La Stampa, 13 maggio 2018
Catalogna, Torra quasi presidente. Polemiche su Puigdemont
Il dopo Puigdemont comincia nel segno di Puigdemont. La Catalogna potrebbe presto avere un nuovo presidente. Il candidato Quim Torra non ha passato la prova del parlamento, ma i voti ottenuti ieri basteranno domani, nella seconda seduta. Unica incognita: l’estrema sinistra della coalizione potrebbe far saltare tutto.
Torra, scelto dal leader ora in Germania, ha messo le mani avanti all’inizio del suo discorso: «Oggi qui non dovrei esserci io, ma il presidente legittimo, Carles Puigdemont». Un modo per stabilire le gerarchie e allo stesso tempo di rifiutare la destituzione ordinata da Madrid ormai più di sei mesi fa. Torra non è un politico e, non è certo un mistero, non era la prima scelta degli indipendentisti. I primi tre candidati proposti sono stati fermati dai giudici, Jordi Sànchez e Jordi Turull (in carcere) e lo stesso Puigdemont, in «esilio» a Berlino.
Madrid mette i paletti
Il primo discorso di Torra, un intellettuale da sempre teorico della separazione della Catalogna, è stato segnato da accenti duri, con tutte quelle parole d’ordine che sembravano messe da parte negli ultimi mesi (per prudenza politica e soprattutto giudiziaria): «Il nostro scopo è lavorare per la repubblica catalana, sarò leale al referendum del 1° ottobre». Una sfida in piena regola, tanto che Madrid ha immediatamente reagito definendo Torra un «frontista»: «Il governo sarà molto vigile sugli atti del candidato e del suo possibile governo» ha avvertito l’esecutivo di Rajoy «qualsiasi illegalità sarà contrastata, qualsiasi violazione del quadro costituzionale avrà risposta». Una delle conseguenze della formazione del governo catalano (a quasi 5 mesi dalle elezioni, nelle quali gli indipendentisti hanno conquistato la maggioranza assoluta) dovrebbe essere la fine del commissariamento delle istituzioni di Barcellona. Ma in Spagna c’è una competizione a destra che potrebbe pesare: Ciudadanos invita il governo del Partito Popolare a mantenere la presenza dello Stato centrale in Catalogna.
Legislatura a termine
La presidenza Torra nasce in ogni caso precaria, per stessa ammissione di Puigdemont che ieri, in un’intervista alla «Stampa», ha parlato di un possibile scioglimento del parlamento nel caso in cui «continuasse la repressione». Parole che sono state al centro del dibattito: «Scopriamo da un giornale italiano che questa è una legislatura a tempo perché così hanno deciso a Berlino», ha attaccato il segretario socialista Miquel Iceta.