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 2018  maggio 15 Martedì calendario

La guerra tra Pairetto e Gasperini

La minaccia vera o presunta di un arbitro a un allenatore, rischia di diventare il nuovo casus belli del calcio italiano. Tutto è nato quando Gasperini, allenatore dell’Atalanta, ha raccontato di essere stato minacciato dall’arbitro Pairetto, che gli aveva di fatto dato appuntamento alla partita successiva ammonendolo: «Lì certi comportamenti non saranno tollerati». I dietrologi ma pure Gasperini – si chiedevano come facesse a sapere già di essere designato come Var per quella partita. Gli arbitri invece si sono sentiti diffamati, e hanno segnalato il caso alla Procura federale di Pecoraro. Che ha aperto ieri un fascicolo e ascolterà Gasperini. Delle due l’una: o lui ha mentito su un arbitro, o l’arbitro lo ha minacciato. Se Gasperini provasse le accuse, l’arbitro Pairetto rischierebbe un deferimento per violazione dell’articolo 1 bis. L’arbitro, di contro, vorrebbe querelare Gasperini che per lui ha inventato tutto (i Var li decidono la domenica sera e quindi non avrebbe potuto sapere dove sarebbe andato): per farlo però deve chiedere alla Federcalcio una deroga alla clausola compromissoria. Un arbitro, tutore delle norme, chiederà davvero di poterne lui stesso derogare? E se gliela concedessero, arbitrerebbe ancora l’Atalanta di un allenatore con cui è in causa? Da oggi la palla è in mano a Pecoraro, che almeno su un elemento non dovrà lavorare: che gli arbitri conoscano prima le designazioni non è strano, né alimenta sospetti di “una nuova Calciopoli” come qualcuno ha voluto ventilare, aggiungendo al minestrone la spedizione in Qatar di Orsato, il contestatissimo arbitro di Inter-Juventus: nessuna norma dice quando vanno fatte le designazioni, l’unico obbligo è comunicarle due giorni prima delle partite. E che Orsato andasse a dare lezioni di Var era deciso da un po’. Ma se davvero, dopo aver emendato le velate accuse di De Laurentiis agli arbitri, la Procura mandasse a giudizio sportivo un direttore di gara? Per una violazione, tra l’altro, che può costare un buffetto come il ritiro della tessera. L’Aia è sul piede di guerra da quando il Coni di Malagò ha annunciato che cancellerà la rappresentanza degli arbitri in consiglio e quindi la possibilità di esprimere il 2% di voto. In quel caso, pure Nicchi parlò del rischio di una “nuova Calciopoli”. Anche lui fa parte del fronte – con Calciatori, Dilettanti, Lega pro e forse Serie B – che domani invierà una lettera per chiedere nuove elezioni in Figc, con Abete candidato unico. Prima di lui era stato proposto anche il nome del procuratore Pecoraro. Ma nessuno nemmeno l’Aia – aveva aderito.