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 2018  maggio 13 Domenica calendario

L’Italia cerca 7 miliardi

Il Tesoro torna a rifinanziarsi sui mercati con il nuovo collocamento del BTp Italia previsto per domani. Un’emissione da cui, stima Commerbank, potrebbero arrivare fino a 7 miliardi di euro di raccolta e che arriva nel pieno delle trattative sulla formazione del nuovo governo. L’asta sarà un test importante sulla fiducia dei mercati sul Paese dopo una settimana caratterizzata dal ritorno della volatilità su Borsa e titoli di Stato. 
Le incognite sul futuro del Paese, che si appresta ad essere la prima tra le maggiori economie dell’area ad essere guidata da un esecutivo euroscettico, saranno in ogni caso controbilanciate da altri fattori. Uno su tutti il ruolo della Bce come acquirente di ultima istanza nell’ambito del piano di Quantitative easing. Un fattore di sostegno destinato a farsi sentire anche dopo la prevista fine del programma di acquisti perché la banca centrale continuerà a reinvestire i titoli finora acquistati (ad oggi circa 340 miliardi) che andranno a scadenza. 
Sul medio lungo termine l’ombrello della Bce continuerà a tenere il debito italiano al lontano dalla speculazione. Quanto all’immediato c’è un fattore tecnico che dovrebbe favorire il successo delle emissioni ed è quello della consistente liquidità che prevedibilmente potrà essere investita in BTp per via dell’ammontare di titoli italiani in scadenza la prossima settimana (13,6 miliardi di euro) e a fine mese (20). 
Se il contesto di mercato resta favorevole per la Borsa (nonostante il recente scivolone Piazza Affari è ancora la migliore in Europa da inizio anno) e i titoli di Stato, buona parte degli analisti guarda con preoccupazione alla prospettiva di un governo Lega-5 stelle. Soprattutto per via dell’impatto sui conti pubblici che avrebbe l’attuazione di promesse elettorali come il reddito di cittandinanza, la flat tax o l’abolizione della riforma Fornero. Una passo, quest’ultimo, particolarmente rischioso secondo Stephanie Kelly, analista politica di Aberdeen Standard Investments: «La riforma – spiega – ha contribuito in maniera decisiva a riportare sui binari della sostenibilità la traiettoria delle finanze pubbliche. La sua abolizione (il cui impatto è stimato tra i 15 e i 20 miliardi di euro all’anno ndr.) rischia di minare pesantemente la credibilità fiscale a lungo termine del Paese». 
Mettere in atto queste proposte in ogni caso non sarà semplice e «l’orientamento divergente su molti temi di Lega e Movimento 5 stelle – si legge in una nota di Societé Generale – fa pensare che alla fine si raggiungerà un compromesso tale da annacquare molto le proposte più radicali». Secondo gli analisti della banca francese è in ogni caso da mettere in conto «un rapporto difficile del nuovo esecutivo con i leader europei» nonostante gli esponenti dei due partiti abbiano smesso di minacciare esplicitamente l’uscita del Paese dall’euro». 
Il tema resta quella della sostenibilità del debito pubblico. «Gli investitori – segnala l’economista di Bloomberg Stephanie Flanders – non possono ignorare l’aritmetica per sempre. L’Italia non potrà ridurre in maniera convincente il suo debito senza un ragionevole aumento del Pil. Nella più ottimistica delle previsioni si può ipotizzare una crescita del 2,5 per cento. Non abbastanza tenendo conto che il costo medio di rifinanziamento del debito viaggia intorno al 3 per cento». 
Nel programma sia della Lega sia del Movimento 5 stelle ci sono proposte di politica fiscale espansiva il cui impatto potrebbe favorire un aumento del Pil. Secondo Capital Economics è da mettere in conto una possibile espansione economica derivante da questo stimolo che però rischia di essere di breve durata. Sul lungo termine le prospettive di crescita rischiano di essere minate dall’«impatto fiscale che queste misure avranno». A preoccupare gli analisti è inoltre la prospettiva di uno smantellamento della riforma del mercato del lavoro. Sullo sfondo, poi, resta il tema del rapporto con l’Europa. Alla luce di tutte queste considerazioni gli analisti della casa d’affari stimano che i rendimenti dei BTp decennali, attualmente sotto il 2%, possano arrivare fino a quota 2,5% entro la fine dell’anno se non oltre. 
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