule. Evviva. Gli scienziati intanto con i piedi per terra smorzano l’entusiasmo: «Prima tappa di un cammino ancora lungo», ha detto all’Ansa il biochimico Roberto Solari, che ha condotto la ricerca nell’Imperial College di Londra con il chimico Edward Tate.
«Attualmente non esistono trattamenti contro il virus del raffreddore e questa è la prima molecola capace di contrastarlo», ha detto ancora. «Dopo i test sulle cellule, la prossima tappa – ha proseguito – sarà la sperimentazione su modelli animali». Se il composto risulterà efficace sui topi, bisognerà dimostrare che è sicuro. «Quindi si potrà passare ai primi test sugli esseri umani, ma – ha rilevato il ricercatore – ci vorranno molti anni. Per i giovani e per chi è in buona salute, il raffreddore non è certamente gradevole, ma non c’è rischio di vita. Invece è diverso il caso di chi soffre di asma, enfisema, bronchiti o fibrosi cistica: in questi casi – ha osservato Solari – anche un banale raffreddore può provocare gravi conseguenze, che potrebbero portare anche al ricovero in ospedale». 
Il virus è stato finora così difficile da combattere anche perché si evolve molto rapidamente: caratteristica che rendeva impossibile trovare una molecola capace di contrastarla. La soluzione è arrivata scegliendo un nuovo bersaglio: non il virus del raffreddore, ma la proteina che lo aiuta a invadere le cellule. Bloccare la proteina, come fa la nuova molecola, significa quindi bloccare il virus. 
E se fosse confermato, tutti in coda.