Il Sole 24 Ore, 10 maggio 2018
Bocciata Mediapro
Il bando proposto da Mediapro è da rifare perchè delinea un «abuso di posizione dominante». Il giudice del Tribunale di Milano Claudio Marangoni ha confermato ieri la sospensione della vendita dei diritti tv della Serie A per il triennio 2018/21. Dunque si torna al punto di partenza, con bando di Mediapro che va annullato. Un percorso che ora andrà ripreso rivedendo la formulazione dei pacchetti da cedere agli operatori tv, del settore Iptv e del web evitando di incorrere nell’assunzione da parte dei catalani dell’indebito ruolo di “editori”.
Per il giudice infatti è vero che linee guida della Lega approvate dalle Authority permettevano a Mediapro, vincitore per un miliardo e cinquanta milioni a stagione del bando per gli intermediari, di confezione prodotti audiovisivi anche della durata di 270 minuti. Tuttavia, le modalità dell’offerta preparata dai catalani sono andate oltre questa cornice anche facendo accollare «costi aggiuntivi» ai concorrenti. «Mediapro Italia – scrive il giudice – mediante la predisposizione dei contenuti informativi e pubblicitari compresi nei prodotti audiovisivi facenti parte dei pacchetti principali esclusivi intenderebbe estendere di fatto la sua influenza anche nel mercato a valle della raccolta pubblicitaria e della fornitura di contenuti in una sorta di integrazione verticale tra detti mercati», spiega il provvedimento giudiziario in riferimento ai pacchetti chiavi in mano (peraltro senza l’indicazione di prezzi minimi per l’asta) contestati vittoriosamente da Sky. E ancora: «Risulterebbe inoltre individuabile una condotta intesa a dare luogo a pratiche leganti, posto che in forza della sua posizione dominante sul mercato dell’offerta dei diritti televisivi sul campionato di serie A, Mediapro Italia condiziona la cessione di tali diritti alla contestuale cessione di servizi economicamente separabili e il cui collegamento con il prodotto principale non pare sostenuto da esigenze effettive di collegamento tra essi». Così facendo, Mediapro ha assunto «una forma di responsabilità editoriale» che «pare collocarla al di fuori dell’ambito di attività propria dell’intermediario indipendente».
Per superare queste «obbiettive problematicità» Mediapro avrebbe dovuto offrire in prima battuta il segnale “clean” delle partite, attribuendo a tutti gli operatori la piena libertà editoriale e di raccolta pubblicitaria, e concedendo la mera facoltà di avvalersi di ulteriori servizi, editoriali e commerciali, con una spesa extra. Esattamente il contrario, dunque.
A questo punto la società spagnola potrà ricorrere contro la decisione. Fermo restando che la Lega di Serie A con il commissario Giovanni Malagò ieri ha ribadito la deadline del 22 maggio per il deposito della fideiussione da un miliardo più Iva. Lo stesso giorno è convocata un’assemblea per prendere le opportune iniziative in caso di inadempienza. Per molti club è vitale avere a disposizione incassi certi da far scontare in banca per ottenere la liquidità necessaria a far fronte agli impegni di fine stagione e al calciomercato.
Sky, che rivendica di aver permesso di fare piena chiarezza sulla vicenda «a beneficio di tutti gli operatori», dal canto suo ha confermato di essere pronta a presentare un’offerta importante per la Serie A. Ed è chiaro che l’impasse non si potrà risolvere se non passando da un accordo dopo una trattativa privata. Le complessità normative e tecniche per lanciare in corsa un canale autonomo della Lega a tre mesi dall’avvio del campionato 2018/19 appaiono sempre più ostative, anche se questa possibilità esiste. Certo, servirebbe l’unanimità dei club che invece non c’è. Quanto a Mediaset Premium, da Cologno Monzese è stata esclusa nei giorni scorsi la chiusura anticipata della società. E comunque se la pay tv della famiglia Berlusconi non dovesse ripresentarsi all’asta potrebbe essere Mediapro a rivolgersi all’Antitrust denunciando l’accordo siglato con Sky il venerdì di Pasqua.
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