la Repubblica, 11 maggio 2018
La Fornero parla del governo giallo-verde
benissimo che uno dei cardini dell’accordo tra Lega e Movimento 5stelle è proprio l’abolizione della legge che porta il suo nome, ma vuole subito mettere un freno dice – «alla fiera delle illusioni». Da ministra del Lavoro del Governo Monti lei quella riforma del sistema pensionistico e l’innalzamento dell’età di uscita dal lavoro l’ha progettata. E proprio in questi giorni ha annunciato che da novembre andrà in pensione. «Mi stupisce molto tutta questa attenzione per il mio pensionamento. Sono una cittadina che ha lavorato per 40 anni come professoressa universitaria e che ora ha raggiunto il limite d’età previsto dalla legge che regola la pensione per i docenti degli atenei. Non andrò né prima né dopo gli altri colleghi». Intanto il patto tra i due partiti che stanno cercare di andare al governo prevede il “pensionamento” della sua riforma. «Si parla di abolizione, superamento, ma le parole sono importanti e hanno un senso che va compreso. Per fare una valutazione precisa si dovrebbe chiarire che cosa Lega e 5stelle pensano di fare. Ma quando uno in campagna elettorale dice abolizione, poi durante questi mesi di trattativa sostiene che ci sarà un superamento e ora parla di 5 anni necessari per cambiare le cose, mi sembra sia poco coerente. Io penso che in politica ci voglia coerenza». È preoccupata per la tenuta della casse dello Stato se la sua riforma sarà cancellata? «Ad oggi non sappiamo se ci sarà un’abrogazione. Dipende molto da cosa vogliono fare. Bankitalia è stata molto chiara in questi giorni sulle prospettive economiche e finanziarie di questo Paese. Penso sia necessaria una educazione economica e finanziaria per tutti i cittadini. La nozione di vincoli di bilancio e quella che il debito pubblico non possa essere fatto crescere infinitamente deve appartenere a chiunque. Ancora di più a chi governa». Insomma, superare la Legge Fornero non sarebbe compatibile con l’attuale situazione finanziaria dell’Italia? «Serve attenzione alle compatibilità tra le proposte politiche, specie quelle fatte in campagna elettorale, e le proposte di governo. Queste devono spingere lo sguardo ai giovani che sono il nostro futuro. Sono concetti basilari che conosce un buon padre o madre di famiglia e ancor di più dovrebbero conoscere quelli che si propongono di governare il nostro Paese». In campagna elettorale, però, l’aumento dell’età della pensione previsto dalla sua riforma è stato un ottimo argomento per portare voti a Lega e 5 Stelle... «In questi anni e, ancor più, in questi mesi la legge sulle pensioni è stata trasformata in strumento di propaganda. Gli italiani sono stati trattati come se fossero disposti ad accontentarsi di illusioni. La campagna è stata una grande fiera
delle illusioni, con offerte e proposte irrealizzabili». Teme una deriva populista con Lega e 5 Stelle al governo? «Come cittadina sono molto fiduciosa nel nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. In questi giorni, sia negli interventi pubblici, sia durante le consultazioni, ha dato dei messaggi precisi e coerenti con le esigenze che la nostra società e il nostro sistema economico hanno in questo momento. Ho fiducia che non ci sarà una deriva populistica nel senso negativo di questo termine perché Mattarella si farà garante della stabilità dell’Italia». E che cosa vorrebbe dire al nuovo governo? «Qualunque sarà il presidente del Consiglio cui Mattarella affiderà l’incarico, e chiunque siano i ministri che comporranno il governo faccio loro i migliori auguri. Glieli faccio perché questo vuol dire far gli auguri al mio Paese e a tutti noi cittadini che qui viviamo». Un freno alle pulsioni populiste potrebbe però arrivare proprio da una modifica della Legge Fornero. Pensa si possa cambiare, almeno in parte, il sistema pensionistico che avevate varato con il governo Monti? «Quel modello oggi non si può abrogare oggi. Forse si potrà realizzare una maggiore flessibilità nell’età di pensionamento, con una variazione dell’assegno mensile che sarà più alto per chi va in pensione più tardi. Ma ci vorrà tempo». Andrà in pensione prima la professoressa Fornero che la sua riforma quindi? «Da novembre sarò in quiescenza. Non capisco perché tanto clamore. Voglio però mettere un freno alle polemiche che ogni volta che si fa il mio nome si generano. Vado in pensione con i tempi previsti dalla legge. Sarei potuto andarci cinque anni fa con una pensione da ministro che sarebbe stata circa il doppio rispetto a quella che prenderò da novembre in poi. Ma sarebbe stato un privilegio e non ho voluto usufruirne». Cosa farà dopo la pensione? «Mi dedicherò ai viaggi con mio marito, ma andrò anche in giro nelle università che spesso mi chiamano per avere dei contributi. Spero poi di poter continuare a lavorare anche con gli studenti. Voglio impegnarmi nell’attività di educazione economico-finanziaria anche per i più piccoli, ma continuerò anche a studiare e fare ricerca. Con il Collegio Carlo Alberto sto lavorando a un progetto europeo in collaborazione con altri Paesi dedicato al lavoro con i bambini per far capire loro l’importanza dell’educazione finanziaria e avere un budget e rispettare i vincoli di bilancio. Quello che vale per i bambini dovrebbe vale ancora di più per chi governa».