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 2018  maggio 13 Domenica calendario

Rubata la corazza di Iron Man

Per scoprire che fine abbia fatto la vera armatura di Iron Man stavolta non basterà chiamare gli Avengers. Toccherà affidarsi alla meno eroica polizia di Los Angeles, che mercoledì ha dato al mondo la notizia del «furto dell’anno», come l’hanno ribattezzato i fan della serie: il costume indossato da Robert Downey Jr nel primo film Marvel dedicato al supereroe è sparito nel nulla, rubato da «non si sa chi».
La corazza rossa e dorata usata nella pellicola del 2008 giaceva semiabbandonata in un magazzino nella periferia della capitale californiana insieme ad altri abiti di scena. Nessuno si era accorto della sua assenza, almeno fino al 25 aprile, quando gli impiegati del deposito, che dicono di averla vista l’ultima volta a febbraio, hanno «casualmente» scoperto che non era più lì. Per la polizia di una delle città più pericolose d’America risolvere il caso del costume di Iron Man «è una priorità», ha detto serio il portavoce Christopher No, se non altro per il valore dell’oggetto: circa 325 mila dollari, più tutto l’inestimabile fascino che l’invenzione del miliardario «d’acciaio» Tony Stark, disegnato da Stan Lee nel 1963, esercita sul mondo-nerd che orbita tra fumetti e cinema.
Gli inquirenti non hanno «piste concrete al momento», così gli appassionati hanno suggerito sui social il nome di un improbabile colpevole: «Avete controllato a casa di Downey Jr?» ha scritto più di un utente. In effetti l’attore che interpreta il protagonista, playboy filantropo, non ha mai nascosto il desiderio di possedere l’armatura originale del film, ma arrivare a rubarla (o a commissionarne il furto) sarebbe troppo anche per uno col suo passato da bad boy.
Ma c’è davvero chi farebbe di tutto per mettersi in casa un cimelio così. Dentro i limiti della legge, meno del buonsenso. Come chi ad aprile si è presentato all’asta organizzata a Sydney da Russell Crowe per pagarsi il divorzio e ha sborsato 247 mila dollari per il costume usato dall’attore nel Gladiatore, spade incluse. Per il vestito di Master & Commander, ottimo per un carnevale settecentesco, ne sono bastati 115 mila, per il sospensorio del pugile di Cindarella Man appena 7 mila. Quasi un regalo.
I memorabilia vanno a ruba. Anche troppo. O.J. Simpson, ex star del football americano che nel 1995 aveva evitato il carcere per l’omicidio della moglie e dell’amante, si è preso una condanna a 15 anni per rapina e sequestro di persona. La vittima? Un collezionista che aveva messo da parte una serie di cimeli sportivi appartenuti proprio a O.J. «Mi erano stati sottratti e volevo riprenderli», disse al giudice quando gli chiese perché avesse fatto irruzione nella camera d’albergo dell’uomo con una banda di compagni armati. Non aveva una pistola l’ex autista di Yoko Ono, uno degli uomini sospettati di averle rubato oltre 100 oggetti appartenuti al marito John Lennon e ritrovati l’anno scorso a Berlino. Gli occhiali tondi, gli spartiti scritti a mano, il diario del 1980 che si interrompeva il giorno in cui l’autore di Imagine fu ammazzato.
A Patti Smith è andata molto meglio: ci sono voluti 36 anni, ma alla fine una sua fan le ha riportato il malloppo sparito da un camion usato per un concerto del 1979. Noreen Bender conosceva il loro valore: «Ma far felice il mio idolo è stato il momento più bello della mia vita». E anche se alla fine ha riavuto quasi tutto, Steve Sansweet, il più grande collezionista di «Star Wars», ha ancora il cuore spezzato: a rubargli oggetti per 200 mila dollari era stato uno dei suoi più cari amici, appassionato quanto lui. «Come una coltellata al petto», e nemmeno un’armatura.