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 2018  maggio 10 Giovedì calendario

In Italia cinque milioni di poveri assoluti

Gli italiani in povertà assoluta continuano ad aumentare. Lo scorso anno le persone senza la possibilità di far fronte alle spese essenziali per mantenere livelli di vita minimamente accettabili sono state ben 5 milioni, 261 mila individui in più rispetto all’anno prima. Si tratta in termini assoluti dell’8,3% della popolazione, in aumento rispetto al 7,9% del 2016 e al 4% del 2008, periodo precedente all’inizio della crisi. Ad aumentare sono anche le famiglie in estrema difficoltà, che sarebbero 1,8 milioni, 154 mila in più rispetto al 2016: cioè il 6,9% dei nuclei italiani, in crescita rispetto al 2016 quando l’incidenza era del 6,3%.
I dati, anticipati dall’Istat davanti alla Commissione speciale del Parlamento in occasione delle audizioni sul Def, mostrano ancora una volta la spaccatura in due del paese, visto che al sud l’incidenza è maggiore. Ma soprattutto sottolineano l’urgenza di affrontare il problema povertà. Un tema questo che è stato al centro della campagna elettorale con la proposta del Movimento 5 Stelle di introdurre il «reddito di cittadinanza», che in realtà sarebbe un reddito minimo. Posizione poi sfumata nel corso delle ultime settimane per la necessità di trovare un compromesso con eventuali alleati. Recentemente infatti i Cinquestelle avrebbero aperto alla possibilità di contrastare la povertà rafforzando il Reddito di inclusione introdotto dal governo Gentiloni a inizio anno. Una misura su cui finora sono stati stanziati 2 miliardi di euro e che ha l’obiettivo di aiutare entro l’estate 500 mila famiglie, corrispondenti a 1,8 milioni di persone, con importi da 300 ai 550 euro. Sul Rei dunque potrebbe intervenire il prossimo governo, mettendo altre risorse per ampliare la platea: una strada auspicata da più parti per rafforzare il sistema ed evitare di smantellarlo.
Per il presidente dell’istituto di statistica Giorgio Alleva, comunque, la causa dell’aumento dei poveri sarebbe in parte riferibile alla ripresa dell’inflazione, che nel 2017 ha raggiunto l’1,2%. «La restante parte invece – aggiunge Alleva – deriva dal peggioramento della capacità di spesa di molte famiglie che sono scese sotto la soglia di povertà». Ad essere colpite sono in particolare le famiglie del Sud, ma anche il Nord Italia registra un aumento dei nuclei in difficoltà, mentre c’è una diminuzione al Centro.
A rendere ancora più cupa la fotografia dell’Istat sono i dati relativi all’andamento dell’occupazione. Lo scorso anno infatti le famiglie in cui tutti i componenti erano in cerca di lavoro sono state 1,1 milioni, mentre prima della crisi erano meno della metà, 535 mila. Nel 2017 comunque si registra un lievissimo miglioramento di 15 mila unità rispetto all’anno prima (ma non al Sud dove la situazione peggiora). Quattro nuclei su 100 in sostanza non hanno percepito alcun reddito e la metà di questi è residente nel Mezzogiorno.