Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  maggio 14 Lunedì calendario

La cantante Netta alla conquista di Israele

Dal nostro inviato GERUSALEMME Adesso che la “mossa del pollo” l’ha fatta pure Bibi Netanyahu, varcando ieri mattina le porte della riunione di governo, c’è da scommettere che “Toy” (Giocattolo) sarà il tormentone dell’estate. La compie con ironia Netta Barzilai, la cantante 25enne, ex paramilitare volontaria per 6 anni, vincitrice l’altra notte dell’Eurovision con un brano che ha fatto impazzire tutta Israele proprio nel Jerusalem Day: il 13 maggio del ‘67 l’esercito dello Stato ebraico entrava a Gerusalemme Est, la parte araba della città. Un successo subito letto come un’affermazione politica e di rivendicazione nazionale, in questa settimana che si annuncia a dir poco complicata con lo spostamento oggi dell’ambasciata americana nella Città santa e i disordini che si preparano in massa sulla Striscia di Gaza. Netanyahu, come testimonia il suo tweet, dopo aver allargato le braccia nel “ballo del pollo” e salutato i suoi ministri con le parole “Boker Toy” (alludendo al titolo della canzone) invece che “Boker Tov” (buongiorno), ha telefonato all’artista dicendole: «Sei la migliore ambasciatrice di Israele». Ben oltre si è spinto il ministro della Difesa, Avigdor Lieberman, leader del partito della destra e noto per le posizioni spesso estreme, che già nella notte aveva postato anch’egli il proprio tweet, lanciandosi addirittura sulla questione siriana e nominando l’ayatollah iraniano: «Assad, impara da quello che sta succedendo oggi. Dì a Khamenei che tu non sei il suo giocattolo. Non ha niente da fare in Siria». La vittoria è arrivata in sorpasso, grazie al televoto. Favorita appariva la cantante Eleni Foureira, attrice e ballerina albanese naturalizzata greca, che rappresentava Cipro con la canzone “Fuego”. Per l’Italia un onorevolissimo 5° posto finale per i vincitori dell’ultimo Festival di Sanremo, Ermal Meta e Fabrizio Moro, che nella gara svoltasi a Lisbona hanno riproposto la loro “Non mi avete fatto niente”. Vincente è risultata infine la simpatia di Netta Barzilai e l’astuzia di un brano che strizzava l’occhio a vicende recenti. La cantante, nata in Israele, ha trascorso 4 anni della sua infanzia in Nigeria, tornata in patria si è iscritta ancor prima della leva obbligatoria nel Nahal, la forza paramilitare, quindi ha lavorato come cameriera e maestra d’asilo. «Stupido, non sono il tuo toy», dicono le parole della sua canzone, brano contro le donne giocattolo nell’anno del movimento contro le molestie “MeToo”. Il resto lo ha fatto il suo personaggio: spiritosa, look stravagante, kimono da geisha, l’autoironia dei chili in più, Netta porterà ora l’Eurovision a tenersi il prossimo anno a Gerusalemme. Città blindata, ma per un giorno in festa dove il premier Netanyahu, incontenibile, ha lanciato l’ennesimo tweet di congratulazioni. Solo che all’estero la traduzione dall’ebraico non sempre è stata riconosciuta dalla piattaforma. E il suo “Netta, at kappara amitit” (Netta sei davvero grande), si è trasformato nella parola più vicina, “parà”, che significa vacca. La cantante non si è offesa, ovviamente. Ma le prese in giro del servizio di traduzione di Twitter in Israele non si contano.